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Unità-Sit-in degli alberghieri contro la riforma Moratti

Sit-in degli alberghieri contro la riforma Moratti Studenti e docenti contrari alla regionalizzazione Luigi Poeta Cappelli da cuoco in testa e coperchi delle pentole in mano. Ecco c...

23/01/2005
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l'Unità

Sit-in degli alberghieri contro la riforma Moratti

Studenti e docenti contrari alla regionalizzazione

Luigi Poeta

Cappelli da cuoco in testa e coperchi delle pentole in mano. Ecco come si sono presentati gli studenti e i docenti degli Istituti alberghieri d'Italia sotto il Ministero della Pubblica Istruzione per protestare contro il decreto attuativo della riforma Moratti riguardante il trasferimento degli istituti professionali di Stato alle Regioni. Un provvedimento che potrebbe portare alla scomparsa dalle scuole italiane sia dei laboratori che degli insegnanti "tecnico - pratici" sostituendo la loro didattica con l'alternanza "scuola - lavoro" nelle aziende. "Con questo decreto la Moratti ci condanna ad un futuro senza posto di lavoro" commenta Fabio, docente IPSSAR di Salerno che come tanti suoi colleghi ha aderito al sit in proclamato dallo SNAIPO (Sindacato Nazionale Insegnanti di Pratica Operativa). Per i manifestanti regionalizzare gli IPSSAR significa creare gravi danni per la spendibilità reale dei diplomi esponendo, tra l'altro, gli studenti a rischi di sfruttamento oltre ad inserirli nel mondo lavorativo senza quella competenza di base che solo gli istituti alberghieri statali possono dare. Un' ipotesi, questa, che avrebbe come conseguenza una netta diminuzione di posti di lavoro nel settore della ristorazione. Per un giorno gli studenti si alleano con i professori. Cantano e ballano insieme, uniti contro un provvedimento che potrebbe dividere le loro strade. Futuro incerto anche per i docenti "tecnico - pratici" degli istituti Statali che rischiano di veder diminuire le loro ore lavorative a favore delle aziende private. "E' incredibile che i tanti anni dedicati ai ragazzi vadano persi così - continua Fabio - non possiamo veder smembrare quegli stessi istituti che la Moratti ha definito il "fiore all'occhiello" della scuola italiana. Siamo qui per difendere i nostri diritti ma anche quelli dei ragazzi che rischiano di non avere una preparazione adeguata alla professione che si accingeranno a svolgere".


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