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Unità: Triste il paese che non ascolta i giovani

Difficile rubricare la reazione della destra di governo al pacifico e consapevole movimento degli studenti

31/10/2008
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l'Unità

Difficile rubricare la reazione della destra di governo al pacifico e consapevole movimento degli studenti. Questi ragazzi hanno condotto la loro intera esistenza bersagliati da messaggi che a tutto preluderebbero, tranne che a una partecipazione seria e responsabile. Nutriti dalle merendine Kinder e dalle pillole di saggezza di Maria De Filippi; simbolicamente orfani del padre, del principio di autorevolezza, di un’idea forte e grande; educati in una scuola che spesso ha perso voglia ed energia per convogliare messaggi non strettamente disciplinari, che spesso non dialoga e non risponde ai loro perché. Ebbene, in questo panorama desolante, i ragazzi si sono organizzati. Hanno letto, si sono documentati. Hanno capito che quello che sta accadendo rappresenta - per loro personalmente forse, per la loro generazione probabilmente, per il Paese certamente - la parola fine rispetto a un’idea di futuro. E da cittadini si fanno carico, partecipano, discutono, combattono le loro battaglie. Fanno proposte intelligenti, mai volte al disimpegno, spesso mirate a trovare soluzioni democratiche e condivise con gli insegnanti, che non penalizzino lo svolgimento della vita scolastica. Diversi programmi televisivi ci propongono la desolante ignoranza di alcuni nostri parlamentari: a banali domande di cultura generale vengono date risposte vergognose. Oggi lo sport di certa stampa è saggiare l’inconsapevolezza dei ragazzi. Che il movimento degli studenti sia una montatura guidata dai “comunisti” è la tesi principale de Il Giornale: dopo la manifestazione dei sindacati di base del 17 ottobre, ha collezionato una serie di dichiarazioni da parte degli studenti che suonavano più o meno: «Sciopero perché è venerdì e posso fare 3 giorni a casa»; domenica 26 - dopo la manifestazione del Pd - titolava: «Nei cortei rischio infiltrazioni Br. Noti estremisti dietro gli studenti». Dichiarazione di Giorgia Meloni, ministro della Gioventù: «Ho l’impressione che il movimento studentesco si stia facendo trascinare dai docenti e dalle strutture di riferimento, che sono partiti e sindacato». Il senatore a vita Cossiga ha detto cose ben più sbalorditive. Forse sarebbe il caso, invece di istillare fantasmi retrò del Sessantotto, preoccuparsi di quello che fa oggi “Blocco Studentesco”. E soprattutto interrogarsi su chi ne muove le fila. Si preferisce invece far leva sul sentimento di paura e sulla richiesta di ordine diffusi in certa parte della società in quest’epoca confusa. Delegittimando la maggior parte dei ragazzi che sono stati in grado di creare un movimento responsabile, consapevole; e soprattutto autonomo. Autonomo dai partiti, anche se sanno che “politica” è una parola bellissima.

Marina Boscaino


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