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Unità-Soldi alla ricerca?Solo fumo negli occhi

PROMESSE Il raporto dell'Istat smentisce la Moratti Soldi alla ricerca?Solo fumo negli occhi di Pietro Greco All'atto del suo insediamento, nel 2001, alla guida del Ministero per la ...

17/10/2005
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l'Unità

PROMESSE Il raporto dell'Istat smentisce la Moratti

Soldi alla ricerca?Solo fumo negli occhi

di Pietro Greco

All'atto del suo insediamento, nel 2001, alla guida del Ministero per la pubblica istruzione Letizia Moratti aveva promesso il raddoppio dell'intensità della spesa pubblica in ricerca e sviluppo e il rapido avvicinamento dell'intensità della spesa complessiva alla media dei paesi europei. Il rapporto presentato dall'Istat nei giorni scorsi ci consente di verificare se la promessa è stata mantenuta. E se è possibile che venga mantenuta almeno con l'ultima finanziaria di questa legislatura.
Diciamo subito che i dati completi - perché riguardano università, enti pubblici e imprese - si fermano al 2003. E, quindi, sono relativi ai primi due anni della gestione Moratti. In questi due anni si è avuta effettivamente una crescita: la spesa italiana assoluta in ricerca dai 13.572 milioni di euro del 2001 ai 14.769: con un incremento dell'8,8%. Se però il calcolo viene effettuato a prezzi costanti (cioè al netto dell'inflazione), l'incremento risulta molto più modesto: del 2,6%. Se poi si misura in termini relativi, l'incremento praticamente sfuma. Nel 2001 l'Italia investiva in ricerca l'1,11% del Prodotto interno lordo, nel 2003 ha investito l'1,14%. È escluso che negli ultimi due anni la spesa sia aumentata in maniera significativa. Cosicché possiamo dire che rispetto a cinque anni fa l'Italia investe complessivamente (pubblico e privato) in ricerca più o meno quanto investiva nel 2001.
L'Italia non si è avvicinata alla spesa media dei paesi europei. Avrà il Ministro mantenuto almeno il primo dei suoi impegni: raddoppiare l'intensità della spesa pubblica (passando dal quasi 0,6 a oltre l'1% del Pil)? Mancano i dati relativi alla spesa pubblica nelle imprese. Cosicché gli unici dati parziali che abbiamo sono quelli relativi agli Enti pubblici di ricerca o ad altre istituzioni. Ebbene, nel 2001 la spesa totale in questo settore ammontava a 2.493 milioni di euro. Nel 2005 questa spesa, stima l'Istat, ammonterà a 2.374 milioni di euro. In quattro anni, dunque, la spesa non solo non è raddoppiata, ma è addirittura diminuita di 119 milioni: meno 4,9%. Se poi calcoliamo questi cambiamenti a prezzi costanti (anno di riferimento il 1995), la spesa negli Enti di ricerca o in altre istituzioni pubbliche nei quattro anni della Moratti è passata da 1.973 a 1.808 milioni di euro: con una diminuzione netta dell'8,4%. Un'autentica catastrofe.
Resta la finanziaria appena proposta dal ministro Tremonti, con la possibilità di devolvere il 5 per mille alla ricerca nella dichiarazione dei redditi. Il 5 per mille del gettito Irpef ammonta a circa 660 milioni. Se tutto questo gettito passasse alla ricerca, la variazione non sarebbe superiore a 0,05 punti del Pil. Un'inezia. Ma in realtà si pensa che solo una parte degli italiani firmeranno in favore del 5 per mille. E che il gettito reale non supererà i 270 milioni di euro. Per queste risorse potranno competere sì le università e i centri di ricerca, ma anche altre organizzazioni (associazione ed enti locali) per altri scopi. Anche ammettendo un'equa ripartizione, è verosimile che ai laboratori pubblici affluiranno risorse per circa 90 milioni di euro. Insomma, se tutto andrà per il meglio nell'ultimo anno del governo Berlusconi la ricerca pubblica potrà recuperare la metà di quanto lo stesso governo ha già tagliato, a prezzi costanti, nei quattro anni precedenti. Se questo può essere considerato un successo


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