Unità-Scuola, la riforma perde pezzi. Mancano i soldi e l'Udc si chiama fuori
20.01.2004 Scuola, la riforma perde pezzi. Mancano i soldi e l'Udc si chiama fuori di red Riformare la scuola senza un euro: un miracolo come questo non riuscirà neanche all'ineffabile duo Berl...
20.01.2004
Scuola, la riforma perde pezzi. Mancano i soldi e l'Udc si chiama fuori
di red
Riformare la scuola senza un euro: un miracolo come questo non riuscirà neanche all'ineffabile duo Berlusconi Moratti. Mancano i fondi per l'insegnamento di internet e inglese, fondamenti ideologici e didattici della riforma progetta dal presidente del consiglio e dal ministro dell'istruzione.
Qualcuno forse li ricorderà tubare sul palco di una blindatissima convention degli "Stati generali della scuola", al Palazzo Congressi di Roma, fine 2001. Fuori gli studenti contestavano già, a migliaia, quella riforma che iniziava a delinearsi. Dentro i due si scambiavano complimenti davanti a una platea selezionatissima. Un pubblico che era una claque scelta con estrema cura: chi non è d'accordo non entra. E il premier, lusingando la ministra, riaffermava i cardini della scuola dei suoi sogni, la suola delle tre "I": informazione, internet, impresa.
Qualcuno già allora notò che a quelle "I" ne mancava una: l'italiano. Che evidentemente nell'Italia berlusconiana è considerato un lusso. Ma non è questo il problema di oggi. Ora che sono passati due anni e la riforma Moratti è andata faticosamente avanti in Parlamento, si scopre che due della famose "I" sono rimaste senza copertura finanziaria. Lo ha rilevato la commissione bilancio della Camera. Non ci sono fondi per l'insegnamento dell'inglese e dell'informatica. E l'impresa? In attesa delle scuole professionali, non si capisce bene cosa se ne debba fare.
Privata del cardine della tanto annunciata innovazione didattica, la riforma subisce anche i colpi inferti dagli alleati centristi. L'Udc ha infatti presentato una serie di emendamenti che, se verranno approvati, scardineranno completamente l'impianto del progetto messo a punto dalla Moratti e dai suoi consiglieri con la benedizione (un po' distratta a dire il vero) di Palazzo Chigi. Nella proposta dell'Udc si prevede l'abrogazione del tutor, cioè dell'insegnante prevalente, il mantenimento del tempo pieno e del tempo prolungato senza nessuna diminuzione di orario, il mantenimento del gruppo docente, nessuna decurtazione per l'orario della scuola media e lo slittamento del decreto all'anno scolastico 2005-2006. Insomma, la riforma verrebbe dimezzata.
A cercare di ricompattare le truppe della maggioranza interviene il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi: "Nella questione sulla riforma della scuola - afferma - si manifesta in maniera evidente la malafede e l'abitudine alla menzogna della sinistra, che sparge a piene mani disinformazione e terrorismo psicologico". Il che, come accade non di rado, è un modo per dare dei fessi a quegli alleati che abboccano e che bisognerà salvare dai fraintendimenti che annebbaino loro la vista. Provocando la presentazione di emendamenti sgraditi. "Forza Italia, che riconferma la propria solidarietà e il proprio sostegno al ministro Moratti, s'impegnerà nei prossimi giorni a smascherare tutte le falsità e le pericolose mistificazioni diffuse dal centrosinistra", annuncia perentorio Bondi.
Prosegue intanto la mobilitazione in difesa del tempo pieno. Nella mattina di giovedì sit in a Palazzo Chigi. All'iniziativa, lanciata dai genitori e insegnanti del VII circolo Montessori di Roma, hanno aderito molte scuole pubbliche e circoli didattici della capitale. "Muoviamoci in maniera massiccia - ha detto un genitore del VII circolo Montessori - Dobbiamo renderci conto che andiamo incontro a forme di classismo, i nostri bambini a tredici anni avranno chi dirà se possono continuare a studiare o devono andare a lavorare, è scandaloso. Il tempo pieno è solo la punta dell'iceberg di una scuola minata alla base. Dobbiamo cercare di mobilitare i territori per garantire il diritto allo studio di tutti i bambini".
I manifestanti hanno anche incontrato la parlamentare diessina Alba Sasso che ha comunicato loro le ultime novità: la mancanza della copertura finanziaria, le "interessantissime proposte emendative" dell'Udc, un duro colpo per il progetto della Moratti. "Noi chiediamo comunque il ritiro del decreto precisa la Sasso - ma apprezziamo la proposta dell'Udc, in attesa del parere di maggioranza che sarà espresso dalla relatrice Angela Napoli in un intervento in programma domani". Proprio domani la commissione cultura della Camera dovrebbe licenziare il provvedimento e inviarlo a Consiglio dei Ministri. La votazione è prevista per le 15.
Contemporaneamente genitori, insegnanti e bambini delle scuole romane torneranno a incontrarsi davanti a Montecitorio per un sit in a oltranza.