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Unità: Statali in sciopero il 26 ottobre E il giorno dopo la protesta potrebbe coinvolgere la scuola

Il giorno dopo, sabato 27, a scendere in piazza saranno gli insegnanti e il personale della scuola che lasciano in sospeso la decisione di uno sciopero, non ancora proclamato tuttavia possibile in assenza di schiarite.

04/10/2007
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l'Unità

di Felicia Masocco/ Roma

Otto ore di sciopero il 26 ottobre e manifestazione a Roma. I sindacati del pubblico impiego danno seguito all’annuncio di voler contrastare la Finanziaria perché -dicono - non prevede le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici e non stabilizza i precari. Il giorno dopo, sabato 27, a scendere in piazza saranno gli insegnanti e il personale della scuola che lasciano in sospeso la decisione di uno sciopero, non ancora proclamato tuttavia possibile in assenza di schiarite.
Palazzo Chigi fa sapere di essere pronto ad affrontare la questione dei rinnovi, del resto - viene fatto notare - c’è già un documento approvato contestualmente alla manovra. Il premier Romano Prodi e il ministro della Funzione pubblica Luigi Nicolas ne hanno discusso ieri in un breve incontro, dopodiché tanto Nicolais, quanto il collega al Lavoro Cesare Damiano si sono detti ottimisti. «Le risorse si troveranno», magari «con l’assestamento di bilancio e senza aspettare la Finanziaria 2009», afferma Nicolais; «si troveranno e ci sarà un collegamento tra questa vicenda e le cadenze triennali del contratto», aggiunge Damiano. Per la scuola, è il ministro Giuseppe Fioroni ad auspicare che questa settimana si firmi il contratto. Si tratta però di quello che scade a dicembre mentre le proteste riguardano anche i nuovi rinnovi, per l’arco di tempo 2008-2009. E poi ci sono un paio di punti su cui Fp-Cgil, Fps -Cisl e Uilpa -ma anche l’Ugl che deciderà sullo sciopero lunedì prossimo- manifestano forte insoddisfazione. Il primo riguarda il Memorandum firmato con il governo che avrebbe dovuto riformare il lavoro pubblico coniugando efficienza e diritti, e l’assenza di un piano industriale. L’altra è la questione dei precari, un esercito negli uffici, molti di quali funzionano a forza di contratti a termine. La Finanziaria, dicono i sindacati, non dà risposte, anzi «fa un passo indietro».
La manifestazione si terrà in piazza San Giovanni, un primo obiettivo è quello di portarci 200mila persone. La vertenza ha l’appoggio delle confederazioni, Epifani, Bonanni e Angeletti, terranno i comizi a conferma che il primo sciopero generale della categoria assume una valenza più generale e diventerà occasione per dire quello che non va anche su altro, a cominciare dalla politica fiscale che anche quest’anno -lamentano- non premia il lavoro dipendente. «Lo sciopero è inevitabile», ha detto Guglielmo Epifani, «non sarà l’ultimo - minaccia Luigi Angeletti - il governo non faccia trucchetti», «e non lo sottovaluti», è il consiglio dei Raffaele Bonanni.
Il governo non ha stanziato risorse per l’inflazione programmata, c’è solo la vacanza contrattuale, spalmata su due anni invece che su uno. «Non era mai accaduto prima - afferma Carlo Podda, segretario Fp-Cgil - lo sciopero è solo una prima risposta, se il governo non si ravvede continueremo».


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