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Unità-Università in piazza. Rettori sotto inchiesta per ipotetici rinvii di lauree

02.03.2005 Università in piazza. Rettori sotto inchiesta per ipotetici rinvii di lauree di red Aule chiuse, niente esami, laboratori fermi. Mercoledì l'università si è fermata: sciopero ...

03/03/2005
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l'Unità

02.03.2005
Università in piazza. Rettori sotto inchiesta per ipotetici rinvii di lauree
di red

Aule chiuse, niente esami, laboratori fermi. Mercoledì l'università si è fermata: sciopero generale degli atenei contro la Moratti. Persino lauree rinviate, pare, per lo sciopero dell'università decretato da tutti i sindacati del comparto. Uno sciopero sicuramente molto riuscito anche se questa questione delle lauree rinviate vi aggiunge una coda censoria.

È stata infatti la Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali a richiedere in serata urgente informazione ai rettori di alcune università, in relazione, spiega una nota, "a notizie di stampa secondo le quali alcuni esami di laurea sarebbero stati rinviati a causa dello sciopero odierno del personale docente dell'università". "La legge vigente infatti -si legge sempre nella nota- include nei servizi pubblici essenziali l'istruzione universitaria, con particolare riferimento agli esami conclusivi dei cicli d'istruzione". Dunque i rettori come i tramvieri dediti a scioperi "selvaggi"?

"Le adesioni allo sciopero dell'università si collocano oltre il 60%, con molte situazioni che vanno oltre l'80%", afferma Enrico Panini, segretario generale della Federazione lavoratori della conoscenza della Cgil, a proposito dello sciopero per chiedere il ritiro del disegno di legge proposto dal ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, che riforma lo status giuridico dei docenti. L'astensione ha coinvolto anche i professori associati, i ricercatori, lettori e collaboratori esperti linguistici. Tra le numerose iniziative organizzate negli atenei di tutta Italia, si segnalano occupazioni a Bari, cortei con 2.000 persone a Torino e con oltre 1.000 a Pisa, assemblee aperte con 400 partecipanti a Bologna, presidi a Firenze, volantinaggi a Genova, catene umane a Milano e Padova, dove è stata circondata l'università.

Alla Statale di Milano docenti e ricercatori hanno circondato tutto l'edificio con mascherine sul volto e i camici di laboratorio, cartelli. Slogan duri, fischi, grida "ladri ladri" ci sono stati poi sotto il ministero dell'Economia di via XX settembre a Roma dove si è svolta la manifestazione indetta dalla Rete di ricercatori precari e dai Collettivi studenteschi contro il Ddl Moratti partita dall'università La Sapienza.

"Il governo -sottolinea Panini- è entrato nella più assoluta confusione, diviso fra l'incapacità di aprire alcun confronto con un movimento di lotta che dura ormai da sei mesi e che aumenta in consensi e in capacità di iniziativa, e il tentativo di portare in porto manovre di inequivoco stampo pre-elettorale".

I rettori si associano alla protesta dei docenti e dei ricercatori. Chiedono anche loro al governo di sospendere l'esame del disegno di legge sullo status giuridico dei docenti presentato dal ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Letizia Moratti, e di riprendere invece il confronto con dopo le elezioni regionali. E ancora, chiedono di introdurre la cosiddetta "docenza di terza fascia", come avviene negli altri Paesi europei, per combattere il precariato. I rettori chiedono inoltre "un piano di investimenti finanziari adeguati" per lo sviluppo degli atenei, calcolati attorno ai 600 milioni di euro l'anno per 10 anni. Questa la "piattaforma" che arriva dalla Conferenza dei rettori delle università italiane che si sono riuniti mercoledì mattina a Roma. Un incontro simbolicamente convocato proprio nel giorno dello sciopero dei docenti contro il provvedimento attualmente in discussione alla commissione Istruzione della Camera.

"Siamo qui ad esprimere la sintonia più completa -ha affermato il presidente della Crui, Piero Tosi- con la protesta del mondo universitario. Le occupazioni non avvengono contro i rettori, ma per esprimere un profondo disagio avvertito da tutta l'università. Siamo molto preoccupati -ha sottolineato- per quello che sta accadendo. Siamo nel periodo elettorale e la prima cosa fondamentale da capire è che dovremmo poter ragionare su queste cose con una qualche tranquillità, cioè quando certe iniziative demagogiche non hanno più ragion d'essere".


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