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Unità: Una boccata di ossigeno per la ricerca

di Carlo Bernardini

02/10/2006
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l'Unità

Non è un caso che la medaglia Fields, detta il «Nobel per i matematici», sia destinata a brillanti studiosi con meno di quarant’anni. Nelle scienze dure i primi quarant’anni sono indubbiamente i più fertili. Ma l’intelligenza, in ogni settore, non campa solo di medaglie: ha, più banalmente, bisogno di posti ragionevolmente remunerati per giovani studiosi che non è difficile identificare se l’ambiente in cui si muovono è vivo e ben sviluppato. E quello italiano ancora lo è, malgrado tutto. Una gerontocrazia capitalista provinciale e primitiva come quella che ha infettato per cinque anni l’Italia è stata pronta a elargire enormi prebende con criteri insindacabilmente privatistici a manager disponibili al potere; ma non sembra nemmeno avere capito che le risorse intellettuali, specie dei giovani, sono un inestimabile bene pubblico, da favorire con un minimo di stabilità occupazionale. Fermo restando che la remunerazione più ambita di questi giovani resta il prestigio internazionale che si ottiene con la qualità della ricerca, bisogna che l’opinione pubblica si convinca che è lì che un paese sviluppato alimenta il suo più prezioso patrimonio di «beni immateriali», come li chiamava Antonio Ruberti.

Sarà bene perciò sottolineare ed apprezzare in pieno ciò che finalmente ha fatto il ministro Fabio Mussi nei due provvedimenti approvati dal CdM del 22 settembre scorso: possiamo chiamarla forse una svolta risolutiva che dà inizio al recupero dei valori fondanti di una democrazia moderna. Dice sobriamente un Comunicato stampa: «...è stato approvato lo sblocco delle assunzioni negli Enti di Ricerca, i quali con la nuova norma potranno assumere autonomamente nei limiti dell’80% del budget, svincolandosi dalle procedure pubbliche». Una vera bolla di ossigeno, di cui il nostro futuro aveva assoluto bisogno per sopravvivere all’apnea patita sotto l’ideologia aziendalista del duo Moratti-Tremonti. Nel contempo, apprendiamo che saranno riordinati, sburocratizzati e sottratti ai poteri estranei gli Enti di Ricerca; che con l’ingresso nel Cipe la ricerca riacquisterà un ruolo centrale nella Programmazione Economica; che si correggeranno alcune storture come la fagocitazione dell’Infm da parte del Cnr aziendalizzato. Inoltre, i fondi per la ricerca saranno razionalizzati in un unico fondo, FIRST; e si provvederà ad affidare a personalità scientifiche riconosciute dalla comunità la condotta dei programmi concordati ed approvati. Se poi i concreti provvedimenti finanziari supereranno i possibili intoppi nell’approvazione della legge finanziaria, potremo veramente dire di avere recuperato un modo di concepire un ruolo delle conoscenze degno di una solida civiltà avanzata.

Se posso esprimere una opinione personale, questi provvedimenti qualificano il modo di concepire la politica più genuinamente internazionalista e di sinistra che si potesse desiderare; ed esprimono, al di là delle valutazioni a cui fanno riferimento gli opinionisti più accreditati, il vero senso di un modo di gestire la cosa pubblica che supera ogni interesse di parte. Sarà bene perciò sottolineare che esistono ancora valori primari e che trascurarli o negarli in favore di altre più volgari scelte è stato un vero dramma sociale da «lustro buio».


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