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Unità-Una ragione senza falso La verità è nei fatti

Una ragione senza falso La verità è nei fatti Furio Colombo Il giorno 27 maggio l'Unità ha pubblicato in prima pagina un articolo dal titolo "Una lunga ora di religione". Era dedicato a...

29/05/2004
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l'Unità

Una ragione senza falso La verità è nei fatti

Furio Colombo

Il giorno 27 maggio l'Unità ha pubblicato in prima pagina un articolo dal titolo "Una lunga ora di religione". Era dedicato alla firma di un documento stipulato tra il ministro Moratti e il Card. Ruini dal titolo "Obiettivi specifici di apprendimento per l'insegnamento della religione cattolica nella scuola secondaria di primo grado". Quella firma aveva attratto la nostra attenzione perché è apparsa subito rilevante e avvenuta in un vuoto di notizie, e non è stata accompagnata da alcuna spiegazione. Ma è stato subito detto che avrebbe avuto forza di legge in quanto si trattava di una integrazione al Concordato. Perciò abbiamo letto con molta attenzione il solo dispaccio di agenzia giornalistica che si è occupato dell'evento. È l'Agi in data 26 maggio, ore 14.26. Oltre ad annunciare l'assunzione in ruolo di oltre quindicimila docenti di religione, un vero esercito, una vastità di nuovi contratti in ruolo mai prima accaduta in tempi così brevi nella scuola italiana, l'agenzia riporta dichiarazioni della Moratti. Il ministro "ringrazia le CEI per il rilevante contributo". La CEI e il ministero - ci dice il ministro - stanno elaborando insieme una risposta pedagogica alle diverse problematiche emergenti, ispirata alla "antropologia cristiana".
La stessa agenzia giornalistica citava questa dichiarazione del Card. Ruini: "La riforma scolastica in corso di attuazione si qualifica per una didattica rinnovata e mira alla convergenza tra diverse discipline. In questo contesto la CEI ha dato il proprio apporto per un insegnamento della religione armonicamente integrato nel sistema scolastico, e idoneo a interagire con le altre discipline". L'Unità ha dato dunque questa notizia sorprendente: d'ora in poi tutte le discipline interagiscono intorno all'insegnamento della religione. E tutto ciò avviene con un espediente (integrazione del Concordato) che ha forza immediata di legge senza essere mai stato discusso in Parlamento.

***
Ma poiché la sequenza, per quanto importante, poteva apparire non chiara, ci siamo chiesti - come deve fare qualunque commentatore corretto - quale era il contesto culturale nel quale la firma del documento Moratti-Ruini colloca adesso l'insegnamento della religione nella scuola italiana. L'agenzia Agi infatti riporta per la prima volta, parlando della scuola pubblica italiana, l'esistenza di un criterio educativo detto "antropologia cristiana", che sembra descrivere un netto spostamento di tutto l'impianto pedagogico e didattico della scuola italiana dall'ambito laico prescritto dalla Costituzione ad un terreno confessionale. Abbiamo usato e citato, come spiegazione indicata letteralmente con le virgolette, punto per punto, un testo della CEI che precede di pochi giorni (21 maggio) la firma della carta Moratti-Ruini e la illumina. Infatti si intitola "Orientamenti connessi con la riforma della scuola pubblica e implicitamente derivanti dalla approvazione degli obiettivi specifici di apprendimento per l'insegnamento della religione cattolica". Ne è autore S.E. Mons. Nosiglia, Vescovo di Vicenza, presidente della Commissione Episcolale per la educazione cattolica, la scuola e l'Università. Dunque una fonte sicura e autorevole.
Nonostante il fatto che la notizia sia vera, che le dichiarazioni del ministro Moratti e del Card. Ruini siano testuali, che l'espressione "antropologia cristiana" appaia sia nelle dichiarazioni citate che nel testo dell'agenzia giornalistica, e che si sia scelto di usare come contesto e spiegazione un documento alto e rilevantissimo della CEI, il quotidiano l'Avvenire ci dedica oggi un editoriale del direttore Boffo intitolato "Un falso senza ragione". Non so spiegarmi perché un giornale tanto serio, invece di darci più notizie su un fatto quasi sconosciuto al resto degli italiani (salvo l'agenzia giornalistica in questione, salvo brevi celebrazioni senza spiegazione dei TG, e con l'unica eccezione del nostro articolo) abbia scelto di parlare di falso. Basterà confrontare il nostro testo con quello delle fonti citate e con le contestazioni de l'Avvenire per verificare che non di falso si tratta ma di una visione diversa dello stesso evento. Basterà confrontarlo con la lettera della signora Moratti, che compare in questa pagina, e che non smentisce nulla. Consigliamo vivamente all'illustre collega di non definire falso ciò che non condivide, e ci permettiamo di ricordargli che falso è ciò che non è vero. Siamo spiacenti di confermare che ogni singola riga di ciò che abbiamo scritto sulla scuola italiana è vera, e non può essere smentita.


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