FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3786925
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità-Sfida alla Moratti, una scuola privata islamica

Unità-Sfida alla Moratti, una scuola privata islamica

Sfida alla Moratti, una scuola privata islamica Un istituto parificato: è la proposta del provveditore milanese dopo il no alla classe musulmana Virginia Lori MILANO Un istituto ...

19/07/2004
Decrease text size Increase text size
l'Unità

Sfida alla Moratti, una scuola privata islamica

Un istituto parificato: è la proposta del provveditore milanese dopo il no alla classe musulmana

Virginia Lori

MILANO Un istituto privato parificato per i musulmani: è questa l'ipotesi del Provveditore di Milano Antonio Zenga, dopo il no alla costituzione di una classe per soli islamici in un liceo della città, l'Agnesi, che avrebbe dovuto ospitare i circa 400 bambini e ragazzi musulmani che frequentavano una scuola isalmica abusiva, in via Quaranta, alla periferia della città. Si tratterebbe di una scuola confessionale, come le tante che ci sono nel nostro Paese, con le stesse caratteristiche e le stesse regole. Un istituto simile alle scuole americane, francesi o svizzere che sono ospitate sul nostro territorio. Cosa significa, allora, nel concreto? Dovrebbe essere un istituto gestito dalla comunità islamica, ma riconosciuto dal ministero dell'Istruzione. Con gli stessi programmi ministeriali della scuola pubblica, ma con la possibilità di scegliere quali materie approfondire. Con insegnanti scelti dalla stessa scuola, ma iscritti nelle graduatorie del Provveditorato. E con un'impostazione che rispetti la tradizione musulmana. e con la possibilità di approfondire alcune materie e tematiche a scelta. Si potrebbe così studiare la storia araba e leggere il Corano di pomeriggio, scegliere l'arabo come seconda lingua al posto dell'inglese, e dedicare l'ora di religione a quella musulmana. E allora, si tratterebbe davvero di un passo verso l'integrazione? "È una soluzione di compromesso, ma in questo campo sono possibili solo soluzioni di compromesso. Ovvero strategie di mediazione tra il principio dell'universalismo dell'istruzione pubblica e la necessità di tener conto di tempi e forme e modi di integrazione che possono essere lenti, complessi e contradditori- commenta il senatore dei Verdi Luigi Manconi - In altre parole mi sembra importante che un percorso formativo che si fonda su un'identità etnica e religiosa sia accolta in un sistema pubblico perché solo questo può evitare la ghettizzazione, la creazione di nicchie separate l'autoreferenzialità". La proposta non è nata in questi giorni, ma si tratta di un progetto elaborato dal presidente dell'istituto culturale milanese di viale Jenner, Abdel Hamid Shaari, che doveva essere realizzato anni fa, ma che si era bloccato perché il Comune aveva proposto come sede un edificio nei pressi dell'areoporto di Linate, il cui affitto costava 360 milioni di lire l'anno. Davvero troppe. Ora la proposta è stata ripresentata, dopo che la vicenda della classe differenziata ha portato il problema all'attenzione di tutti. In tutte le sue fasi e con tutte le polemiche che ne sono scaturite. Ripercorriamone le tappe. Dopo la scoperta dell'esistenza della "scuola abusiva" alcuni genitori egiziani chiedono di organizzare una classe di soli islamici. Il collegio docenti dell'Agnesi approva. E così fa anche la direzione regionale della Lombardia. All' Agnesi si iscrivono 20 studenti, 3 ragazzi e 17 ragazze. Dovrebbero seguire programmi ministeriali aiutati da docenti italiani, mentre dalle aule dell'istituto devono scomparire i simboli religiosi. Poi, però, arriva il no: prima dal direttore scolastico della Lombardia, Mario Dutto, poi dal ministero. Si scontrano due posizioni: chi è contrario dice che la scuola non deve ghettizzare, e chi è favorevole sostiene che è un modo per aprire, invece, il ghetto, un primo passo d'integrazione. E anche su questa nuova soluzione, i pareri sono controversi. Se il consigliere comunale Ds Marilena Adamo e il senatore dei Verdi Fiorello Cortiana ricordano che l'integrazione passa per la scuola pubblica, il capogruppo milanese della Margherita, Alberto Mattioli, accoglie favorevolmente l'apertura al dialogo. Della consueta intolleranza la Lega: "Serve la chiusura immediata di tutte le scuole islamiche del paese", dice Mario Borghezio. Al di là, comunque, dell'opportunità di costituire questo istituto, ci sono i problemi economici. Il gestore, infatti, dovrebbe provvedere alle spese con le rette e i finanziamenti privati, che però probabilmente non sarebbero sufficienti, visto che i genitori degli studenti di via Quaranta sono tutt'altro che ricchi. Le istituzioni, dunque, dovrebbero fornire all'istituto islamico una sede il cui affitto non sia troppo alto.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL