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Unità: Scuola, partiamo dai risultati per valutare i programmi

LA LETTERA Per giudicare le soluzioni proposte è fondamentale conoscere bene gli obiettivi legislativi raggiunti

28/03/2008
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l'Unità

Caro Direttore,
la scuola è certamente stata la grande assente in questa prima fase della campagna elettorale. Speriamo che vi entri con vigore ed efficacia nella parte conclusiva.
Ci sono segnali positivi al riguardo e il dibattito rilanciato sulla stampa da alcuni appelli formulati da intellettuali e da esperti di politica scolastica sui temi del merito, della serietà degli studi, della condizione economico giuridica e del reclutamento dei docenti, aiuta l’opinione pubblica a comprendere meglio quello che i programmi elettorali delle diverse forze politiche sia pur sommariamente propongono.
Talvolta tali programmi sono comparati al fine di aiutare il cittadino elettore a fare la sua scelta. La tavola sinottica e il relativo commento, apparsi sull’Unità del 26 marzo, non aiutano però, a mio avviso, a fare chiarezza sulle varie proposte in campo. Infatti le proposte dei due principali schieramenti elettorali vengono presentate in maniera confusa e omissiva, facendo ricavare l’impressione, falsa, che esse in larga parte coincidano. Per realizzare tale risultato - volontario o involontario che sia - si parte dalla scelta di ignorare o di minimizzare quello che è stato realizzato per la scuola nei venti mesi del governo Prodi*. È evidente che, se si ignora che l’obbligo di istruzione è stato elevato a 10 anni (e che a tal fine sono già state predisposte ed emanate le necessarie indicazioni programmatiche), si deforma totalmente la proposta programmatica del PD che da tali risultati prende le mosse quando indica l’obiettivo di "assicurare il successo formativo a tutti sino ai sedici anni". Può così accadere che, in quella tabella comparativa, alla voce "interventi sul biennio unitario" non venga attribuita al PD alcuna proposta, mentre alla Sinistra l’Arcobaleno quella di "rendere obbligatori i primi due anni della scuola superiore". Si sostiene ciò come se tale obiettivo non fosse già una legge condivisa e votata nel 2007 dalle forze politiche che la compongono.
Così come sembra difficile prospettare che la Sinistra l’Arcobaleno non si interessi della formazione tecnica e professionale, o che il PD vi accenni appena, se non si tiene conto delle incisive modifiche legislative apportate nel corso dell’ultimo biennio all’impianto predisposto dalla Moratti. Si tratta di modifiche sostanziali approvate con il consenso unanime della maggioranza che sosteneva il governo Prodi, e non di modesti giri di cacciavite. Esse hanno riscontrato un vasto consenso non solo nel mondo della scuola ma tra le diverse forze economiche e sociali ed hanno già prodotto risultati nel comportamento e nelle scelte delle famiglie, verificabili con l’incremento delle iscrizioni in tale settore per il prossimo anno scolastico. Sono sufficienti i due esempi richiamati per comprendere che se non si parte dai risultati, anche di carattere legislativo, realizzati negli ultimi due anni non si possono leggere e valutare correttamente i programmi attualmente proposti agli elettori.

Gaetano Pascarella
(Sottosegretario di Stato al MPI)
* (per un’ampia documentazione in materia si veda in: https://www.scuolanewsforminform.it/Governoprodi/prodi.htm )


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