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Unità: «Subito fondi per il sapere, o gli elettori non capiranno»

ANDREA RANIERIIl senatore Ds: risorse in più ci sono, sbrighiamoci

30/03/2007
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l'Unità

ANDREA RANIERIIl senatore Ds: risorse in più ci sono, sbrighiamoci

«Un segnale è necessario. Ci sono risorse in più, diamole a scuola-università-ricerca. E velocemente. Diversamente il nostro elettorato non capirà». Andrea Ranieri, responsabile area Sapere dei Ds, manda un messaggio chiaro al governo e al mondo della formazione.
Senatore Ranieri, il momento è delicato. C’è uno sciopero alle porte..
«Gli scioperi possono essere più o meno condivisibili, ma il compito della politica è quello di fare i conti con le ragioni reali delle proteste. E in questo senso dopo una Finanziaria che per questo settore è stata dura, è arrivata il rilancio di Prodi: scuola-università e ricerca al secondo posto del famoso dodecalogo e primo nei sondaggi come approvazione degli elettori. Ora è arrivato il momento di dimostrare l’importanza che si da a questo settore. Parte delle risorse in più vanno subito investite».
In che modo investirle? E Padoa Schioppa sarà d’accordo?
«Lo strumento lo decida il governo. So che Fioroni sta lavorando con il ministro dell’Economia. Ma lo sforzo deve essere collettivo, di tutto il governo. I capitoli di intervento per me dovrebbero essere quattro. Il primo è quello degli organici: in Finanziaria si è deciso un innalzamento del rapporto alunni per classe ma non si aspettava un aumento del numero di alunni che ora è stimato in 137 mila, ma che a me sembra sarà anche maggiore. In questo senso bisognerà rivedere le stime anche perché non si può rinunciare al tempo pieno nelle grandi città e ingrossare le liste d’attesa nelle scuole dell’infanzia».
C’è poi il problema dei debiti dei singoli istituti e l’emergenza supplenze...
«È il secondo punto. Anche in questo caso bisogna dare un segnale di inversione di marcia. Con la nefasta gestione della Moratti praticamente erano le scuole a finanziare il debito del ministero... Non si può far pagare ai dirigenti scolastici le colpe del governo precedente.»
E il terzo punto?
«È il precariato. La Finanziaria indica in 50 mila gli insegnanti precari da regolarizzare. Bisogna fissare subito la cifra e dare il via agli strumenti attuativi per assumerli al più presto. Una scuola piena di precari è una scuola rigida, noi vogliamo invece una scuola dell’autonomia che sia dell’inclusione e che porti avanti progetti sperimentali».
Lo sciopero però riguarda soprattutto il rinnovo del contratto. Come evitarlo?
«È l’ultimo e non meno importante punto. Registro che il ministro Nicolais pare aver trovato le risorse e che spero apri subito una trattativa. Il rinnovo del contratto può essere l’occasione per affrontare il tema della valorizzazione del merito e degli sprechi. È una sfida costruttiva che i sindacati hanno accettato».
m.fr.


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