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Unità-Scuola, prove di rianimazione dopo lo tsunami Moratti-di Enrico Panini

Comunque lo si guardi e valuti, quanto è accaduto in questi anni nel mondo della scuola e dell'università sul versante dell'iniziativa ha rappresentato un fatto straordinario. Un movimento vasto...

20/11/2005
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l'Unità

Comunque lo si guardi e valuti, quanto è accaduto in questi anni nel mondo della scuola e dell'università sul versante dell'iniziativa ha rappresentato un fatto straordinario. Un movimento vasto ed articolato ha messo in ginocchio uno dei Ministri più determinati e più supportati, su ogni sponda del Tevere, del governo Berlusconi.
Questo movimento e le opinioni che ha espresso sono tutt'altro che "conservatori". I valori della Costituzione, la pratica della responsabilità della scuola, l'affermazione di una dimensione egualitaria del nostro sistema di formazione sono stati tra gli obiettivi posti esplicitamente dal movimento.
Siamo in presenza, infatti, di qualche cosa di più che controriforme: siamo di fronte alla riscrittura della nostra Costituzione e delle radici stesse della nostra democrazia. In Italia sta aumentando vistosamente il numero di coloro che non sono più in grado di governare il proprio futuro, che sono ai margini della società. In queste sacche si incrementa l'emarginazione che è sempre anche emarginazione dal sapere.
Il Ministro Moratti non rappresenta solo un caso italiano. Essa spinge all'ennesima potenza scelte che si stanno consolidando anche in altri Paesi e che rappresentano il volto nuovo del neoliberismo.
Sono soprattutto i giovani a reclamare risposte. Dalle migliaia che il 25 ottobre hanno riempito Roma per chiedere attenzione a quelli che, sospinti nelle vuote periferie urbane, covano rabbia e senso di esclusione che arriva ad esplodere come a Parigi.
In mezzo, l'azione del governo Berlusconi che, dopo aver fermato lo sviluppo nel Paese, sta avvelenando i pozzi di acqua riducendo risorse e marginalizzando istruzione, ricerca, università.
Insomma, ci troviamo di fronte ad una questione (la conoscenza) tra le più significative con la quale si dovranno confrontare i partiti dell'Unione nella definizione del Programma.
Per queste ragioni un gruppo di riviste (Alternative, Aprile, Carta, Quaderni Labour, Eco Radio, Nuova Ecologia), assieme ad autorevoli riviste di settore, organizzano il 26 novembre, a Roma, un Cantiere dedicato ai temi della Conoscenza. All'iniziativa sono stati invitati i partiti dell'Unione ed è stata invitata Franca Bimbi che, per l'Unione, ha il coordinamento del Tavolo per la definizione del Programma.
Urge trovare una strada diversa per il nostro Paese, ridotto sull'orlo del baratro dalle politiche dissennate del Governo e da pesanti arretratezze, che non può non basarsi su un investimento straordinario sui processi legati allo sviluppo della conoscenza. Un'impresa non facile ma obbligata, perché, insisto, sulla capacità di governare le conoscenze si gioca ormai la nuova frontiera della democrazia, da cui milioni di adulti nel nostro Paese sono già esclusi se, come dicono recenti indagini, buona parte di loro è analfabeta.
Il primo punto di un possibile orizzonte programmatico riguarda il protagonismo delle persone. Un programma vive se è in grado di interagire con le persone rendendole protagoniste di una discussione e delle scelte. Il rapporto con i movimenti e con quanto in questi anni essi hanno espresso è fondamentale.
Poi, i valori. La devastazione messa in campo dalla Moratti ha colpito proprio i valori: i pilastri della sua politica sono infatti il sapere come fatto privato; i ragazzi considerati proprietà delle famiglie; il controllo politico su scuola, università e ricerca. E invece il principio dell'eguaglianza deve essere, a mio parere, il valore che ispira l'intero programma.
I provvedimenti di questo Governo su scuola, università e ricerca vanno cancellati perché le loro scelte di fondo non sono mediabili. Mentre ritengo che un programma debba avere al centro i seguenti obiettivi: innalzare l'obbligo scolastico fino ai 18 anni, un provvedimento indispensabile per elevare il livello culturale dell'intera popolazione; un investimento sul diritto allo studio che garantisca condizioni di accesso, anche agli studi più alti, per il maggior numero di ragazze e ragazzi; un grande piano di formazione degli adulti; triplicare il numero dei laureati; un investimento straordinario nel campo della ricerca, in particolare quella di base. È questa la base indispensabile su cui costruire davvero una soluzione di continuità davvero indispensabile.
segretario generale Flc-Cgil


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