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unità: Statali, tensione con il governo

I sindacati: no, così va malissimo. Lo sciopero spostato a maggio

13/04/2007
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l'Unità

di Felicia Masocco/ Roma

Per il governo gli aumenti salariali dei lavoratori pubblici non devono superare il 4,46% nel 2006-2007, contrattazione integrativa compresa. I sindacati rispondono con lo sciopero, quello fissato per il 16 aprile slitta a maggio. Scuola compresa. Scendono in campo anche i leader, Epifani, Bonanni e Angeletti che chiedono l’intervento d Prodi. Lo scontro si è riacceso sulla direttiva «madre», cioè sulle indicazioni preparate dal ministro Luigi Nicolais e approvate ieri da enti locali e regioni, che sono a base delle trattative per il rinnovo dei contratti. Il governo punta a riformare la pubblica amministrazione chiedendo maggiore produttività ed efficienza, mobilità dei lavoratori se serve, premiando i dirigenti più capaci, sanzionando chi rende poco o nulla. Su tutto questo un accordo di massima con i sindacati c’era già stato, con il Memorandum. Quel che non va giù ai sindacati è l’intervento sulla contrattazione, giudicato «punitivo» e incoerente con gli obiettivi. Per Cgil, Cisl e Uil, ma anche per Ugl e Cisal, la direttiva «tradisce» i contenuti delle intese raggiunte a Palazzo Chigi. Il tetto posto agli incrementi salariali viola - spiegano - il modello contrattuale nato nel ‘93, lo modifica unilateralmente, perché di fatto sospende in tutto il settore pubblico la contrattazione integrativa «e con essa ogni possibilità di riorganizzare i servizi e le amministrazioni».
Il ministro della Funzione pubblica sostiene che «la direttiva è un po’ severa sull’integrativo, perché lo considera come una attività eccezionale e non normale». E l’incontro avuto nel pomeriggio con Cgil, Cisl e Uil non ha spostato nulla. I margini di manovra sono nelle direttive per ogni singolo comparto: «Finché non le vediamo, gli impegni sono scritti nell’acqua», ha detto dopo l’incontro Paolo Nerozzi, della segreteria Cgil. «Sono stati violati gli accordi e i contratti che sembravano a portata di mano non lo sono più», ha aggiunto il segretario della Fp-Cgil, Carlo Podda. E la Uil-Pubblica amministrazione fa notare che con il tetto fissato l’aumento di stipendio per gli statali «scende da 101 a 92 euro». È Salvatore Bosco a spiegare che l’incremento pattuito era del 5,01%, non del 4,46%. «Non c’è chiarezza», «il rapporto con il governo è in crisi», chiosa Rino Tarelli della Fps-Cisl. «La vertenza sta imboccando la strada sbagliata», è il commento del presidente della commissione Lavoro della Camera Gianni Pagliarini, «occorre un chiarimento».


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