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Unità-Sorpresa, Moratti non va fuori Tema

Sorpresa, Moratti non va fuori Tema Le tracce della maturità Marina Boscaino Forse appagati dal gran numero di CD e opuscoli propagandistici che hanno fatto piovere nelle scuole ital...

17/06/2004
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l'Unità

Sorpresa, Moratti non va fuori Tema

Le tracce della maturità

Marina Boscaino

Forse appagati dal gran numero di CD e opuscoli propagandistici che hanno fatto piovere nelle scuole italiane; forse allarmati dal clamore suscitato dalle scandalose tracce dello scorso anno (una delle quali - quella sull'acqua - conteneva (vi ricordate?) una citazione dell'esimio statista Silvio Berlusconi; forse ancora perché - in un attimo di rara lucidità - hanno riconosciuto alla scuola e all'esame di Stato il ruolo che dovrebbero avere, senza considerarli proprietà privata e palestra privilegiata del Governo-pensiero...
Comunque sia, quest'anno i responsabili del Ministero dell'Istruzione hanno proposto per la prima prova di maturità tracce sobrie, misurate, interessanti, critiche. E fa piacere riconoscerlo. Fa piacere soprattutto per quegli studenti e per quei professori - moltissimi - che hanno continuato a credere in una scuola che produca istruzione, cultura, educazione, coscienza critica. Come nelle migliori tradizioni degli ultimi anni alle 7.12 del mattino nel forum della Maturità di un sito studentesco l'utente "Forza Inter" dava l'indicazione di Montale, poi rivelatasi giusta. Tra le 9 e le 10 tutti i siti telematici specializzati accoglievano le tracce, a dimostrazione che nell'era di Internet e del sms nulla possono le perentorie circolari ministeriali, Ci penserà la polizia a portare avanti le indagini di rito. Noi parliamo di scuola. Quella alla quale si riferiscono i titoli della prima prova di italiano è una scuola civile, abbastanza pluralista, che contempla uno spiegamento di pensiero, di attitudini, di tendenze a 360 gradi; una scuola, insomma, molto diversa da quella che Letizia Moratti sta cercando di creare con la sua riforma e con i fantasiosi provvedimenti che di fatto reprimono la libertà di pensiero, di apprendimento, di espressione. Di cui la recente intesa con il cardinal Ruini e l'individuazione di "un'antropologia cristiana" come elemento di convergenza tra le varie discipline e "risposta pedagogica" per la scuola italiana, nonché la recente decisione di assumere nei prossimi 3 anni 15.000 insegnanti di religione cattolica, secondo criteri discrezionali che sconvolgono le norme che da anni regolavano l'assunzione nella scuola pubblica italiana, costituiscono l'ultimo clamoroso esempio.
"Il viaggio finisce qui" è il suggestivo incipit di "Casa sul mare" di Eugenio Montale, tratto dagli "Ossi di seppia" e contenente alcuni dei motivi principali della sua poetica, che hanno consentito ai candidati di spaziare agevolmente tanto su aspetti formali che tematici. La scuola individuata dai temi della prima prova dell'esame di stato si interroga sulla funzione della filosofia oggi - richiedendo una riflessione sulla riscoperta della necessità del pensare; soffermandosi sulla categoria del tempo e sulle sue variazioni -; e per far questo chiede suggerimenti plurali, considera punti di vista differenti, fa riferimento a posizioni culturali, ad idee del mondo diverse e sollecita i propri studenti ad orientarsi tra di esse. La scuola alla quale queste tracce sono rivolte si sofferma sul concetto di Costituzione europea, ne propone interpretazioni anche distanti, produce documenti che stimolano la riflessione autonoma. Suggerisce, invita, non ha verità incontestabili in tasca, letture obbligate da proporre e da imporre. E anche quando si sofferma sulla storia, sulla storia recente, quella del Novecento, non la obbliga all'interno di griglie precostituite, ma ne offre una chiave di lettura aperta all'interpretazione, al dubbio, alla critica. Cosa è successo? Quanta differenza rispetto allo scorso anno, quando i totalitarismi erano prevalentemente "rossi", quando la citazione impudica era quella scontata, insignificante, di Berlusconi. C'è qualcosa di significativo in questo cambiamento di rotta. Evidentemente l'anno scolastico appena trascorso ha indotto il Ministero alla prudenza, alla moderazione, alla riflessione. Evidentemente la vigilanza che la società civile ha inflessibilmente tenuto sul sistema scuola ha avuto qualche effetto. E una occasione così pubblica come l'esame di stato non permetteva disattenzioni, non ammetteva altre gaffes. Piacerebbe pensare che da un fatto così strettamente legato alla scuola come le tracce della prima prova dell'esame di maturità possa partire l'inizio di un ravvedimento da parte del Ministero e del Governo, che in questi anni alla scuola non hanno riservato che bugie, mistificazioni, danni ingenti, economici e morali. Piacerebbe poter pensare che al pluralismo e all'accettazione della dialettica democratica cui queste tracce sembrano ispirate possa conformarsi anche l'operato del Ministro, che in questi anni ha dimostrato puntualmente di non conoscere questi indispensabili elementi di civiltà. Sarebbe bello, infine, credere che l'ultima traccia, quella dedicata al principio della legalità, "valore universalmente condiviso", sia l'inizio di un percorso di autocoscienza, che contempli anche una riflessione profonda sull'operato di un Governo e di un Ministro che hanno più volte violato con noncuranza alcuni principi fondamentali della nostra Costituzione. Tra i vari organismi sociali che, come suggerisce quella traccia, possono promuovere la cultura della legalità c'è senz'altro la scuola. Ma in una sorta di sdoppiamento della realtà, in cui i principi ispiratori cui si riferiscono le tracce vengono puntualmente ignorati dal Governo, la Moratti sta costruendo una scuola che certamente non induce i giovani a "scegliere un percorso di vita ispirato ai valori di solidarietà e giustizia". Tutti i temi scelti indicano - nella loro varietà e nell'ampio respiro - la considerazione di un tempo scuola ampio, disteso, che dia modo e spazio per riflettere, insegnanti e studenti, sulla complessità del reale, su grandi valori, sulla funzione delle discipline intese come strumenti di decodificazione critica della realtà, al di là della puntuale scansione dei contenuti. Ma la scuola-Moratti contrae il tempo scuola, taglia cattedre, accorpa classi, diminuisce le ore destinate alle singole discipline.
Non so se si tratta dell'ennesima operazione di facciata di un ministro capace di astuzie sofisticate. Staremo a vedere. Per il momento rallegriamoci del fatto che i nostri studenti abbiano potuto godere della libertà del proprio pensiero e abbiano potuto confrontarsi con l'indubbia complessità di queste tracce in un momento molto importante, al di là delle riserve e degli scetticismi, della loro vita.


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