FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3767225
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità-Sono giovane, voglio lottare, cerco speranza

Unità-Sono giovane, voglio lottare, cerco speranza

Sono giovane, voglio lottare, cerco speranza di Jennifer Gregoretti Cara Unità, di politica so davvero poco, ma questo "poco" è abbastanza perchè io sia una "sinistroide" convinta (ho provato ...

07/06/2002
Decrease text size Increase text size
l'Unità

Sono giovane, voglio lottare, cerco speranza
di Jennifer Gregoretti

Cara Unità,
di politica so davvero poco, ma questo "poco" è abbastanza perchè io sia una "sinistroide" convinta (ho provato anche a diventare mancina ma la mia mano non è disposta a collaborare).
È da un po' di tempo che mi interrogo, precisamente da quando ho cominciato a vedere ovunque (ovunque!!) l' inquietante faccia sorridente del nostro "Presidente operaio". Il suo sguardo ti seguiva mentre andavi a scuola, in negozio, al cinema, in bar, dalla parrucchiera... così quando ero in bagno controllavo sempre di aver chiuso a chiave... aveva il potere di entrare dappertutto.
Decisivo è stato guardare il faccino triste ("triste" è un eufemismo) di mio padre, il giorno delle elezioni, in quel deprimente 13 maggio del 2001.
Stavamo tutti da mia zia, attaccati al telefono in cerca di buone notizie da amici dei comuni limitrofi e da mia cugina, reduce da due ore di fila ai seggi romani. Tornando a casa, l'unica cosa che papà ha detto è stata: "Per favore, non accendere la tv adesso. Non voglio sapere niente. Vorrei dormire stanotte".
D'altronde per me non poteva essere altrimenti. Quando ero ancora nella pancia della mamma, lei imbiancava le pareti della cucina, nella festa de l'Unità. E in quella stessa festa fino all'età di nove anni ho dormito su un materasso dietro un frigo dell'enoteca.
Papà è un tipo piuttosto taciturno ma, quando parla di politica, diventa il più logorroico dei logorroici e per una volta riesce a essere serio. In un certo senso questa politica, così complicata e all'apparenza noiosa, ci ha avvicinati.
I miei genitori mi hanno insegnato prima di tutto i valori dell'onestà, della lealtà, del rispetto e della tolleranza. Mi hanno fatto capire che esistono tante culture, tanti modi di vedere le cose. Nè peggiori, nè migliori, solo... diversi.
E chi si considera "superiore" può essere soltanto un ipocrita ottuso ignorante spocchioso opportunista, un individualista xenofobo con il paraocchi, che di quei valori non ha mai sentito parlare.
Io per questo amo, ammiro i miei genitori e ne sono orgogliosa.
Questo interessamento alla politica si è fatto sempre più animato anche grazie alla voglia di controbattere rigorosamente tutte le colossali baggianate che escono spesso dalla bocca di alcuni miei conoscenti e che non citerò perché mi vergogno per loro.
Una volta, durante una discussione molto accesa, ho detto: "Con te è impossibile ragionare!" e mi è stato chiesto quale era la differenza tra di noi; in fondo nemmeno io cambiavo opinione.
Al momento non ho saputo rispondere, poi, riflettendo, mi sono accorta che io, di sinistra, cercavo di argomentare le mie tesi mentre lui, di destra, non faceva altro che ripetere le stesse cose senza dare spiegazioni, arrampicandosi sugli specchi, contraddicendosi e insultando il mio modo di pensare. Lo ritengo un grosso difetto dei politici (problema anche dell'opposizione, pur in maniera più moderata): piuttosto che motivare le loro idee, preferiscono sputare veleno sugli altri (è più semplice).
Certo, è giusto mettere in evidenza, con argomentazioni il più possibile oggettive, gli errori degli "avversari" (soprattutto se questi ci porteranno al catafascio!), ma non ci si può basare esclusivamente su questo per coinvolgere la gente e ottenerne il consenso.
Mi sembra che molti non riescano a superare certi schemi mentali che hanno acquisito (chi per ignoranza, chi per superficialità, chi a causa di diverse esperienze). Capisco la divergenza di opinioni; come qualcuno trova inconcepibile che io non ripudi persone di colore, omosessuali, musulmani, barboni, etc, a me vengono i brividi a vedere questo qualcuno disegnare svastiche, scrivere "Viva il Duce" ed esaltare la genialità della pena di morte.
Quello che non capisco è come non si riesca ad essere obiettivi nel giudicare alcune cose che, ai miei occhi, appaiono così palesi...
Ad esempio il conflitto di interessi. Oppure il fatto che gli immigrati, come brillantemente ci ha fatto notare i Ministro Bossi, "distruggeranno la nostra cultura, la nostra storia, la nostra religione, le nostre tradizioni". Come si fa a non ritenerla un'apodittica stupidaggine?!
La depressione incombe.
Allora passerò ai ricordi felici, tra i quali echeggiano "Imagine" e senza dubbio "Bella ciao" (in tre versioni: una di Santoro, una dei Modena City Ramblers e una cantata da un sacco di voci un po' stonate ma che lasciano immaginare il luccichio negli occhi degli anonimi proprietari).
Penso dunque con piacere alle discussioni e alle manifestazioni anti riforma Moratti per cui noi studenti ci siamo informati e impegnati.
Mi illumino al ricordo del 23 marzo, a Roma, assieme ad alcune mie amiche, a mia cugina, mio padre e i suoi amici.
Incuranti del caldo e della stanchezza, camminavamo sorridendo al solo pensiero di far parte di quel rumoroso fiume rosso che scorreva per le vie della capitale. Salutavamo la gente che dalle finestre, in mancanza di bandiere, esponeva ombrelli, vestiti e asciugamani, tutti fedelmente rossi; gente che applaudiva e si accingeva a raggiungerci. E nei pressi del Colosseo ho visto papà sciogliersi mentre stringeva la mano a Veltroni.
Ci siamo per un attimo incupiti quando siamo stati avvisati di alcuni disordini, ai Fori. Già mi immaginavo la faccia di Fede quando proclamava fiero che "quei vandali dei comunisti avevano distrutto Roma". Bleah. Per fortuna è arrivata presto la smentita. Fede era rimasto a bocca asciutta.
"Siamo tre milioni!!!": ecco le parole che hanno scatenato un gioioso boato accompagnato da un tripudio di abbracci.
E poi tutti rapiti dalle parole di Cofferati, ancora un po' commossi e in brodo di giuggiole per la favolosa notizia.
Ma non eravamo tre milioni... eravamo molti di più!
C'era un oceano di persone che, pur non potendo venire, era lì con il cuore. Dal palco il leader della Cgil aveva annunciato la data dello sciopero generale, quindi il 16 aprile siamo scesi nuovamente in piazza per manifestare il nostro dissenso e difendere l'articolo 18, i diritti dei lavoratori, dei cittadini.
La tappa successiva è stata a Udine, il 23 dello stesso mese, dove sono intervenuti, tra gli altri, Giuliano Giuliani, Rosina Cantoni e Sergio Cofferati.
Importante non dimenticare il 25 aprile, festa della Liberazione (!!), a cui però poca gente ha partecipato. Infine il primo maggio, a Cervignano. Mi ci hanno sempre portata ma credo sia il primo anno che ci vado consapevolmente.
Là, io e un mio amico abbiamo incontrato due signori di 82 anni, pieni di vita, meravigliosi, legati da una sincera amicizia che dura praticamente da sempre.
Dopo averci raccontato come avevano vissuto gli anni della Resistenza, uno dei due ha aperto il portafoglio e ne ha estratto alcune vignette e strisce rosse de l' Unità affinchè le commentassimo insieme. Allora noi, che apparteniamo al "gruppo dei giovani", quei giovani che spesso vengono definiti (com'è brutto generalizzare!) materialisti, strafottenti e privi di interessi, abbiamo per l' ennesima volta ricevuto la conferma di come siano indispensabili il dialogo, il confronto, la storia, la diversità.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL