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Unità-speciale scuola-Il tutor: l'origine di tutti i problemi

10.09.2004 Il tutor: l'origine di tutti i problemi di ma.ta. È doveroso partire da questa figura, perché fotografa di fatto tutta la contraddittorietà della riforma. Chi è il tutor? Nell...

10/09/2004
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l'Unità

10.09.2004
Il tutor: l'origine di tutti i problemi
di ma.ta.

È doveroso partire da questa figura, perché fotografa di fatto tutta la contraddittorietà della riforma. Chi è il tutor? Nelle scuole primarie è un mix tra la vecchia maestra unica e il dirigente d'azienda. Nelle scuole medie, invece, ricorda tanto la vecchia coordinatrice di classe. Secondo la legge 53/2003 il tutor dovrebbe svolgere almeno 18 ore d'insegnamento nella propria classe, oltre ad assolvere la triplice funzione di riferimento per le famiglie, raccordo con il territorio e valutazione degli studenti. Sotto quest'ultimo aspetto, a partire da questo anno scolastico, è stato introdotto il cosiddetto portfolio delle competenze, una specie di curriculum vitae per ogni singolo alunno, aggiornato dei progressi fatti e dei crediti acquisiti. Sono tuttavia ancora vaghe le modalità per la predisposizione del portfolio e incombono due rischi: una precoce "schedatura" dei bambini e una confusione di ruoli tra famiglia e docenti in merito alla valutazione. Sì, perché la compilazione del portfolio esige la partecipazione dell'alunno e delle famiglie. E cosa accadrebbe se ad esempio, dopo l'ultimo anno delle medie, il tutor consigliasse studi tecnici per l'alunno e la famiglia volesse mandarlo al liceo?

Oltre a questa, sono diverse le cose che non quadrano. In primo luogo la contrattualizzazione della nuova figura. Gli incontri tra Aran, l'organismo che per conto del governo stipula i contratti collettivi dei dipendenti pubblici con i sindacati e i sindacati stessi, non hanno dato luogo a risultati concreti. Mancano gli appigli e i riferimenti per capire chi è il tutor e chi debba farlo e quale compenso debba percepire. Consapevole di questi vuoti legislativi, "il governo ha fatto di tutto per bypassare il contratto con atti unilaterali", spiega Enrico Panini, segretario di Cgil Scuola, che aggiunge: "Il ritardo dell'esecutivo nell'emanare l'atto di indirizzo (avrebbe dovuto farlo entro 18 mesi dopo l'approvazione della legge) si spiega solo così".

Inoltre si intravede il rischio che la figura del tutor origini una distinzione gerarchica all'interno delle scuole. Il tutor, così prevede la legge, risulta essere il maestro o la maestra prevalente (cioè che insegna matematica e lettere) nella scuola primaria e colui che definizione molto generica è "in possesso di un'adeguata formazione" nella scuola media. Negli incontri con l'Aran i sindacati hanno espresso la loro contrarietà all'introduzione della nuova figura professionale e hanno ribadito il principio della collegialità all'interno degli istituti. Cosa che del resto sottoscrivono pure le singole scuole. Sono molti gli istituti che hanno respinto in blocco il tutor, che segna un ritorno al passato, un impoverimento nelle scuole e nelle relazioni tra scuole e famiglie. Ecco cosa ne pensano, del tutor, alcuni dirigenti sindacali: "No al prof tuttologo" (Enrico Panini, Cgil Scuola), "Vincolo all'autonomia" (Francesco Scrima, Cisl Scuola), "Una funzione inutile" (Alessandro Ameli, Gilda).


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