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Unità-Università arrabbiata

Università arrabbiata / 1 Lettera aperta a Daniela Santanché Gentile Signora, chi Le scrive, è il papà di Fiorenza , una giovane che partecipava alla manifestazione contro la legge Moratti....

28/10/2005
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l'Unità

Università arrabbiata / 1
Lettera aperta
a Daniela Santanché
Gentile Signora, chi Le scrive, è il papà di Fiorenza , una giovane che partecipava alla manifestazione contro la legge Moratti. Fiorenza è figlia di genitori che nella loro vita hanno sempre seguito i valori dell'onestà, rispettando tutto e tutti. Il sottoscritto ha passato, e sta passando tuttora, i suoi anni, lontano da casa, sul mare, per lavorare così come ha fatto il mio papà e mio nonno. Se Fiorenza ha manifestato, è perchè ci crede realmente, non solo in quello per cui protesta, ma in tutti i valori che le abbiamo insegnato. Lei ha scelto di essere un rappresentante del popolo Italiano, una persona come Lei non deve provocare e non deve suscitare provocazioni. Il suo gesto (il dito medio) non solo è poco educato, ma anche poco educativo, cosa penserà il popolo italiano che Lei rappresenta? Io vorrei dirle tante cose, ma Lei stessa e i suoi potenti "compari" mi portereste in tribunale immediatamente, ma non posso permettermelo, perchè ho ancora molto da lavorare. Ma la mia rabbia è forte.
Michele De Gregorio
Università arrabbiata / 2
Cara Santanché, proprio
una bella lezione di civiltà...
Cara Unità, con l'inequivoco gesto immortalato nella foto apparsa su tutti i quotidiani italiani (e, temo anche su molti stranieri) l'onorevole (?) Daniela Santanché ci ha espresso, con plastica evidenza, che cosa costei e la sua parte politica pensano della cultura, dell'Università, degli studenti e dei loro docenti. La ringrazio per la lezione di civiltà che ha offerto, per la sintesi e per la classe, degna di una signora come Lei nonché del partito nel quale milita che "se ne frega" di chi lotta per la dignità, i diritti, la libertà di pensiero, di tutti (compresa l'on. Santanché) e, soprattutto, per il futuro del nostro Paese. Firmato: una ricercatrice universitaria, titolare di tre corsi di insegnamento che difende il "privilegio" di percepire un risibile stipendio pari a meno di un ventesimo dell'emolumento della onorevole che parla con le mani (ignoro se dipende dal fatto che ragioni con i piedi).
Rita Cerutti
Università arrabbiata / 3
la manifestazione
e le distorsioni dei media
Cara Unità, siamo due studenti dell'università La Sapienza e frequentiamo il terzo anno della facoltà di Fisica. Impieghiamo tutto il nostro tempo sui libri per costruirci un futuro che la riforma Moratti mette ancora di più nelle mani del fato, anzi del caso e dell'incertezza più totale almeno fino a 42 anni. Se poi veniamo colpiti da un raffreddore o un mal di pancia, questo farebbe slittare il tutto di qualche mese o anno visti i ritmi infernali in cui ci aveva inserito il ministro precedente. Sono ormai due settimane che tra lezioni bloccate, facoltà occupate, manifestazioni e assemblee sul ddl abbiamo cercato di preparare al meglio la manifestazione del 25 ottobre senza passamontagna e spranghe ma armati solo delle nostre idee e della consapevolezza che tra i comma del decreto fosse celata l'ennesima forma di precarietà per il nostro futuro. Al contrario delle prime pagine dei quotidiani del 26 ottobre le foto da noi scattate mercoledì ritraggono decine di migliaia di studenti di tutta Italia, di varie idee politiche, sorridenti e festosi nella comune volontà di vivere un'esperienza (rara) di democrazia partecipata. Siamo sicuri che i 100mila sorrisi della mattina avrebbero sortito lo stesso effetto che invece hanno raggiunto gli scontri del pomeriggio? Noi pensiamo di no. I tre quarti dello spazio dedicato alla manifestazione riportavano di violenza, battibecchi tra politici relegando alla fine i contenuti seri della riforma. Ci dispiace vedere che una manifestazione di un mondo razionale fortemente in crisi sia passata per un movimento no global (cfr. Libero del 26/10) o di teppisti. L'oscurantismo dei media non fa altro che fomentare le frange estreme del nostro movimento poiché ci sembra che è solo grazie agli scontri con la polizia che si ottiene la prima pagina. Con ciò non vogliamo giustificare tutti coloro che con provocazioni e offese hanno cercato lo scontro e che restano la minoranza dei presenti". Un ultimo appunto lo vogliamo fare alla dott.sa Moratti. Per anni abbiamo chiesto un incontro con un ministro che non ha fatto altro che ignorare le nostre necessità. Ieri ci sembrava che il tempo per discutere fosse ormai finito.

Barbara Decina e Andrea Chiuri Roma


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