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Unità-Sos dei rettori: "Così l'Università muore"

Sos dei rettori: "Così l'Università muore" La Crui: nel Dpef nemmeno una parola per noi, in Europa andiamo sempre indietro di Alessandro Antonelli / Roma ATENEI SENZA FONDI Il refra...

21/09/2005
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l'Unità

Sos dei rettori: "Così l'Università muore"

La Crui: nel Dpef nemmeno una parola per noi, in Europa andiamo sempre indietro

di Alessandro Antonelli / Roma

ATENEI SENZA FONDI Il refrain è sempre lo stesso. Lo stato italiano investe troppo poco nel sapere. E l'esito della "scarsa sensibilità verso i temi della conoscenza" è prevedibile: atenei isolati e sottofinanziati, ricercatori precari e malpagati, cervelli in fuga, riforme zoppe e inadeguate. La relazione annuale sullo stato delle università presentata dalla Crui, la conferenza dei rettori italiani, è un lungo "cahier de doléance" che assume i toni di una vera e propria requisitoria contro il governo: "Nel documento di programmazione economica e finanziaria - accusa il presidente Piero Tosi parlando alla platea di circa duemila "addetti ai lavori" che affolano l'Auditorium di Roma - neanche una parola sull'Università". Solo un accenno alla contestatissima riforma della docenza.
La situazione, secondo il presidente della Crui, anzicché migliorare peggiora: i finanziamenti per il sapere diminuiscono e sempre più spesso finiscono sotto la voce "spesa" e non vengono valorizzati come "investimenti": "Lo Stato e le Regioni coprono solo il 65% delle entrate delle Università. Il resto sono contributi privati e degli studenti". Sui presunti sprechi degli atenei Tosi è categorico: "È una falsità lasciar credere che la spesa per il personale sia elevata; è inferiore al 61% del budget totale. I privilegi sono altrove". Il risultato è che l'Italia è il paese europeo che paga di meno i suoi ricercatori, il cui numero è uguale alla metà della media europea: "Ciò nonostante - si legge nella relazione - la nostra produzione scientifica è in linea con la media europea". I nostri studiosi, cioè, sono bravi ma sottopagati e mortificati da una riforma che intende riamaneggiarne il ruolo e il contributo.
Per il resto il ritratto dell'Università è a tinte chiaro scure: la percentuale dei laureati, in aumento del 33% negli ultimi tre anni, è comunque tra le più basse in Europa. In compenso gli immatricolati sono aumentati del 13%, e gli abbandoni sono scesi al 35%. Ma grava sui nostri giovani l'assenza di una seria prospettiva lavorativa: il tasso di occupazione dei laureati a un anno dalle lauree del "vecchio ordinamento" è in calo, mentre le imprese sono alla ricerca dei ragazzi con la laurea "facile", quella che Tosi chiama "professionalizzante" ma che spesso sacrifica l'acquisizione di una necessaria "cultura generale".
Tosi legge il documento tutto d'un fiato, con timbro monocorde che si altera solo quando arriva il momento dell'appello alle forze politiche: "Ricordatevi dell'Università". Un modo per chiedere al governo che verrà un significativo cambio di passo per andare incontro a politiche per il sapere condivise con gli atenei. Partendo dalla convocazione degli "Stati generali dell'università", un'assise nazionale che rilanci un grande dibattito pubblico sul sapere: "Finora invece siamo stati messi di fronte a provvedimenti talora adottati per decreto legge, affrettatamente applicati, a mutamenti surrettizi, a stravolgimenti impensati".
Seduta in prima fila il ministro Moratti, presa di mira dagli studenti che dalla galleria ne chiedono a gran voce le dimissioni, ascolta attentamente. Affianco a lei c'è il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, in rappresentanza di un governo chiamato ad un vero e proprio "redde rationem". Qualche poltrona più in là Piero Fassino e Romano Prodi ascoltano il grido di dolore dei rettori universitari: "Condividiamo questo appello e lo facciamo nostro" assicura il segretario della Quercia lasciando l'Auditorium, mentre il Professore, fischiato da alcuni militanti di Azione universitaria, apprezza la relazione di Tosi e avverte: "Sull'università bisogna lavorare a lungo e a fondo".


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