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Unità-Statali, un altro rinvio. Pronto lo sciopero

Statali, un altro rinvio. Pronto lo sciopero Oggi vertice con Confindustria e sindacati. Il premier esclude interventi sulla tassazione delle rendite finanziarie. E la crisi? "Non ci sono cure ...

19/05/2005
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l'Unità

Statali, un altro rinvio. Pronto lo sciopero

Oggi vertice con Confindustria e sindacati. Il premier esclude interventi sulla tassazione
delle rendite finanziarie. E la crisi? "Non ci sono cure e ricette precise"

RISORSE Berlusconi e i suoi ministri cercano soldi, ma le strade restano strettissime. "Escludo un'operazione sulle rendite finanziarie", dichiara il premier dopo un vertice-fiume. Oggi a Palazzo Chigi si profila un nuovo rinvio sugli statali. Cgil, Cisl e Uil potrebbero
decidere lo sciopero in serata dopo una segreteria unitaria. Il fatto è che l'emergenza è ai massimi livelli. E le divergenze tra il titolare del Tesoro e il premier aumentano. Il primo vuole risparmiare, il secondo vuole continuare a spendere (e possibilmente a guadagnare molto). Nonostante il Titanic su cui balla l'Italia. Ma lui l'"iceberg" non lo vede proprio: se le cifre sono drammatiche ci sarà qualcosa di sbagliato. Da Bruxelles annunciano l'apertura della procedura d'infrazione per eccesso di deficit già il 7 giugno (la si aspettava per luglio), mentre l'Ocse non esclude per l'Italia una crescita addirittura con il segno negativo. dall'Istat poi continuano a lanciare l'allarme rosso.
In questo clima è iniziato ieri il vertice interministeriale chiamato a mettere a punto le strategie sullo sviluppo da presentare oggi alle 17 alle parti sociali convocate nella sede del governo. Domenico Siniscalco l'altro ieri aveva invocato il rigore, "riducendo" lo sgravio Irap a 6 miliardi l'anno, contro i 12 miliardi annunciati da Berlusconi. E non solo: il ministro aveva anche "frenato" sulla Finanziaria anticipata, sempre contro gli slogan di Berlusconi. Ma al termine del vertice di ieri, le esternazioni di Berlusconi non lasciano presagire un cambio di rotta di Palazzo Chigi. Esclusa l'unica ipotesi concreta di maggior gettito - avanzata nei giorni scorsi anche dal ministro Gianni Alemanno - ovvero l'unificazione delle rendite finanziarie (con un'aliquota al 20% renderebbe circa 5 miliarid l'anno), il premier rilancia, minimizzando i dati sull'economia. E la crisi? "Non ci sono cure e ricette precise", confessa."I consumi? Non sono in calo - assicura - Anzi, crescono del 2%". Se lo dice lui. Le cose vanno male solo quando si tratta di contratti. "Mi auguro che ci sia un'assunzione di responsabilità anche da parte da parte dei sindacati, in un momento in cui i dati ultimi che ci sono stati comunicati dall'Istat ci presentano una situazione difficile - dichiara - che francamente non riusciamo a decifrare, anche perchè in contrasto tra di loro: ad esempio non diminuiscono le entrate dell'erario, aumenta il consumo di energia". Il Pil che sprofonda "è qualcosa che alcuni di noi addirittura accolgono con scetticismo - aggiunge - pensando che poi ci sarà una correzione in positivo di questi dati, e noi speriamo che sia così. Comunque la situazione non è facile". Ipotesi sul tavolo? Si torna allo slogan: famiglie, imprese e sud. Meno tasse sugli aumenti salariali, e un premio per le fusioni. Come dire: non si esclude nulla. Ma i soldi dove si prendono? Resta un mistero. Se non si vogliono alzare di nuovo le tasse, non resta che il deficit.
Il confronto di oggi parte già "avvelenato" dalla vertenza sui dipendenti pubblici. Il Tesoro non è disponibile ad allargare i cordoni della borsa oltre quei 95 mensili di aumento medio, facendo appello all'emergenza conti e strizzando l'occhio alla Confindustria, preoccupata per i contratti privati. I sindacati hanno già fatto sapere che se il tema statali sarà affrontato al tavolo con gli industriali non si aprirà nessuna trattativa. Tavoli separati, dunque? "Di contratti del pubblico impiego non si parlerà domani (oggi, ndr) ma presto sarà convocato un tavolo ad hoc", spiega il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi. Viene "ripescato" il tavolo ad hoc, già aperto e già "saltato" per la retromarcia di Berlusconi sull'intesa. Ma non è affatto detto che il capitolo pubblici sia tutto rinviato. Anzi. "Parleremo domani (oggi, ndr) della compatibilità generale dentro la quale si deve trovare la soluzione per il pubblico impiego - dichiara Berlusconi all'uscita dell'incontro - tenendo presente che ci sono i contratti da chiudere nel privato. Dai sindacati mi aspetto ragionevolezza. Dobbiamo introdurre dei cambiamenti e delle regole. Io sono molto interessato al piano di mobilità nell'impiego pubblico, ma bisogna vedere se i sindacati accettano di discuterne: noi puntiamo a diminuire il numero degli statali, però quando lo faccio io si lamentano, quando lo fa Blair dicono che è bravo". Insomma, la partita si riapre tutta.


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