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Unità-Università, da tutta Italia verso lo sciopero generale

Panini, Cgil: "Se la Moratti non accetterà le nostre proposte di modifica della riforma a dicembre le università italiane si bloccheranno completamente" Università, da tutta Italia verso lo sc...

12/11/2004
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l'Unità

Panini, Cgil: "Se la Moratti non accetterà le nostre proposte di modifica della riforma a dicembre le università italiane si bloccheranno completamente"

Università, da tutta Italia verso lo sciopero generale

Mobilitazione da nord a sud: lezioni in strada, cortei, ricercatori-lavavetri. A Roma il "rave" degli atenei

Wanda Marra

ROMA "Questa mattina, mi son svegliato...". Al suono di Bella ciao esplode il ballo degli studenti. Sono le 17 e il capannone montato a Piazza san Francesco d'Assisi, a Roma, in piena Trastevere a due passi dal Ministero dell'Istruzione e dell'Università si trasforma in una discoteca. Ma è solo un momento della manifestazione di 24 ore non stop per protestare contro il ddl Moratti, organizzata dalle 13 di ieri a quelle di oggi dalle organizzazioni sindacali e dalle Associazioni della docenza universitaria, dei precari e degli studenti. Questa volta, per farsi finalmente sentire dal Ministro, l'università ha deciso di fare le cose in grande: e a Roma ha organizzato niente di meno che una sorta di rave, fatto di dibattiti, assemblee, concerti e spettacoli.
Sacchi a pelo. Un rave che non si è fermato neanche di notte: sacchi a pelo e cioccolata, moltissimi dei partecipanti arrivati da tutta Italia (dal nord al sud, e quindi da Cosenza a Palermo, da Cassino a Bari, da Foggia, Caserta e Siena, da L'Aquila, Teramo, Genova, Firenze, Pisa, Bologna, Torino, Napoli e Venezia) hanno dormito sotto il tendone.
La protesta però, ieri, è stata massiccia in tutta Italia, dove sono state organizzate tantissime manifestazioni "creative". E durante tutta la settimana a mobilitarsi sono state circa una cinquantina di atenei. A Torino, a Napoli, a Padova, a Siena (oltre che a Roma) ieri le lezioni si sono spostate nelle piazze principali. I ricercatori e i professori torinesi si sono improvvisati lavavetri ai principali incroci della città per raccogliere provocatoriamente soldi per la ricerca. Nell'università statale di Milano si sono svolti i funerali dell'università italiana. A Trieste un corteo ha sfilato per le strade della città, a Pescara docenti, ricercatori e studenti equipaggiati di salvagenti, materassini hanno sfilato per la città, a Venezia le porte di varie facoltà si sono aperte alla città.
"Il ministro ha un merito indiscutibile - ironizza il Segretario della Flc-Cgil, Enrico Panini - è riuscito a creare un movimento che non si registrava da oltre 30 anni e unisce studenti, professori, ricercatori. E se non deciderà finalmente di avviare un confronto serio sul ddl aprendo alle nostre proposte di modifica indiremo uno sciopero generale unitario del comparto il prossimo dicembre". Data probabile, il 15 dicembre. Quel giorno una manifestazione nella capitale dovrebbe salutare l'avvio di discussione alla Camera del ddl. "Ed è chiaro che qualora il ministro dovesse andare avanti, potremmo prendere in esame forme di lotta più radicali", dice Marco Merafina, coordinatore nazionale dei Ricercatori. Così si potrebbe arrivare anche al blocco della didattica.
Eterni precari. Dunque, dopo quasi un anno di rivolta contro una "controriforma" che segnerà il declino dell'università, la protesta si fa sempre più dura. Ieri ancora una volta ne sono stati ribaditi i punti più negativi: primo tra tutti, l'abolizione della figura del ricercatore e la precarizzazione a vita dei giovani che si affacciano alla carriera universitaria. "Il ministro porta avanti il falso principio secondo cui chi è precario produce di più. Ma è il contrario", dichiara Augusto Palombini, il segretario dell'Adi (l'associazione dei dottorandi). E poi, la mancanza di distinzione tra "tempo pieno" e "tempo definito" (cioè, l'equiparazione degli stipendi dei professori che lavorano nell'università a tempo pieno e quelli che si dividono tra varie attività), la volontà di ridurre l'università a un grande liceo, uccidendo la ricerca.
Accanto al ddl, ci sono altre problematiche gravi che attanagliano l'università, come la mancanza cronica di finanziamenti, il blocco in Finanziaria anche per quest'anno delle assunzioni: "Le deroghe basteranno solo per 1000 ricercatori", annuncia Flaminia Saccà, responsabile dell'Università dei Ds. Quando in totale ci sono più di 1500 ricercatori vincitori di concorso e oltre 4000 idonei professori associati e ordinari che attendono la legittima assunzione. Sotto accusa, infine, la nuova riforma dell'ordinamento, la cosiddetta Y (un percorso che comprende 1 anno comune per tutti, dopo il quale c'è la netta separazione tra il percorso professionalizzante che conduce alla laurea triennale, 1+2, ed il percorso definito "metodologico" per gli studenti che vogliono prendere la "laurea magistrale", 1+2+2), che ha appena avuto il via definitivo dalla Corte dei Conti.
Contro la Y. "Siamo qui perché la Y proprio non va bene: dopo un anno già si fa la distinzione tra un percorso professionale, e invece uno di maggior formazione", denuncia Alice D'Ercole dell'Udu (Unione degli universitari), indosso la maglietta "Moratti, non capisci y". Poi, bandiere rosse e striscioni, verso le 18, si avviano a manifestare sotto al ministero.


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