Unità: Università, Mussi scrive ai rettori: limitate il «numero chiuso»
Il ministro: garantire il diritto allo studio secondo quanto prevede la Costituzione. Stop al moltiplicarsi fuoricontrollo dei corsi
di Massimo Franchi
«Il numero chiuso è contro la Costituzione», parola del ministro Mussi. Con una nota inviata a tutti i rettori il titolare dell’Università li invita a limitare le previsioni del “numero chiuso” alle sole facoltà per le quali questo è previsto per legge: medicina e chirurgia, architettura, ingegneria e medicina veterinaria. «Ogni limitazione del numero degli accessi al di fuori delle fattispecie indicate dalla legge, costituisce - precisa Mussi - una ingiustificata limitazione del diritto allo studio garantito dall'articolo 34 della Costituzione». L’articolo infatti recita: «La scuola è aperta a tutti». Da tutti i costituzionalisti l’espressione è intesa in senso lato di «educazione» anche perché la parola «università» è citata in un solo articolo (il 33) dell’intera Costituzione.
Il numero chiuso (o programmato) è sempre più usato. Negli ultimi cinque anni i corsi di laurea che prevedono una test selettivo prima dell’iscrizione sono cresciuti del 330 per cento, passando dai 242 del 2001 ai 1060 del 2006. Su un totale di 3100 Corsi di Laurea in tutte le università italiane, quelli a numero programmato sono ormai più di un terzo.
Nella nota Mussi poi invita le università a una «più razionale utilizzazione delle risorse a disposizione», riducendo i corsi attivati, con frequenza non significativa, e duplicando o triplicando i corsi con prevedibile affollamento.
L’intervento del ministro segue una lunga battaglia legale e politica portata avanti dall’Unione degli Universitari (Udu) che da anni lotta contro il numero chiuso in tutti gli atenei italiani. La nota di Mussi arriva alla vigilia del pronunciamento del Tar del Lazio che si dovrà esprimere sul ricorso collettivo di studenti di tutt’Italia fermati dal numero chiuso nelle prove d’ingresso per 180 corsi di laurea di ogni facoltà tranne le quattro definite per legge (la 264 del 1999). L’Udu ha già vinto cause locali contro il numero chiuso: i Tar dell’Emilia Romagna e del Lazio a gennaio avevano deliberato la sospensiva del numero programmato in tre corsi di laurea di Psicologia (due a Parma ed uno a Roma).
E proprio dall’Udu arriva un plauso alla nota di Mussi. «Siamo contenti che il ministro condivida la nostra battaglia - commenta Valerio Angelini, dell’esecutivo nazionale -. Fin dalla nostra nascita abbiamo lottato per ribadire il diritto costituzionale al libero accesso alla formazione. Ora vigileremo perché i rettori seguano le indicazioni del ministro in attesa della sentenza del ricorso collettivo al Tar del Lazio».
Da parte dei rettori non arriva ancora alcun commento ufficiale. Nei mesi scorsi però il presidente della Crui Guido Trombetti aveva espresso «dubbi» sull’uso eccessivo del numero chiuso, motivandolo comunque con la penuria di risorse degli atenei, costretti a ridurre il numero di studenti per poter offrire agli iscritti servizi decenti.