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Unità: Se cala il grande freddo tra Epifani e Padoa-Schioppa

Il confronto tra sindacati e governo si apre con le perplessità della Cgil sulle previsioni e le linee di azione del ministro. «Incomprensioni» pericolose per il futuro

09/09/2006
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l'Unità

r.g.
«Il ministro Padoa-Schioppa ha sbagliato le previsioni...». Le parole di Guglielmo Epifani pronunciate alla festa dell’Unità di Pesaro giovedì sera sono di quelle che lasciano il segno. C’è il segretario della Cgil, il più grande sindacato italiano, che contesta i numeri del ministro dell’Economia, un tecnico prestigioso, il fiore all’occhiello dell’esecutivo, in coincidenza con l’emergere di una tensione di fondo tra mondo del lavoro e governo mentre si prepara la finanziaria.
Parole eccessive, quelle pronunciate da Epifani? Una forzatura dovuta al clima “caldo”, da standing ovation, della festa? No, c’è qualche cosa di più serio e profondo, anche perchè Epifani non è certo abituato a comportarsi come un hooligan. E sarebbe sbagliato, proprio alla vigilia di un confronto che si annuncia lungo e tortuoso tra governo e parti sociali, sottovalutare le osservazioni del segretario generale della Cgil a Padoa-Schioppa.
Già lunedì scorso, a pranzo, Epifani aveva parlato chiaro con il ministro dell’Economia. «Lei ha sbagliato le previsioni - aveva detto secco il leader della Cgil - Che bisogno c’era di evocare l’allarme della situazione del 1992 quando poi i dati delle entrate fiscali, della crescita economica, del fabbisogno hanno dimostrato che la situazione è ben diversa?» Più o meno sono state queste le parole usate dal sindacalista. Padoa-Schioppa non si attendeva l’affondo di Epifani e, immediatemente, si è risentito di fronte a queste critiche severe. Una diversità di valutazione e una polemica che poi sono state civilmente superate, ma che hanno richiamato l’interesse anche di altri ministri e del presidente del Consiglio, Romano Prodi. Ma se l’educazione e lo stile dei due personaggi aiutano a risolvere velocemente eventuali incomprensioni (tra l’altro Padoa-Schioppa aveva concesso la sua prima uscita pubblica proprio alla festa della Cgil di Serravalle pistoiese, l’8 luglio scorso, in un confronto col leader sindacale), le critiche di Epifani sono, come si diceva un tempo, di «contenuto» e non pregiudiziali.
Alla Cgil, in ordine, non sono piaciuti l’allarmismo sui conti, la drammatizzazione delle «partite» sociali (a partire dalla questione pensioni), il concerto a più voci dei ministri su temi delicatissimi che interessano la vita di milioni di cittadini. Questi sono fatti che, nelle ultime settimane, hanno lasciato il segno in casa Cgil dove, tra l’altro, nessuno vuol correre il rischio di passare per il sindacato di sostegno di questa maggioranza. Epifani, dopo la riduzione della manovra da 35 a 30 miliardi, ha voluto mettere un paletto di fronte alla proliferazione dei «numeri» della finanziaria e indicare una priorità: ci sono le risorse da spalmare per una politica di sviluppo e se bisogna parlare di pensioni, se ne parla dopo, fuori dalla finanziaria.
Ieri Padoa-Schioppa, in un’intervista al Corriere della Sera, è stato molto rassicurante e ha detto che con i sindacati «troveremo l’accordo». Epifani gli ha risposto senza concedere nulla all’ottimismo: «Dipende da quello che farà il governo, la prossima settimana inizieremo i primi incontri sulla politica dei redditi, poi sulle politiche di sviluppo. Vedremo, i giorni sono pochi...». Insomma, le incomprensioni, le divergenze di questi giorni possono essere superate al tavolo del negoziato, prima che possa scendere il grande gelo tra Epifani e il ministro dell’Economia


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