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Unità-Scuola Moratti-L'Italia precipita nelle classifiche europee

ch.m. ROMA Ai piccoli, in Europa non li batte nessuno. Gli studenti italiani sono quelli che passano più tempo seduti sui banchi di scuola. Almeno alle elementari dove leggono, discutono e f...

10/07/2004
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l'Unità

ch.m.

ROMA Ai piccoli, in Europa non li batte nessuno. Gli studenti italiani sono quelli che passano più tempo seduti sui banchi di scuola. Almeno alle elementari dove leggono, discutono e fanno di conto per 1.020 ore l'anno. Un primato assoluto. Di una spanna superiore alla media europea (904). Strappato abilmente ai coetanei olandesi, piazzatisi al secondo posto con un monte ore annuo arrestatosi a mille. Un primato che presto sarà messo in discussione per mano del ministro Moratti che con la sua riforma, articolata in 891 ore (alle quali si aggiungono le attività opzionali), farebbe retrocedere il Belpaese a metà classifica nonché lo posizionerebbe al fuori dai parametri della media dell'Unione. È quanto emerge dal secondo dossier Qualità e modernizzazione della scuola italiana elaborato da Uil-scuola che, a tre anni dalla sua prima pubblicazione, fissa con una nuova istantanea lo stato di salute del sistema scolastico nazionale. Sistema che si presenta complessivamente buono, ma con alcune falle il cui prezzo ricade sulle spalle degli addetti ai lavori. Se è vero, infatti, che nell'ultimo decennio la busta paga dei docenti si è innalzata, questa è riuscita a fatica a tenere il passo con l'inflazione. Dopo il rinnovo contrattuale del 2001 si è registrato un incremento reale degli stipendi tra l'1 e l'8 per cento. Cifre che ci tengono ancora lontani dai livelli di retribuzione europei nonché da quelli dei paesi dell'Osce. Un insegnante di un istituto superiore arrivato alla soglia della pensione, infatti, guadagnerà il 10% in meno di un suo collega d'oltralpe. E per di più se la sua anzianità è massima, oggi dispone di una capacità d'acquisto di un 1,3% in più rispetto a quello che era nelle sue facoltà nel 1993. E questo è solo il primo cartellino rosso poiché anche il mondo del precariato ha ampliato le sue maglie, raddoppiando, nell'ultimo quinquennio. Sono quasi 100 mila gli insegnanti che da Nord a Sud gravitano a tempo tra le aule degli istituti, mentre altri 70 mila, tra amministrativi tecnici e ausiliari, si alternano tra i corridoi e dietro le scrivanie delle segreterie. Ma la scuola pubblica resta ancora l'istituzione preferita dalle famiglie italiane che le accordano fiducia iscrivendo, nel 94% dei casi, i propri figli alle statali lasciando roccaforte alle private (comunque in flessione del 2%) solo per quanto concerne gli asili. Paritarie che in tre anni sono cresciute oltre il 40% passando da 8.710 del 2000 alle attuali 12.226 nonostante gli alunni che le frequentino siano forte in calo in ogni ordine e grado.


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