Unità: Tornano i voti. Un decreto cambia la scuola
Quello di condotta e quelli per materie alle elementari e alle medie. Presto il maestro unico. La Cgil: faremo muro
di Federica Fantozzi / Roma
LO SGUARDO incastonato nella montatura indaco che sorvola senza soffermarsi la platea di cronisti, il ministro Mariastella Gelmini dà i numeri. Dieci minuti di solitaria conferenza stampa, un decreto per riformare la scuola italiana, il debutto del cinque in
condotta, il maestro unico alle elementari, il ritorno dei voti al posto dei giudizi, caro-libri bloccato per almeno tre anni.
Ma l’ultimo numero della scuola italiana declinata dal PdL è il senatore forzista Lucio Malan a ribadirlo: «Con queste misure sono finiti l’ideologismo e il pedagogismo che dal ‘68 hanno creato danni gravissimi». Ossessione sessantottina, ultimo atto: basta sperimentazioni, serietà nell’istruzione dei virgulti. Obiettivo, secondo la deputata del Pd Pina Picierno: riportare le lancette indietro agli anni 50.
Al netto di Alitalia, il volto del primo consiglio dei ministri è quello appuntito e compunto della Gelmini che, in tailleur cipria dai candidi revers, annuncia le novità dell’anno scolastico «imminente». Vale a dire dal primo settembre: a mezzo decreto legge e senza dibattito parlamentare. Misure a cui la titolare dell’Istruzione lavora con Tremonti e che finiranno in Finanziaria. Torna la vecchia educazione civica ribattezzata Educazione alla Costituzione e alla Cittadinanza: comprenderà le regole a tutela dell’ambiente e - su richiesta del ministro Matteoli - l’insegnamento del codice della strada.
Rentrée del voto in condotta non solo simbolico ma che fa media. Nuova la soglia: con il “5” scatta la bocciatura. «È una risposta necessaria - ha chiarito il ministro - al moltiplicarsi degli episodi di bullismo». Si torna a valutare i ragazzi con i voti anche alle elementari e medie: accompagnati sì dai giudizi, ma solo «esplicativi».
E l’introduzione del maestro unico alle elementari (che però entrerà in vigore solo nel 2009) consentirà, come sottolineato dai concreti ministri leghisti, «un bel risparmio». Come del resto la soluzione anti caro-libri: «Un forte incentivo del governo a non cambiare libri se non necessario per 3-5 anni. Materie come italiano e matematica non cambiano».
Considerando dunque sistemati i bulletti, i futuri pirati della strada, i bravi ma agitati e le famiglie in ristrettezze economiche, Gelmini è soddisfatta: «Provvedimenti importanti per ripristinare ordine e chiarezza». Il resto toccherà a Brunetta contro gli insegnanti fannulloni.
Non la pensano così né i sindacati né gli studenti. Laconici i ragazzi dell’Uds: «Ci vediamo in piazza, ci sentiamo traditi, no alla repressione». «Siamo pronti a fare muro contro il maestro unico» ha avvertito la Flc Cgil, per bocca del segretario generale Enrico Panini. «Si apre uno scontro frontale. La scelta del governo appartiene a un modello anni 50». La preoccupazione è di tagli all’organico: «Oggi sono 250mila insegnanti, significa ridurlo di due terzi. Non ci saranno più posti per le supplenze, i precari staranno a casa».
Idem Massimo Di Menna della Uil Scuola: «L’attuale modello funziona, il colpo di spugna è pericoloso». Negativo anche il giudizio del suo omologo Cisl Francesco Scrima: «Una forsennata politica di tagli che taglia le radici della buona scuola. Colpisce la disinvoltura sulla rottamazione, attraverso il ripristino del maestro unico, di esperienze innovative». Il ministro che da studentessa aveva 10 in condotta suscita invece l’entusiasmo del Moige e dei colleghi Meloni e Rotondi.
Nessun contrasto in cdm, dice La Russa (ormai autonominatosi garante dell’armonia governativa). A parte qualche tensione con la Lega sul ruolo di Malpensa. Berlusconi, sulla partita Alitalia, ha messo sul tavolo «rapporti diretti con gli Emirati Arabi». Non solo Air France, dunque ma «gli sceicchi». In conferenza stampa ha rimpianto i bei tempi del suo vertice con Putin a Pratica di Mare e ha chiarito che il nipotino di 8 mesi è «tutto suo nonno» perché non piange mai. In serata, ha scherzato con alcuni studenti:« Ragazzi, attenti al 5 in condotta»