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Unità-Università, la "Y" della Moratti che conosce solo lei

Percorsi di studio, il ministro lavora alla riforma per il prossimo anno accademico. Sconcerto del Crui e delle matricole Università, la "Y" della Moratti che conosce solo lei Wanda Marra ...

21/06/2004
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l'Unità

Percorsi di studio, il ministro lavora alla riforma per il prossimo anno accademico. Sconcerto del Crui e delle matricole

Università, la "Y" della Moratti che conosce solo lei

Wanda Marra

ROMA Quale percorso di studio troveranno le matricole che l'anno prossimo entreranno nell'università? Mentre cominciano già a circolare opuscoli informativi che illustrano le caratteristiche di Lettere ed Economia, di Psicologia e Giurisprudenza, il ministro Moratti sta lavorando a una trasformazione sostanziale dell'ordinamento didattico. Per la quale parla di una sperimentazione - di cui nessuno sa niente - a partire già dal prossimo anno accademico. Ma andiamo con ordine. A 4 anni dall'introduzione del cosiddetto 3+2 (3 anni per arrivare alla laurea breve alla quale si possono aggiungere altri 2 per la laurea specialistica), la Moratti ha già pronta una rivoluzione: la "Y", ovvero un percorso che comprende 1 anno comune per tutti, dopo il quale vi sarà la netta separazione tra il percorso professionalizzante che conduce alla laurea triennale (1+2) ed il percorso definito "metodologico" per gli studenti che dopo la laurea triennale intendano conseguire anche quella che si chiamerà "laurea magistrale" (1+2+2).
Una riforma che molti definiscono "classista", perché porterebbe a percorsi di serie A e percorsi di serie B, dividendo nettamente corsi immediatamente professionalizzanti e corsi invece più qualificati. Costringendo gli studenti a decidere dopo un solo anno, "senza possibilità di cambiare idea - come spiega il segretario dello Snur, Paolo Saracco - anche perché i crediti del corso triennale più professionale non bastano ad accedere ai 2 anni di specializzazione". Al decreto Moratti è stato dato parere favorevole dal Senato e - lo scorso 16 giugno - anche dalla Camera. Ma a tutt'oggi non esiste un testo definitivo, né ci sono i decreti che stabiliscono le materie che si devono studiare nei corsi di laurea. Insomma, per renderlo operativo servirebbero almeno 6-7 mesi. Ma c'è la sorpresa: il ministro nel comunicato stampa emesso subito dopo il parere della Camera prevede: "la possibilità di una fase di sperimentazione che consenta agli atenei che lo vorranno di applicare l'ordinamento didattico a "Y" fin dall'anno accademico 2004-2005". Una sperimentazione di cui non si fa alcun cenno nel decreto. "Il ministro utilizza il carrozzone mediatico per andare sempre un po' avanti", spiega il deputato Ds, Luciano Modica. "Viviamo nella più totale incertezza - denuncia Guido Fabiani, Rettore dell'Università Roma Tre, membro del Comitato di Presidenza della Conferenza dei Rettori (Crui) -. Non riusciamo a capire chi deve sperimentare e chi no, in base a quali norme. Senza contare che non ci sono norme che gestiscono il passaggio dall'ordinamento attuale alla Y".
Ad aumentare la confusione, lettere firmate Letizia Moratti con l'annuncio della riforma stanno arrivando direttamente ai docenti. E un dato dà conto del caos vigente: la riforma Berlinguer è stata introdotta solo 4 anni fa e negli atenei ancora convivono vecchio e nuovo ordinamento: se venisse introdotta la Y si assisterebbe alla compresenza di ben 3 ordinamenti diversi. Con prevedibili conseguenze sulla salute mentale dei docenti e incertezze da parte di studenti e famiglie. Ma le incongruenze non finiscono qui: Piero Tosi, al momento della sua rielezione a Presidente della Crui qualche giorno fa ha sottolineato come secondo i Rettori la Y deve essere facoltativa, lasciando agli atenei la scelta se applicarla o meno. La Crui - tra le altre cose - ha espresso parere contrario sull'abolizione dei master, previso dal decreto (e tra l'altro sulla stessa posizione sono stati Camera e Senato): un sistema che funziona e la cui eliminazione lascerebbe spazio ai privati.


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