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Unità-Statali, An contro Maroni I sindacati: l'8% non si tocca

Statali, An contro Maroni I sindacati: l'8% non si tocca MILANO Statali, è scontro. Mentre Alemanno blocca Maroni ("il 2% di aumento è troppo poco", ha ribattuto il ministro di An a quello della ...

11/10/2004
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Statali, An contro Maroni I sindacati: l'8% non si tocca

MILANO Statali, è scontro. Mentre Alemanno blocca Maroni ("il 2% di aumento è troppo poco", ha ribattuto il ministro di An a quello della Lega), Cgil, Cisl e Uil cercano di rimettere a fuoco la questione: un "governo serio", anzichè aprire una "gara mediatica" sul contratto degli statali, ci convocherebbe subito per aprire la trattativa, replicano i sindacati dopo le polemiche scoppiate all'interno dell'esecutivo sull'entità degli aumenti da concedere al pubblico impiego. Per il sindacato l'aumento è già deciso nella misura dell'8%, ed è una misura da cui non intende recedere, ricordando anche le prime otto ore di sciopero già indette per il 18 ottobre.
"Non lo devono fare Mazzella, Maroni o Alemanno il contratto, lo dobbiamo fare noi. Hanno una proposta? ci convocassero", dice Nino Sorgi, segretario confederale della Cisl. E lo stesso ricorda Carlo Podda della Cgil, invitando i ministri a non affannarsi "a discutere tra di loro su quanto di meno ci devono dare rispetto a quello che noi abbiamo chiesto: perchè il contratto degli statali o si fa sulla richiesta del sindacato, oppure non si fa".
Di sicuro, il rinnovo del contratto dei circa 3 milioni e mezzo di lavoratori statali (contratto scaduto da quasi un anno) ha aperto un nuovo fronte polemico nella maggioranza. Dopo lo stop del ministro al Welfare, Roberto Maroni, che ha messo il tetto del 2% agli aumenti, è la volta del ministro alle Politiche agricole Gianni Alemanno, che invece ribatte: "Il 2% è troppo poco. Bisogna trovare un compromesso, cercando di mettere sul terreno anche una detrazione fiscale Irpef legata ai redditi medio bassi".
"Un balletto come questo - dice Antonio Foccillo, segretario confederale Uil - in cui i ministri non riescono a mettersi d'accordo neanche tra di loro, non ci dà nessuna certezza". Quanto alla richiesta di aumenti salariali dell'8%, Foccillo afferma che "è confortata da tutti gli indicatori economici che dicono che il potere d'acquisto dei salari è caduto ed è caduto tanto".
E Podda, che la definisce "assolutamente ragionevole", ricorda i dati Istat: nei quattro anni 2000-2003 i salari dei pubblici sono aumentati dell'8,8%, circa quattro punti in meno rispetto a un'inflazione di oltre il 12%. "Quindi - sottolinea - l'8% è assolutamente ragionevole, fatto sommando il recupero dell'inflazione, quella attesa, e l'1% di contrattazione integrativa". la.ma.

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