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Unità-Università, governo ko al primo esame

Università, governo ko al primo esame L'opposizione blocca il ddl sui docenti. Ricercatori in sciopero della fame Il disegno di legge Moratti sul riordino dello stato giuridico dei doce...

15/06/2005
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l'Unità

Università, governo ko al primo esame

L'opposizione blocca il ddl sui docenti. Ricercatori in sciopero della fame

Il disegno di legge Moratti sul riordino dello stato giuridico dei docenti universitari approda al Parlamento e immediatamente ne esce a pezzi. Il governo è stato infatti battuto per la seconda volta in un giorno, dopo la sconfitta al Senato nella discussione sull'abrogazione dell'Ici sulle turbine delle centrali elettriche. Alla Camera, invece, è bastato un solo voto di scarto per approvare l'emendamento del centrosinistra che cancella l'intero articolo 1 del ddl Moratti, quello che ne contiene i principi fondamentali. Così, mentre il centrodestra puntava il dito sui suoi 180 assenti, l'intero centrosinistra si è scagliato contro un provvedimento più volte osteggiato. "Abbiamo cancellato l'articolo di una legge che l'intera Cdl giudicava di fondamentale importanza", ha detto Piero Ruzzante della presidenza Ds; mentre Franca Bimbi, Margherita, ha commentato la "mancanza di un testo condiviso dai partiti del centrodestra". Della stessa opinione Enrico Panini, segretario della Flc Cgil, che ha parlato di "preoccupante linea governativa che sta provocando lo sfascio dell'università e della ricerca pubblica: il governo imperterrito tenta di andare avanti nonostante le vistose spaccature all'interno della maggioranza".
La sconfitta del governo incontra il favore del Coordinamento nazionale dei ricercatori universitari, che ieri mattina aveva manifestato davanti a Montecitorio minacciando lo sciopero della fame, il blocco degli esami dal 20 al 27 giugno e l'astensione dalle sedute di laurea previste per giugno. "Si vuole chiudere ogni possibilità di fare ricerca nelle nostre università, istituzioni preposte proprio alla ricerca e alla formazione" aveva commentato Marco Merafina, responsabile del coordinamento dei ricercatori. Apertamente schierata contro il ddl anche Confindustria, per voce di Gianfelice Rocca, vicepresidente per l'educazione: "l'attuale testo priva ancora una volta i giovani più promettenti di speranze professionali".
Critiche e sconfitta non fermano tuttavia il governo, che ha fatto sapere di avere unicamente rimandando ad oggi la discussione del testo di legge. Di nuovo battaglia, quindi: l'eventuale approvazione di fatto equiparerebbe ricercatori e titolari di contratti di insegnamento sotto l'unica etichetta di professori aggregati, senza fare distinzione su un effettivo svolgimento del ruolo. L'accesso alla professione verrebbe poi affidato a "procedure selettive disciplinate da ciascuna università con propri regolamenti". Nella sostanza, cioè, nessuna regolamentazione di merito e di tutela della trasparenza. Tutto ciò senza aggiungere neanche un euro al bilancio universitario, anzi, riducendo l'investimento italiano nella ricerca sotto l'1,07% del Pil certificato dalla Commissione europea, contro una media nell'Unione dell'1,9%.

di Fabio Amato / Roma


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