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Unità: Statali, governo e sindacati tentano l’accordo

Mediazione sulla decorrenza degli aumenti. Prodi propone 101 euro dal 1° febbraio 2007

29/05/2007
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l'Unità

di Felicia Masocco/ Roma

LO SCHEMA Trattativa nella notte, come da manuale. Per i lavoratori pubblici il governo ha dapprima proposto aumenti di 101 euro a decorrere dal 31 dicembre 2007 e solo dopo il no dei sindacati la data è stata anticipata a febbraio. Le risorse necessarie saran-
no previste nella Finanziaria 2008. E la durata dei contratti deve passare da due a tre anni con un’intesa che va trovata entro il 15 luglio. Questo lo «schema d’accordo» che Romano Prodi ha illustrato ai sindacati aprendo ieri il vertice per il rinnovo dei contratti pubblici. Obiettivo scongiurare gli scioperi del primo e 4 giugno e le inevitabili ripercussioni sui tavoli di concertazione. In positivo, si tratta di rafforzare il potere d’acquisto di quasi 3 milioni e mezzo di lavoratori. Ascoltata la proposta dell’esecutivo, i sindacati hanno chiesto una pausa per decidere come rispondere. «La decorrenza degli aumenti pieni, cioè a 101 euro deve essere anticipata al 15 gennaio di quest’anno» è stata la prima osservazione di Cgil, Cisl e Uil disponibili a mediare su questa data ma non a lasciare sul terreno tutto il 2007 durante il quale, secondo l’offerta di Prodi, gli aumenti sarebbero stati di 93 euro. Quanto alla triennalità, i sindacati si dicono disponibili a definire i costi di un contratto legandoli alla scadenza del Dpef (che ha cicli triennali, appunto) ma solo dopo aver chiuso questo rinnovo e con tempi più lunghi rispetto al termine di metà luglio. Ricevuta la controproposta è stato l’esecutivo a riunirsi, per poi proporre una mediazione: la decorrenza degli aumenti dal febbraio 2007. Un negoziato vero, un braccio di ferro il cui esito è stato incerto e fino a notte fonda.
Iniziato alle 22, un’ora dopo rispetto all’orario fissato, l’incontro era stato preceduto da professioni di ottimismo, di pessimismo. Perché mai come questa volta le chance di rottura si equivalevano a quelle di stringere un accordo. Le «delegazioni» hanno messo a punto le rispettive strategie poco prima di incontrarsi. Di ritorno da Parigi, il premier ha ricevuto a Palazzo Chigi il ministro dell’Economia con la sua squadra e quello della Funzione Pubblica Luigi Nicolais. Cena «unitaria» per Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Con loro i segretari del pubblico impiego e i confederali che seguono la materia.
«Tutto dipende dal governo», avevano detto i sindacati che sono andati al vertice come senza troppe informazioni in più rispetto a quanto già si sapeva e cioè la ferma intenzione dell’esecutivo a stringere un’intesa ma anche i nodi ancora stretti delle risorse insufficienti per aumenti di 101 euro medi, e la richiesta di allungare di un anno la durata dei contratti al fine di favorire la produttività. Cioè lo schema che poi si sono visti proporre e che hanno emendato. Con il passare delle ore il tam-tam aveva insistito sul primo aspetto, quello finanziario. A confermare sia pure indirettamente che su questo perno girava il resto era stato in mattinata il ministro per l’Innovazione nella pubblica amministrazione Luigi Nicolais: «Andiamo all’incontro con l’idea di chiudere», aveva esordito. Quanto alla disponibilità dei 101 euro, «chiedetelo al mio collega, è lui che tiene la borsa» ha tagliato corto. Il riferimento è al ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa, il regista di questa partita che tra malintesi e rinvii si è involuta con le settimane fino al negoziato della notte scorsa.


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