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Unità: Un altro 1° Maggio A Locri la festa del lavoro

Cgil-Cisl-Uil: subito il nuovo governo

01/05/2006
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l'Unità

«Il paradosso calabrese è che facciamo la festa del lavoro dove il lavoro non c'è». Agazio Loiero, presidente della regione Calabria, commenta così la scelta dei sindacati di celebrare a Locri il 1° Maggio 2006. Una scelta che parte da fatti come l´omicidio di Francesco Fortugno, ma che vuole essere anche in continuità con la grande mobilitazione dei giovani proprio a e da Locri.
Sono arrivati in almeno trentamila in questa cittadina difficile anche da raggiungere. Ore di treno o di pullman per arrivare fin qui, eppure i lavoratori sono venuti comunque, come già lo scorso anno a Scampia, il devastato quartiere di Napoli, teatro di sanguinose lotte di camorra.
Prima della manifestazione Guglielmo Epifani, Luigi Angeletti e Raffaele Bonanni, al suo impegno pubblico da quando è stato letto segretario generale della Cisl al posto di Savino Pezzotta, hanno incontrato i 42 sindaci della Locride. «Locri - spiega Epifani a margine dell' incontro - è il simbolo e la capitale del cambiamento. La prima cosa che chiederemo al nuovo governo è intanto di fare qualcosa». «Abbiamo bisogno - commenta da parte sua Luigi Angeletti - di un buon governo della politica economica e sociale di questo Paese, a partire dal Mezzogiorno, sapendo che se non si riprende la strada dello sviluppo non si potrà andare molto meglio».
Poi al piazza e la gente. Tanti i giovani, naturalmente, che continuano l´ideale presidio del territorio iniziato ad ottobre, dopo l´omicidio di Fortugno, al grido di «ammazzateci tutti».
Guglielmo Epifani, intervenendo a Locri alla festa del Primo maggio, fa subito una richiesta al nuovo governo: «Chiediamo al nuovo governo un tavolo di lavoro per la Calabria e la Locride. Non un ennesimo tavolo di confronto e concertazione dove si discute per mesi e non si arriva a nulla, ma un tavolo di lavoro dove i problemi si risolvono».
«Abbiamo bisogno che il nuovo governo veda presto la luce e si metta al lavoro. Il paese non può più aspettare. La diminuzione dell' occupazione nel Mezzogiorno ne è l' ultima più evidente prova» ha detto il segretario generale della Cgil dal palco di Locri. «Noi non abbiamo mai abbassato la guardia in Calabria e in Sicilia, in Puglia e in Campania e dovunque ce ne sia bisogno». Riferendosi più in generale alla situazione italiana, il segretario ha ricordato il tema della riforma della Costituzione: «Su questo abbiamo unitariamente espresso un giudizio negativo per la revisione operata nella passata legislatura. Ne emerge un' Italia divisa». Epifani aggiunge che «se il referendum boccerà questa proposta, ci sarà bisogno di rimettersi al lavoro». Ma in questo lavoro «la prima parte della Costituzione mantiene la sua modernità ed è cara al sindacato».
«Siamo molto più forti di voi. La delinquenza scomparirà. Ci assumiamo un impegno: non dimenticheremo»: questo il messaggio del segretario della Uil, Luigi Angeletti, dal palco di Locri. Anche Angeletti ha spiegato che chiederà al nuovo governo «una politica che sostenga chi lavora. È ora che la politica si ricordi di questa verità, che il nostro paese è fondato sul lavoro. Chiederemo inoltre che il nuovo governo cominci a fare una nuova politica fiscale e di ristabilire un minimo di giustizia sociale. Noi abbiamo bisogno di lavoro, ma ci devono essere le condizioni. Bisogna concentrarsi sullo sviluppo e il risanamento sarà una conseguenza».
Raffaele Bonanni, nuovo segretario della Cisl, insiste invece sulle diversità. Per Bonanni, abolire la legge Biagi «non cambia nulla». I sindacati devono partire «dalle cose che ci possono unire e non da quelle che ci dividono». «Più che della Biagi - spiega - bisogna parlare di come trovare le risorse per dare ai lavoratori flessibili e precari le tutele che non hanno. Questo ci unità senz'altro - dice riferendosi alle tre sigle sindacali - abolire la Biagi o no non cambia nulla».


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