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Unità-Statali, governo diviso al confronto

Statali, governo diviso al confronto Vertice nella notte con i sindacati. L'offerta ritoccata di altri 4 euro. Siniscalco: "Siamo più vicini" Felicia Masocco ROMA "Siamo un po' p...

11/05/2005
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l'Unità

Statali, governo diviso al confronto

Vertice nella notte con i sindacati. L'offerta ritoccata di altri 4 euro. Siniscalco: "Siamo più vicini"

Felicia Masocco

ROMA "Siamo un po' più vicini". Così il ministro Domenico Siniscalco al termine di un nuovo vertice informale tra governo e sindacati sul rinnovo dei contratti pubblici. Dopo 17 mesi di attesa, qualcosa dunque si sta muovendo. Il governo ha infatti cominciato a fare i conti prendendo a parametro i ministeriali e non più offrendo una media "indistinta", ha inoltre rinunciato a modificare il modello contrattuale con questo accordo e a parlare di incrementi di produttività. Resta però stretto il nodo delle risorse. L'ultima offerta è di altri 300 milioni di euro che andrebbero ad aggiungersi ai 300 già messi sul tavolo lunedì mattina, ancora quattro euro in più quindi, ma insufficienti per i sindacati. Dal vertice di questa notte, durato circa quattro ore non è venuta fuori nessuna convocazione. L'esecutivo dovrà discutere e sciogliere le divisioni al proprio interno, dovrà soprattutto superare il muro alzato dalla Lega. Quanto ai sindacati, Luigi Angeletti ha parlato di "passi in avanti"; "Noi abbiamo indicato un percorso - ha spiegato il leader della Cgil, Guglielmo Epifani - e ora il governo si è riservato di valutarlo". Il numero uno della Cisl, Savino Pezzotta ha aggiunto "a questo punto aspettiamo delle risposte. Forse ci rivedremo domani (oggi, ndr)".
Al vertice l'esecutivo ci è arrivato in ordine sparso. Alle spalle una giornata di dichiarazioni contrastanti. Da una parte si sono schierati i ministri Siniscalco e Maroni che forti dell'appoggio di Confindustria insistono sulla linea dura, mettono insieme contratti pubblici e contratti privati e tutti a loro avviso devono essere rinnovati all'insegna del rigore. Devono stare tutti sotto i 100 euro. An (con Alemanno e Storace) e Udc (con Follini, Baccini e Volontè) però non ci stanno, pensano agli elettori da recuperare prima che sia troppo tardi. Da qui una ridda di dichiarazioni che ha tenuto banco per l'intera mattinata mentre continuavano i contatti con i sindacati. Un lavoro "diplomatico" che a un certo punto è sembrato volgere al meglio, il vertice serale secondo i rumors avrebbe portato una soluzione. Le voci ottimistiche hanno però subito una frenata nel tardo pomeriggio quando ha preso corpo la nuova proposta del governo: sul tavolo sono infatti stati messi altri 300 milioni di euro in aggiunta ai 300 già offerti nel vertice "riservato" di lunedì mattina. Sommati agli stanziamenti della Finanziaria e cioè ai 95 euro medi lordi mensili, la nuova cifra avrebbe portato a incrementi di 8 euro, totale 103. Ma come è noto questa è una media. Per le categorie più numerose, le cifre diventerebbero queste: per i ministeriali 94 euro, gli insegnanti 97, gli enti locali 84. Ancora poco per i sindacati che chiedono almeno 1 miliardo di stanziamenti aggiuntivi, eventualmente da "ritoccare" nell'ultima tranche che se scattasse a gennaio 2006 potrebbe racimolare altre risorse con la prossima Finanziaria.
Il confronto serale si presentava quindi tutto in salita. Per i sindacati hanno partecipato anche i segretari delle categorie oltre ai leader confederali. Per il governo, i ministri Baccini, Alemanno e Siniscalco e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. Certamente le parole pronunciate l'altro ieri dal ministro dell'Economia hanno pesato. La maggioranza si è ritrovata di nuovo in uno stato di fibrillazione e all'indirizzo di via Venti Settembre sono arrivate, più o meno direttamente, parole dure. Come quelle di Marco Follini "è un altro passo indietro - ha detto riferendosi al voto sardo - non vogliamo fare l'abbonamento alla sconfitta". O quelle di Francesco Storace "vorrei un po' di prudenza dal ministro Siniscalco - ha dichiarato - non bisogna fare provvedimenti per prendere voti, ma neanche per perderli". "Quello di Siniscalco è un legittimo punto di vista, ma è il suo personale", ha tagliato corto Gianni Alemanno, il quale si è mostrato ottimista sul negoziato "ci sono spiragli per chiudere". Di tutt'altro avviso il ministro Roberto Maroni "le preoccupazioni di Siniscalco sono legittime", con aumenti contrattuali superiori ai 100 euro "si creano problemi di equità con i rinnovi privati". E ha preso la palla al balzo Alberto Bombassei, il vicepresidente di Confindustria "aumenti superiori ai 100 euro spiazzerebbero i giochi". "Non si possono mettere assieme le pere con le mele" è stata replica di Epifani il quale ha spiegato che nei contratti privati le cifre che vengono fatte si riferiscono solo ad un livello (il primo) mentre nel pubblico valgono per due livelli (anche il secondo). Una posizione "inaccettabile" anche per Raffaele Bonanni, segretario confederale della Cisl, e per il leader della Uil "le parole di Siniscalco non aiutano certo la trattativa".


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