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Unità: «Troppe scuole a rischio e fondi al minimo»:l’allarme dei presidi

Dalla Calabria a Roma: il problema della sicurezza e la nomina dei supplenti. «Almeno non c’è la Moratti»

12/09/2006
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l'Unità

di Fabio Amato

PRIMO GIORNO DI SCUOLA A DUE FACCE Quella «demorattizzata», senza tutor, senza portfolio. E quella cronica del precariato, degli edifici senza agibilità e senza fondi. Primo collegio nel circolo scolastico di San Marco Argentano, Cosenza. 465 bambi

ni da mandare avanti con una dotazione ordinaria di 4.500 euro, tagliata del 20% per ognuno degli ultimi cinque anni. La dirigente Carmen Iannuzzi riesce comunque ad essere contenta, perché «per la prima volta una circolare ministeriale» - quella con le linee guida del ministro Fioroni per il nuovo anno - «non si contraddice» al capoverso successivo. «Finalmente - dice - siamo liberi di applicare davvero l’autonomia scolastica, senza le briglie della riforma Moratti». Come, con i nove euro e rotti a disposizione per ogni bambino, ancora non sa. «Mi trovo a scegliere se comprare la carta igienica o quella per la stampante». Così che a volte i soldi li mette di tasca propria. «Dopo migliaia di litigi con le amministrazioni locali, che cosa devo fare?». Otto edifici scolastici, nessuno con le certificazioni di agibilità, Iannuzzi ha imparato l’«arte di arrangiarsi». «Cerchiamo di evitare i pericoli. Se le porte non sono antincendio, allora non le chiudiamo... ». Di più, per trovare qualche euro a San Marco hanno firmato una convenzione con il Comune, che, invece di pagare direttamente le bollette della scuola, deposita i soldi in un conto in cui il denaro produce «quei 400 o 500 euro di interesse».

Zona diversa, identici problemi. A Vinci, Firenze, la dirigente è Roberta Beneforti. Cinque edifici per 860 bambini e certificati di agibilità mai consegnati, la dotazione ordinaria del suo bilancio è 9.500 euro, 11 a bambino. «Fortuna - dice - che abbiamo un ottimo rapporto con le amministrazioni...». Altrimenti non esisterebbero le iniziative oggi finanziate all’80% dagli enti locali. Soldi che hanno permesso, dal ‘98, un ambizioso progetto per i bambini extracomunitari. Guai, comunque, ad illudersi che tutto vada bene. «Bisogna trovare una soluzione alla precarietà del personale - dice Beneforti - e assicurare la certezza dei fondi». E così anche a Roma, quartiere Centocelle, dove ieri è suonata la campanella per i 754 studenti della Scuola media San Benedetto. Dei tre edifici uno è «completamente fatiscente», dice Cristina Giuffré. Tanto che è servita la visita del sindaco Veltroni per cominciare «i primi lavori». Anche a Roma manca il personale. «Dobbiamo nominare alcuni supplenti, ma non sappiamo ancora se abbiamo i soldi per farlo». Anche se «appesi ad un filo», Giuffré non accetta l’«autocommiserazione» e anzi cerca di «motivare sempre al miglioramento». Quanto al primo giorno di scuola del dopo Moratti, «il solo fatto di avere cancellato il tutor» è riuscito «a restituire disponibilità ai docenti».


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