Unità: Università, facciamoci del male

Gli articoli sui problemi dell’Università sono ormai un genere letterario a sé, in bilico tra fantasy e horror. Non passa giorno senza che i più stimati docenti, sulle più autorevoli testate, ci informino che l’Università va riformata - di nuovo? - possibilmente buttando a mare tutto ciò che s’è fatto sin qui. Su questo, sembra che tutti concordino; sul resto, invece, le opinioni divergono. I docenti di diritto sospettano quelli di medicina di volersi spartire tutta la torta, candeline comprese; i fisici pensano che i letterati rubino lo stipendio: e così avanti.

La notizia è che questo nuovo genere letterario ha finalmente trovato il suo capolavoro: l’editoriale pubblicato il 14 novembre sul Corriere della sera dal professor Francesco Giavazzi e intitolato, inevitabilmente, “Errori e miti sull’università”. Questo scritto si erge ad autentico modello dell’intero genere soprattutto per l’inizio, che occorre citare anche perché dà un’idea del resto. «Le università - esordisce Giavazzi - nella maggior parte dei paesi europei, non solo in Italia, funzionano in base a quattro principi, tutti sbagliati». Ossia: nel resto d’Europa fanno tutti così, ma si sbagliano. Grande.

Difficilmente chi ardirà cimentarsi ancora in questo genere letterario riuscirà mai a toccare questi vertici. Ma a chi volesse provarci si possono suggerire altri inizi, in puro stile Giavazzi: «Tutti dicono che bisogna investire nella ricerca, ma è una fesseria»; «Duecentocinquantamila studenti sono scesi in piazza per il diritto allo studio, ma non hanno capito niente»; «I lavoratori dell’Università aspirano alla stabilità del posto, ma hanno torto marcio»; e anche - perché no? - «Continuiamo così, facciamoci del male».