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Unità-Tfr, primo sì alla riforma Ma è scontro col sindacato

Tfr, primo sì alla riforma Ma è scontro col sindacato Nella previdenza integrativa 10 miliardi all'anno La Cgil: il piano limita i diritti dei lavoratori di Felicia Masocco/ Roma ...

02/07/2005
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l'Unità

Tfr, primo sì alla riforma Ma è scontro col sindacato

Nella previdenza integrativa 10 miliardi all'anno
La Cgil: il piano limita i diritti dei lavoratori

di Felicia Masocco/ Roma

DIECI MILIARDI di euro l'anno. Scorre un fiume di denaro sotto la sigla Tfr, il trattamento di fine rapporto, la liquidazione di anni di lavoro. Dieci miliardi che il governo conta finiranno nei fondi pensione, aperti o chiusi che siano, e delle polizze assicurative.
Anche quelle di Mediolanum, ad esempio, gruppo bancario che fa capo alla Fininvest dei Berlusconi. Il nuovo conflitto di interessi del premier è uno degli aspetti nascosti tra le pieghe dello schema di decreto approvato ieri dal consiglio dei ministri. E non basta ad esorcizzarlo, anzi lo conferma, la mossa del premier che come informa una nota di Palazzo Chigi "si è doverosamente allontanato" durante l'esame del provvedimento. Un testo pieno di rinvii e confuso (anche dal punto di vista legislativo) che non garantisce alcuna trasparenza sulla gestione di una materia tanto complessa. Soprattutto non difende i lavoratori, i soggetti a cui appartengono i dieci miliardi di cui sopra che altro non sono che salario differito. Non li tutela dall'arrembaggio che verrà da "venditori" di prodotti finanziari di ogni sorta. E questo è il suo limite principale. L'approvazione di ieri è il primo via libera alla riforma che da lunedì sarà all'esame delle commissioni parlamentari e solo il 12 luglio verrà discusso con i sindacati e le imprese. Quindi ci sono ancora dei passi da fare, ma il ministro del Welfare Roberto Maroni è stato sufficientemente chiaro: saranno possibili solo "ritocchi". Quanto alle critiche del sindacato, il ministro le ha definite "fuori luogo". L'approvazione definitiva dovrebbe arrivare entro settembre; da gennaio scatteranno i sei mesi di silenzio-assenso entro i quali il lavoratore dovrà decidere: se sceglie un fondo specifico o una polizza o se vuole che il Tfr resti in azienda dovrà dirlo. Altrimenti la liquidazione prenderà la via dei fondi, secondo le norme approvate.
Il governo ha messo tutto sullo stesso piano, i fondi pensioni e le polizze individuali, il lavoratore in realtà non viene messo in condizione di scegliere al meglio. Mancano due elementi essenziali, tra loro intrecciati. Si dice infatti che il ruolo di vigilare su fondi e polizze spetti alla Covip, ma in Senato è fermo il provvedimento sul risparmio che "scippa" la Covip di questo ruolo. Il governo si è impegnato a modificarlo, ma intanto è fermo. Inoltre il decreto varato ieri non contiene norme di trasparenza su fondi e polizze, sui loro costi soprattutto, non li rende confrontabili. Dice che deve essere la Covip a farlo. Ed è un altro rinvio. Ancora un pasticcio: la delega a fare un Testo unico sulla previdenza complementare viene dal decreto sulla competitività. Ma anche quello ha subito uno stop con tanto di dimissioni del relatore.
La confusione regna sovrana. Per il responsabile economico della Cgil, Beniamino Lapadula, "il governo dà un ulteriore colpo al risparmio degli italiani". Dopo i fatti di Parmalat, Cirio e bond argentini, non ha provveduto ad approvare un provvedimento sul risparmio all'altezza della situazione "e adesso - spiega - vara un provvedimento sui fondi pensione in cui si manifesta in pieno il conflitto di interessi del premier che scoraggerà i lavoratori italiani dal trasferire il proprio Tfr ai fondi pensione".
I sindacati e le imprese saranno ascoltati il 12 luglio. Prima di quella data sarebbe opportuno che gli venisse consegnato uno straccio di testo, come reclama anche l'Ugl, il sindacato di destra. La trattativa è in salita, troppo ristretti i tempi e i margini di modifica. Cgil, Cisl e Uil chiedono che vengano accolte le osservazioni contenute nell'avviso comune che hanno firmato insieme alle imprese perché "uesto piano - dice la segretaria confederale della Cgil Morena Piccinini - limita i diritti dei lavoratori".


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