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Unità-Scuola Moratti: e adesso povero liceale?

Scuola Moratti: e adesso povero liceale? MARINA BOSCAINO Tempi duri per gli studenti che stanno per affrontare le scuole superiori. Persino quelli graziati - per limiti di età - da sperimen...

20/02/2005
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l'Unità

Scuola Moratti: e adesso povero liceale?

MARINA BOSCAINO

Tempi duri per gli studenti che stanno per affrontare le scuole superiori. Persino quelli graziati - per limiti di età - da sperimentazione e miserie dell'affannosa imposizione della riforma delle scuole elementari e medie; quel selezionato numero di fortunati troppo grandi sia per essere incappati nel triste ricorso al tutor o nella mesta compilazione del portfolio: che hanno appena sfiorato le alchimie di orario toccate in sorte alle scuole medie; o quelli, ancor più baciati dalla sorte, che pur rientrando anagraficamente nelle strategie morattiane non ne hanno potuto apprezzare le delizie, perché guidati da insegnanti contrari e indisponibili a seguire il Ministro nelle pericolose mistificazioni da "ora del dilettante", attraverso cui ha voluto spacciare il primo decreto attuativo della riforma come una cosa seria (e seria non è, a cominciare dal fatto che non gode della copertura economica che dovrebbe esserne condizione prima, considerando la legge); ebbene anche questi ragazzi stanno seriamente correndo un rischio forse più insidioso. Da un mese circa a questa parte si è fatto un gran parlare sulla bozza del decreto attuativo della riforma delle scuole superiori che il Ministro Moratti, bontà sua, ha generosamente messo a disposizione di tutti nel sito del Ministero dell'Istruzione. Ma non illudiamoci: lo ha - secondo la migliore tradizione - partorito con i suoi fedelissimi. E, al di là della trovata falsamente democratica e pluralista dell'inserimento nel sito, non risulta fino ad oggi alcun momento di dialogo concreto con il mondo della scuola (che pure la riforma dovrà attuarla) né con i sindacati. Ed eccolo là, lui, il nostro studente; soddisfatto di averla scampata, sta ora frequentando la scuola media; non si starà mica rilassando troppo? Ma non sa che ad attenderlo, se i programmi dell'ineffabile Ministro andranno in porto e il decreto attuativo venisse approvato entro il prossimo ottobre, ci sarà la riforma delle scuole superiori a partire dall'a.s. 2006/7? 4 anni di istruzione e formazione professionale, di competenza regionale (sia detto tra parentesi: un anno in meno rispetto ai professionali, con relativa perdita di 10000 cattedre)? O 8 licei affidati allo Stato? Un panorama ricco, forse troppo, se si pensa che questa evidente "liceizzazione" è il frutto del tentativo di sottrarre il maggior numero di istituti alla sfera di competenza delle regioni: il Titolo V della Costituzione affida loro infatti i percorsi tecnico-professionali. I licei senza indirizzo sono dunque la continuazione degli attuali licei (classico, scientifico, linguistico, delle scienze umane); tra quelli con indirizzo (economico, tecnologico, artistico e musicale) i primi due sono l'evidente propagazione degli attuali tecnici. Che fare? Non ha nemmeno 13 anni ed è obbligato a prendere una decisione importante, definitiva. Tanto più che, se scegliesse il sistema della istruzione professionale - che fino ad oggi prevedeva 40 ore settimanali di tempo scuola - si troverebbe a frequentare solo "990 ore annue, di cui ¾ a frequenza obbligatoria e almeno il 25% all'apprendimento in contesti di lavoro". Quindi massimo 15 ore settimanali di scuola. Troppo poco, non ci pensa nemmeno: padre e madre sono laureati. Sceglierà un liceo, propedeutico all'università: 27 ore obbligatorie, 2.6 ore medie settimanali opzionali obbligatorie, 1.6 opzionali facoltative. E' un liceo strano, però. Le modifiche di orario sono parzialmente contenute al Classico e allo Scientifico, tolta la clamorosa smobilitazione del latino dal V anno dello Scientifico. Non che questo stupisca molto. La Moratti ci ha abituati al rispetto per le scuole di élite. Cadde per una disattenzione in tal senso la riforma Bertagna, che prevedeva l'accorciamento di un anno di liceo, sostituito nella legge Moratti dall'equipollente (ai suoi occhi) anticipo alla materna e alla elementare. Ma se si analizzano i quadri orari del Liceo Linguistico e delle Scienze Umane con quelli dell'attuale Linguistico e dello Psico-Pedagogico si assiste ad una drastica riduzione del monte-ore complessivo. Oltre all'Italiano (materia che sorprendentemente diminuisce in quasi tutti i licei), a ben 8 ore in meno di latino, alcune discipline come diritto-economia e disegno al Linguistico, educazione musicale, psicologia sociale, metodologia esercitazioni didattiche, ancora economia scompaiono totalmente dal Liceo delle Scienze; che altro non è che una re-styling delle magistrali. Pertanto appare evidente la gravità di certe omissioni. Un rimpasto di discipline, dettato dal consueta consapevolezza didattico-pedagogica e dal rispetto per i posti di lavoro, cui la Moratti ci ha abituati: è presumibile che l'organico di diritto sarà calcolato sulle ore obbligatorie con il conseguente taglio di migliaia di cattedre, come è stato ampiamente dimostrato (da un minimo di 57000 posti a un massimo di 80500, secondo la CGIL). Qualche curiosità: come un parsimonioso amministratore la Moratti ha ora diminuito, ora inserito ore di filosofia, proponendo però questa disciplina in ogni tipo di liceo; e questo - tra tante colpevoli omissioni e feroci tagli - non può che rallegrare; non altrettanto il dimezzamento netto in tutti i licei delle ore di Educazione Fisica: "mens sana in corpore insano" non può funzionare. Va bene che il latino non va più molto di moda, ma certi precetti sono indimenticabili& Leggo sul "Profilo educativo, culturale e professionale dello studente alla fine del diritto-dovere di istruzione e formazione" elaborato dal Ministero insieme ai famosi OSA (Obiettivi specifici dell'apprendimento) che "leggere un'opera d'arte, apprezzare e valorizzare il patrimonio artistico ed ambientale e gustare sul piano estetico il linguaggio musicale nelle sue diverse forme". Ma l'insegnamento della musica è bandito dalla scuola Moratti, fatto salvo - ovviamente - il liceo musicale. In questo pout pourri che è il modello delle superiori targato Moratti l'unica i del celebre slogan che non sfigura è - come di consueto - quella di impresa: soprattutto quelle (imprese) che sfrutteranno il lavoro di apprendistato dei giovani della formazione professionale secondo le previsioni del decreto 276/03 attuativo della Legge 30 (legge Biagi). Inglese perde un consistente numero di ore per far posto alla seconda lingua comunitaria; di Internet nemmeno l'ombra, in quanto disciplina con dignità autonoma. Incredibile ma vero: cito Mario Mauro, responsabile scuola di FI che scrive: "Un decreto terribilmente deludente. Scuole che non sono più né licei né istituti tecnici, dove si studia poco e male di tutto". E, per una volta, non mi sento di dargli torto.


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