Unità: «Tagli necessari, ma non si riparta da zero»
Napolitano sulla scuola: l’obiettivo di una minore spesa non può prevalere su tutto
di Marcella Ciarnelli / Roma
I tagli alla scuola sono una necessità. Ed il governo, legittimato dal voto, può procedere nelle riforme. Ma ogni cambiamento va fatto senza ignorare le indicazioni che vengono dall’opposizione. Perché se «le condizioni del nostro sistema scolastico richiedono scelte coraggiose di rinnovamento» e «non sono sostenibili posizioni di pura difesa dell’esistente» è anche necessario che «si discutano con spirito aperto tutte le diverse soluzioni che ciascuna parte ha il diritto di proporre e ha il dovere di prospettare in termini positivi e coerenti». Il presidente della Repubblica, nel giorno della festa della scuola «aperta a tutti», simbolico inizio di un anno di studio, che si è svolta nel cortile d’onore del Quirinale, ha affrontato senza reticenze uno dei temi più scottanti dello scontro politico. Quello di Napolitano è stato un monito per gli uni e per gli altri. Che avrà anche provocato qualche insoddisfazione da una parte e uno strumentale trionfalismo dall’altra ma che ha ancora una volta indicato nel dialogo la strada da seguire per rispondere alle esigenze che la realtà impone.
Tremila ragazzi al Colle. Cappellini bianchi, verdi e rossi. Uno è toccato anche al presidente Napolitano. Ola per gli artisti più famosi. Partecipazione rispettosa e commossa alle note dell’inno di Mameli. Tutti a cantare. Giovani e autorità. È a questa platea multicolore, animata, irrituale almeno nelle file immediatamente dietro alle prime dove hanno trovato posto il presidente della Camera, Fini, vari ministri tra cui quello direttamente interessato, Mariastella Gelmini, ma anche gli atleti che hanno vinto medaglie alle Olimpiadi e alla Paralimpiadi di Pechino, che il presidente della Repubblica ha rivolto il suo discorso, da lui stesso definito «un po’ lungo e serioso» ma che non poteva prescindere da alcuni argomenti “scottanti”. E quello che lo è più di tutti riguarda certamente i tagli ai finanziamenti per la scuola. «L’obiettivo di una minore spesa non può prevalere su tutti gli altri e va formulato, punto per punto, con grande attenzione, in un clima di dialogo». L’invito è chiaro, va a entrambe le parti così come l’invito a non ripartire «da zero ogni volta che cambia il quadro politico». Su questa linea il Capo dello Stato ha ricordato che «una analisi oggettiva su basi rigorosamente tecniche» era contenuto in quel “Quaderno bianco” sulla scuola elaborato un anno fa dal governo Prodi che può rappresentare «la migliore premessa» per capire cosa fare. Un confronto che deve svolgersi tenendo le spese per l’istruzione «tra le priorità per l’avvenire del Paese» che però ha assunto tra i principali impegni quello di ridurre a zero il deficit pubblico. «E questo comporta, inutile negarlo, un contenimento delle spese» ma non a scapito della «qualità». Scuola e società civile devono camminare di pari passo. Gli alunni di oggi sono coloro che animeranno la società del futuro. A loro, ma anche ai docenti e alle famiglie, Napolitano ha ricordato l’importanza dell’insegnamento che viene dalla Costituzione per arrivare ad una convivenza civile per debellare mali antichi e nuovi come la camorra e la mafia ma anche il bullismo e il razzismo. Tutti insieme.