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Unità-Studenti uniti in piazza: "La scuola è di tutti"

Studenti uniti in piazza: "La scuola è di tutti" Da Napoli a Roma, da Milano a Palermo: 250mila protestano contro la Riforma Moratti "Vogliamo un vero diritto allo studio, diciamo no al muro tr...

13/10/2005
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l'Unità

Studenti uniti in piazza: "La scuola è di tutti"

Da Napoli a Roma, da Milano a Palermo: 250mila protestano contro la Riforma Moratti
"Vogliamo un vero diritto allo studio, diciamo no al muro tra licei e istituti professionali"

di Alessandro Antonelli e Marcello Lembo

TUTTI CONTRO La Moratti ha messo "d'accordo" davvero tutti. Insegnanti, presidi, Regioni, persino gli imprenditori. E gli studenti, naturalmente. Ieri erano 250mila in oltre settanta piazze d'Italia, per dire no alla riforma della scuola. E la novità, stavolta, è che
il "movimento" è unito, niente distinguo tra le varie anime della sinistra studentesca. "Ci sono ottimi spiragli di collaborazione e i presupposti per chiudere una finestra sul passato che troppo spesso ci ha diviso". A parlare è Alessandro, della Rete "Sempre Ribelli", il collettivo studentesco di area "radicale" che ieri è sceso in piazza insieme all'Uds e agli Studenti di Sinistra per chiedere il ritiro del decreto Moratti e più attenzione alla scuola pubblica.
Gli studenti vogliono l'innalzamento dell'obbligo scolastico fino a 18 anni, maggiore democrazia all'interno degli istituti e, soprattutto, un forte impegno per il diritto allo studio: borse per gli studenti, testi e trasporti gratuti. Ma anche l'abolizione della riforma dei cicli che alza steccati "di classe", creando un muro tra licei e formazione professionale. Una piattaforma condivisa, riassunta in un appello unitario con cui le tre sigle hanno messo da parte i dissapori che risalivano alla riforma Berlinguer. "Dopo cinque anni di contestazione - fa notare Fausto Raciti coordinatore nazionale degli Studenti di sinistra - abbiamo costruito una mobilitazione che è riuscita a tenere insieme le nostre associazioni".
30mila in piazza a Napoli, 20mila a Roma e a Palermo, 15mila a Milano e a Torino, 8mila a Bologna. Tanti i teatri della protesta contro la "scuola d'élite", la "dispersione scolastica", il "divieto d'accesso al sapere" dovuto ai costi che gravano sulle famiglie. "Il 17 ottobre - spiega Giulia Tosoni dell'esecutivo nazionale dell'Uds - scade la legge delega. Vogliamo sottoporre all'attenzione di tutti questa riforma che non è condivisa nemmeno dagli insegnanti e dove non c'è traccia del diritto allo studio". Ne sono convinti anche i tanti ragazzi che sfilano in corteo. "Siamo qui per chiedere più investimenti per la scuola pubblica" sostiene Alessio, dell'Istituto Neumann di Roma. Sara, invece, viene dal Tasso: "Siamo fieri di essere qui a manifestare contro una scuola che sta diventando sempre più classista". Marta mostra un striscione dove c'è scritto "Sapere è difendere": "Bisogna sottolineare - spiega - l'importanza della cultura e della necessità di qualificare maggiormente la scuola pubblica". A dare man forte agli alunni di medie e licei alcuni studenti universitari, anche loro alle prese con gli atenei in subbuglio contro la Moratti. Valerio ha 21, studia Lettere, ma capisce le preoccupazioni dei suoi futuri "colleghi": "Siamo qui anche per mandare un segnale al prossimo governo, che spero sia di centrosinistra". E poi ci sono attestati di solidarietà un po' particolari, come quello di un ex studente sessantottino: "Siamo con voi - si accalora Giulio - perché la libertà di pensiero va salvaguardata, cosa che questa riforma non fa assolutamente".
Una bella prova di resistenza da parte degli studenti e "una brutta giornata per il ministro Moratti" secondo Enrico Panini, leader della Federazione Lavoratori conoscenza della Cgil: "La mobilitazione è una prova di grande responsabilità da parte di chi non si rassegna ad assistere al peggioramento della scuola pubblica".


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