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Unità: Una società per azioni per gestire la scuola. Pd: «Ora basta cricche»

Protezione civile e cartolarizzazioni, Ecodem: «Speculazioni a danno del patrimonio pubblico». Il furbetto di via XX settembre. Fassina: «Scarica così la spesa sugli enti locali»

12/10/2010
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l'Unità

di Jolanda Bufalini

In tempi di ansia da privatizzazione si potrebbe iniziare dal brand: Belpaese Spa, oppure: Repubblica italiana Spa. All’inizio fu la cartolarizzazione dei patrimoni di enti pubblici, beni demaniali e Asl, che produssero scarse liquidità, molti scandali e discutibili valorizzazioni, ovvero aumenti di cubature con scarse contropartite per gli interessi pubblici, nelle città italiane. Poi il tentativo, per ora non portato a buon fine, della “Protezione civile spa”: per anni modello complesso e riuscito di democrazia e cultura, pratiche condivise fra amministratori, volontari e scienziati, ridotta ad un brand da esportazione nella disponibilità del premier, con poteri straordinari su emergenze vere e su operazioni immobiliari che hanno stimolato gli appetiti delle cricche. Ora è il momento di lanciare la scuola pubblica Spa, progetto allo studio del governo di cui ha dato notizia il Sole 24 ore di domenica. La Spa, secondo le anticipazioni del giornale di Confindustria, acquisirebbe la proprietà degli istituti scolastici, il rendimento per la società per azioni sarebbe garantito dal canone d’affitto pagato da comuni e province, in cambio la Spa si occuperebbe di manutenzione e messa in sicurezza. La Spa gestirebbe anche altri servizi aggiuntivi come il sostegno agli studenti e la formazione del personale docente. Piovono le proteste e le richieste di smentite, in primo luogo da parte di quelli che sono, fino a prova contraria, i legittimi proprietari. Nara Rebecchi, ex sindaco di Medicina in Emilia Romagna e, ora, consigliere provinciale: «Abbiamo fatto tanti sacrifici per dotare il paese di tante scuole, sarebbe davvero una beffa se ora dovessimo pagare l’affitto». O Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino e vicepresidente dell’Unione delle province: ««Una ipotesi inaccettabile per gli Enti locali e per le Province in particolare, che gestiscono 5179 edifici composti da 120.000 classi che accolgono circa 2.700.000 alunni». Speculazione E sfugge in cosa consista il federalismo all’italiana, se il governo con una mano devolve e con l’altra accentra. Il capogruppo Pd alla Camera Dario Franceschini definisce l’idea talmente «assurda e inqualificabile da dubitare che sia vera». Franceschini cita il tentativo di creare la Protezione civile Spa «per sottrarla da tutte le regole e garanzie» e Borghesi dell’Idv si chiede se il governo voglia «dare spazio a nuove cricche». È una scelta, dice Franceschini, «grave e opposta alla concezione federalista mentre per risolvere il problema dello stato fatiscente di molti edifici scolastici bisogna escludere dal patto di stabilità i comuni e le province delle spese per gli investimenti sull’edilizia scolastica». Ipotesi pericolosa, la definiscono gli ecodem Roberto Della Seta e Francesco Ferrante: «Dopo l’acqua il governo intende privatizzare anche la scuola. Se lo scopo dei privati sono gli utili, le spese di gestione delle scuole aumenteranno». «Ipotesi come la Scuola spa sono speculazioni che scatenano comprensibilmente grandi appetiti sui 42mila plessi scolastici italiani», aggiungono i due senatori. E Stefano Fassina, responsabile economico del Pd: «Trucco contabile del furbetto di via XX settembre per scaricare una parte della spesa pubblica sugli enti locali, ai quali nel frattempo si tagliano le risorse, senza che il federalismo trasferisca una parte adeguata dell’autonomia fiscale centrale».


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