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Unità: Tremonti stoppa la riforma Gelmini. «Manca la copertura». E il voto slitta

Emendamenti congelati su borse di studio e precari, le università in ginocchio Oggi la protesta «Assedio a Montecitorio» e appuntamenti in tutta Italia. Prime occupazioni

14/10/2010
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l'Unità

Gioia Salvatori
«Gli emendamenti inseriti alla Camera alla riforma Gelmini sono tali da “pregiudicare la stabilità” dei conti di finanza pubblica». Lo hanno messo nero su bianco i tecnici del ministero dell’Economia e Finanze scatenando un putiferio all’interno della maggioranza proprio alla vigilia della discussione del ddl Gelmini prevista per oggi alla Camera e passata in cavalleria: il voto dopo la finanziaria e il milleproroghe. La nota è stata inviata alla commissione bilancio della Camera, il messaggio di Tremonti ai parlamentari è chiaro: gli emendamenti inseriti in commissione a Montecitorio per incrementare le borse di studio e stabilizzare novemila ricercatori precari in quattro anni costano troppo, non passeranno. Lo stop mandain confusione la maggioranza ed è braccio di ferro tra il titolare dell’Economia e il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, tra Tremonti e alcuni parlamentari incontrati insieme alla titolare di viale Trastevere in un vertice di maggioranza pomeridiano da cui la Gelmini esce rabbuiata. Lo stesso presidente del consiglio pare nonabbia gradito lo stop di Tremonti e ribadito che la riforma che rischia di saltare è «tra le priorità del programma». Intanto i finiani con Fabio Granata fanno sapere che «se non c’è copertura per gli emendamenti la Gelmini deve ritirare il ddl» o loro non lo voteranno, così come l’Udc. Ma il voto della riforma ci sarà dopo il passaggio in Aula della finanziaria e del milleproroghe, quando si capirà se ci sarà copertura per il principale nodo del contendere: la stabilizzazione dei 9mila ricercatori per cui servono 1miliardo e 700milioni. I rettori che si erano schierati col governo dopo le aperture, traditi, vanno su tutte le furie e la Crui «ribadisce con forza l’esigenza di assicurare al più presto i finanziamenti indispensabili consentendo che l’iter legislativo al momento interrotto possa essere effettivamente ripreso e portato a conclusione». Per il Pd, si è scoperto un “bluff”, per la Flc Cgil «un gioco delle tre carte» e Manuela Ghizzoni, deputata, plaude al rinvio: «Darà la possibilità di verificare la certezza delle risorse e consentire a tutte le forze politiche di modificare, anche in profondità i punti più critici di questa riforma troppo centralistica». La notizia arriva mentre l’università è in mobilitazione con due facoltà occupate a Trieste e alla Sapienza, un corteo ieri a Pisa a cui partecipa anche il neo-rettore. Ieri alla Sapienza si è tenuta un’assemblea studentesca a cui ha partecipato anche il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. Prove generali di rete tra studenti e operai e restano, nonostante il rinvio del passaggio alla Camera del ddl Gelmini, “l’assedio” a Montecitorio da parte degli studenti e le manifestazioni previste in tanti atenei italiani per oggi. Il sit in sotto la Camera «si trasformerà in una festa, abbiamo scoperto che il governo è precario quanto noi», hanno scritto a tarda sera gli studenti di Udu,Udse Link. La mobilitazione oggi non sarà solo a Roma. Assemblee di ateneo si terranno a Siena, Firenze, Pisa. A Bari manifestazione di studenti e ricercatori in piazza Umberto, a Torino assemblee di facoltà e cortei fino al rettorato. A Milano la compagnia teatrale degli Incauti, giovani attori professionisti della scuola del Piccolo, scenderà dal palco per sostenere la protesta dei precari dell’università, oggi alle 14.30, nella piazza dell’ateneo della Bicocca, a Padova sit-in di studenti e dottorandi davanti al Rettorato; anche a Salerno la protesta sarà sotto le finestre del rettore, mentre a Catania il sit-in sarà in piazza dell’Università. Intanto Bossi, discutendo del finanziamento della missione Afghana fa sapere che «i soldi è meglio darli alla ricerca che spenderli per le bombe». Chissà se stavolta verrà ascoltato. v


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