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Unità: Superiori,contro i tagli parte il ricorso al TAR

L’iniziativa parte dal coordinamento delle superiori. «Illegittime iscrizioni senza una legge» Si auspica un coinvolgimento della Regione. Difficile invece l’impugnazione alla Consulta

26/03/2010
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l'Unità

Il coordinamento delle scuole superiori di Bologna sta preparando un ricorso al Tar contro la riforma Gelmini.

Sotto accusa l’illegittimità delle iscrizioni agli istituti superiori. Il motivo è presto detto: «Le iscrizioni sono state fatte sulla base di una circolare ministeriale e non di una legge, perché la legge non esiste, come ripetiamo tutti da tempo», attacca Gaetano Passarelli del Coordinamento scuole superiori, docente all’Alberghetti di Imola. La decisione è stata presa in questi giorni giorni dal coordinamento bolognese,«ma dovrebbero muoversi anche Modena, Padova e Roma», spiega Bruno Moretto di Scuola e costituzione. Che sabato scorso ha partecipato ad un’assemblea nazionale a Roma in cui è stata lanciata la proposta del ricorso “condiviso”. Bologna ci stava già pensando e il lavoro dei docenti, a questo punto, è quello di allargare il più possibile il bacino dei ricorrenti: «Stiamo informano i genitori e gli studenti, perché i maggiorenni potranno farlo», aggiunge Moretto. Già decisa l’adesione del coordinamento precari.

I PERCHÈ DEL RICORSO Infatti, altro nodo del ricorso, sarà proprio la ricaduta della riforma Gelmini sugli istituti tecnici e professionali. Perché, se è vero che la «rivoluzione » del ministro interesserà i licei solo dalle prime classi, è altrettanto vero che si abbatterà inmododirompente su istituti tecnici e professionali, interessando le seconde, le terze e le quarte classi.

Una «tragedia» di dimensioni epocali, di cui le famiglie non sono ancora del tutto consapevoli, nonostante l’allarme sia stato lanciato da tempo, anche dai sindacati. In sostanza, infatti, ciò che accadrà a quegli studenti con l’applicazione della riforma sarà una situazione paradossale: si troveranno a frequentare una scuola che sarà del tutto diversa da quella che avevano scelto al momento dell’iscrizione.

In corso d’opera, insomma, verrà tutto stravolto visto che proprio in questi istituti i tagli orari si faranno sentire in maniera molto pesante, soprattutto nelle materie laboratoriali, quelle di indirizzo, snaturando il senso stesso della specializzazione.

Una scelta mirata del Ministero, anche questa, «visto che trattandosi di materie spesse volte fatte in compresenza, il risparmio sarà maggiore», spiega Passarelli.

Il senso del ricorso è il seguente: «Applicate le leggi»; il punto è chiaro: «La circolare è uscita senza i regolamenti - precisa Moretto - e le iscrizioni vengono fatte sulla base dei Pof (piani dell’offerta formativa, ndr.), dunque tutte le iscrizioni sono illegittime» visto che i nuovi piani non esistono ancora, per legge.

Intanto continua a girare per gli istituti la mozione partita da Castiglion de’ Pepoli con la quale si invitano i collegi docenti a “boicottare” lariforma Gelmini. Un atto, questo, che avrà un valore sopratutto simbolico, «visto che difficilmente i dirigenti la faranno propira per timore di provvedimenti disciplinari», riferisce Passarelli.

Il coordinamento intanto prosegue con l’appello alla Regione agli enti locali affinché si muovano per ricorrere anch’essi al Tar. La Regione nelle settimane scorse aveva annunciato la possibilità di impugnare la riforma alla Corte costituzionale: un percorso questo che tecnicamente potrebbe non essere fattibile proprio perché, mancando una legge, non la si può impugnare


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