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Unità: Teniamo in piedi quelle scuole

le problematiche dell'edilizia e della sicurezza

27/08/2006
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l'Unità

Gaetano Pascarella*

L’articolo di Marina Boscaino, prendendo le mosse dall'intervista rilasciata a l'Unità dal Ministro Fioroni, entra molto opportunamente nel merito della situazione concreta vissuta dalle nostre scuole. Ricorda che le problematiche dell'edilizia e della sicurezza si riferiscono a circa 10.800 istituzioni scolastiche, articolate su oltre 42.000 edifici che ospitano un'utenza complessiva superiore a 9 milioni di persone, tra alunni (circa 8 milioni) e personale scolastico. Quando affrontiamo le attuali emergenze, guardando con fiducia alle soluzioni per il futuro, non possiamo e nemmeno dobbiamo dimenticare che le gravi difficoltà odierne hanno origine da scelte errate o da omissioni del passato. La legge 53/2003 di riforma degli Ordinamenti scolastici prevedeva, tra l'altro, un apposito piano programmatico di interventi finanziari per l'edilizia. Per l'adeguamento e la messa a norma dello stato disastroso in cui versa gran parte dell'edilizia scolastica italiana, erano stati quantificati investimenti per 7,5 miliardi di euro da ripartire in un piano pluriennale straordinario. Tale piano non è mai stato neppure abbozzato. L'edilizia scolastica è, dunque, un settore in cui si misurano tragicamente i gravi fallimenti del governo delle «grandi opere».
È anche il caso di ricordare che dall'entrata in vigore la legge 11 gennaio 1996, n. 23 (la cosiddetta Legge Masini), i finanziamenti assegnati e ripartiti tra le varie Regioni per «l'adeguamento e la messa a norma degli edifici adibiti ad uso scolastico» hanno avuto il seguente andamento: 1599 miliardi di lire investiti nel primo triennio di intervento 1996-98; 1395 miliardi di lire investiti nel secondo triennio 1999-2001; il governo Berlusconi ha saltato di getto il 2002 e la somma di euro investita per gli anni 2003 e 2004 é stata pari a 893,5 miliardi di lire. Non risulta finanziato nessun piano per il 2005. Analogamente privo di interventi risulta il 2006, primo anno del nuovo triennio.
Nella serie delle grandi opere non realizzate si può, a buon diritto, inscrivere il piano straordinario previsto per le zone a rischio sismico dalla Finanziaria 2003. A tale piano doveva essere destinato un importo non inferiore al 10 per cento delle risorse individuate da una legge del 1o agosto 2002 (la numero 166) e che fossero risultate disponibili al 1o gennaio 2004. Si tratta di una somma pari a circa 500 milioni di euro. Poiché l'intervento era ritenuto di urgenza, è stato definito un primo piano stralcio: comprendente 738 interventi a livello regionale per circa 194 milioni di euro. Il piano, concordato in Conferenza unificata Stato Regioni Città, è stato approvato dal CIPE e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'11 agosto 2005. Il ruolino di marcia avrebbe dovuto vedere al momento l'avvio di un secondo piano stralcio per altri 300 milioni di euro circa, ma di esso si sono perdute le tracce. Nasce da qui la richiesta del Ministro Fioroni di un ulteriore finanziamento di 200 milioni di euro.
Voglio, inoltre, ricordare che il settore della sicurezza e della messa a norma degli edifici scolastici, all'interno del Patto con le Regioni e gli Enti Locali, richiamato dal Ministro, necessita di interventi urgenti di varia natura. Innanzitutto di carattere normativo con la modifica delle procedure di erogazione dei finanziamenti del primo piano stralcio antisismico (194 milioni), con l'immediato varo del secondo piano (300 milioni) e con l'inserimento degli investimenti per i mutui per l'edilizia scolastica nel piano di stabilità degli enti locali. Interventi di carattere finanziario con l'estensione al 2005 e al 2006 della validità della normativa per il finanziamento dei piani straordinari per la messa in sicurezza delle scuole, con particolare riguardo a quelle insistenti le zone a rischio sismico, e prevedendo nella legge finanziaria 2007 finanziamenti per il triennio di riferimento e per i piani annuali 2005 e 2006 della legge 23/96 sull'edilizia scolastica, non finanziati dal precedente governo.
Per quanto riguarda l'Anagrafe nazionale dell'edilizia scolastica, articolata per Regioni, prevista da uno specifico articolo della stessa legge n. 23/96, vorrei segnalare che il 26 giugno scorso, presso il MPI, è stata fatta una verifica nazionale del suo stato di attuazione con tutte le Regioni, gli Uffici scolastici regionali e i rappresentanti dell'Anci e dell'Upi. Dove si è costatato un grave ritardo nel rilevamento dei dati, i quali, pur tuttavia, presentano un andamento molto diversificato che va dal 85% realizzato in Toscana allo 0% della Liguria, Sardegna, Veneto. Il Molise considerata, come Regione campione, ha già ultimato la sua raccolta. Molto più basse sono le percentuali riferite ai dati effettivamente caricati nel sistema informativo del ministero. L'impegno assunto nell'incontro è stato quello di completare, almeno le rilevazioni, entro il 31 dicembre 2006.
A partire dal mese di settembre saranno realizzate iniziative di verifica in tutte le sedi regionali. Sebbene qualche ritardo potrà ancora verificarsi, sono certo che non mancheremo l'appuntamento con la realizzazione di questo importante strumento di programmazione edilizia che potrà rivelarsi di grandissima utilità per gli enti locali, anche in vista di una più accurata utilizzazione del patrimonio edilizio a livello territoriale.
In conclusione mi sembra che il proposito chiaramente enunciato dal ministro Fioroni di non sostenere una ulteriore proroga della scadenza prevista dalla legge n. 626 se non in presenza di uno sforzo economico, congiunto e concordato, tra tutti i soggetti istituzionali competenti, debba essere interpretato come uno stimolo ad una riflessione strategica, da realizzarsi innanzitutto fra le forze politiche dell'attuale compagine governativa.

*Sottosegretario al MPI


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