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Unità: Se la scuola si ferma a mezzogiorno

Il caso Ischia e i ritardi del sud

07/11/2009
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l'Unità

Pietro Greco

L’altro giorno gli studenti del liceo classico dell’isola d’Ischia non sono potuti entrare in aula, per fare lezione. Alle due del pomeriggio le porte sbarrate della struttura che li ospitava provvisoriamente, la Scuola Media, ha impedito loro l’ingresso. E loro, i ragazzi, si sono ritrovati letteralmente per strada. Sono quasi sei mesi che l’edificio del liceo è stato dichiarato inagibile. E in tutto questo tempo nessuno, nell’isola che vanta un reddito procapite paragonabile a quello di Zurigo e una ricettività alberghiera paragonabile a quello dell’intero Friuli Venezia Giulia, è riuscito a trovare una nuova sistemazione per i ragazzi e i docenti del classico. Non si tratta di uncaso.Da più di trent’anni i ragazzi che sull’isola d’Ischia frequentano il liceo scientifico sono ospiti in strutture provvisorie, quasi sempre costretti a doppi turni e in aule al limite della vivibilità. I licei classici e scientifici – ce lo dicono anche le indagini “PISA” – sono le scuole medie superiori d’eccellenza in Italia. I ragazzi che li frequentano hanno poco da invidiare per capacità scolastica a quelli di Zurigo, di Stoccolma o di Helsinki. Al contrario dei ragazzi che frequentano altri tipi di scuole medie superiori e che nelle indagini PISA risultano molti al di sotto della media europea. È vero che anche tra i licei non c’è una perfetta omogeneità. I liceali al Centro e al Nord risultano, in media, più preparati che a Sud. Poiché i programmi sono uguali, la spiegazione di questa asimmetria da molti viene ascritta alla diversità di condizione economica. Anche i licei risentirebbero della forbice che separa «le due Italie». Ma questa spiegazione non regge. Non per Ischia, almeno. Perché l’isola che ha il reddito procapite di Zurigo non ha le scuole di Zurigo? Perché l’isola, che pure vanta una capacità ricettiva pari all’intero Friuli, tollera ciò che né a Zurigo, né a Stoccolma e neppure a Pordenone viene tollerato: l’erosione del diritto allo studio e la mancanza di sedi dignitose per le scuole frequentate dai propri figli? È un problema di classi dirigenti, certo. Un problema, lo diceva Gramsci, storico per il Sud. Ma questa è, probabilmente, solo una parte della spiegazione. L’altra va cercata nella società civile. E nei suoi valori. La cultura, l’educazione dei propri figli, la costruzione di una società dove i beni pubblici contano almeno quanto i beni privati, non sono domande primarie nel Meridione d’Italia. I ragazzi del liceo classico di Ischia hanno occupato il vecchio edificio, giudicato inagibile. Non capita di frequente di vedere un’azione politica di comunitarismo solidale nell’isola appesantita dal più alto tasso di abusivismo del Paese. Speriamo che quello lanciato dai ragazzi del classico sia il segno di un bisogno emergente: stare insieme sulla base di nuovi valori, per evitare il lento e opulento declino della post-società costruita dai loro padri.


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