Unità: Scuole come Fondazioni?
E scoppia la querelle sulla proposta di Fioroni
La Cgil: un pannicello caldo
Una scuola-fondazione? Il centrosinistra si divide sulla proposta lanciata al vertice di Caserta dal ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni, mentre la destra plaude e invita il ministro a fare sul serio «senza propaganda», e di più per le scuole paritarie. Per Ulivo e Prc, l’idea di dare agli istituti scolastici una sorta di consiglio di amministrazione che affianchi i presidi nella gestione dei fondi e delle donazioni rischia di contribuire alla divisione tra scuole di serie A e scuole di serie B. Per i verdi, invece, restituisce autonomia ai territori non costringendoli più a chieder soldi altrove. E i sindacati confederali della scuola? Per Flc-Cgil, Cisl e Uil scuola, l’intenzione di applicare alle istituzioni scolastiche lo stesso regime delle Fondazioni dal punto fiscale e delle donazioni sarebbe il punto d’inizio per risollevare un comparto che negli ultimi anni è stato contrassegnato da tagli a fondi e investimenti. Ed Enrico Panini, segretario generale della Federazione dei lavoratori della conoscenza, precisa: «È solo un pannicello caldo».
Scettico in primis tra i deputati dell’Unione in commissione cultura e istruzione della Camera, Pietro Folena (Prc-sinistra europea), che avverte: «Un conto è affrontare il regime fiscale degli istituti scolastici, che ora sono autonomi, prevedendo agevolazioni ad esempio per gli acquisti, tutt’altro è fare delle scuole degli enti di natura nei fatti privatistica». Un «no» alla scuola-azienda» arriva anche da Alba Sasso, vicepresidente dei deputati dell’Ulivo, e dalla capogruppo del prc, Titti De Simone. «Non capisco la proposta di Fioroni - dice Sasso -, la trovo alquanto singolare, anche perchè le scuole già hanno la possibilità di ottenere donazioni. La scuola non è un’azienda che produce tappi di bottiglia o pezzi di ricambio, il vero problema è individuare programmi che motivano gli studenti e non vorrei che passasse l’idea che chi pensa ancora alla scuola come luogo comunitario e non come un’azienda sia un arretrato».
Le misure che introducono un regime fiscale più favorevole per la scuola, «sono positive» invece per Andrea Ranieri, responsabile Ds per il Sapere e l’innovazione. «Tutto cìò non ha niente a che spartire con la privatizzazione della scuola - sottolinea il senatore diessino -.La proposta emersa da Caserta è molto interessante».
Decisamente contraria alla «progressiva trasformazione dei presidi in manager» si è detta Titti De Simone per la quale «uno dei limiti dei processi di aziendalizzazione nelle scuole è che alcuni territori sviluppano delle possibilità non concesse ad altri». Chi vede di buon occhio la proposta Fioroni è invece Roberto Poletti dei Verdi: «Buona idea - dice -, così si supera il concetto di scuola fai da te. Oggi siamo al paradosso dell’autotassazione degli alunni che devono portarsi da casa carta igienica, sapone, carta per le fotocopiatrici».