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Unità-Scuola, l'ultima crudeltà:

Scuola, l'ultima crudeltà: Una telefonata a casa di una famiglia con una figlia "diversamente abile". Accade a Bologna. È la direzione che invita i genitori a non mandare a scuola la loro figliola...

16/09/2004
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l'Unità

Scuola, l'ultima crudeltà:
Una telefonata a casa di una famiglia con una figlia "diversamente abile". Accade a Bologna. È la direzione che invita i genitori a non mandare a scuola la loro figliola perché non è disponibile l'insegnante di sostegno. A Fermignano (Pesaro), la madre di uno studente disabile di terza media, esasperata, minaccia di dare fuoco alla scuola se il figlio non fosse stato seguito anche quest'anno da un insegnante di sostegno.

La donna, al culmine di una crisi di esasperazione, si è calmata solo con l'arrivo dei carabinieri. È il dramma di tante famiglie con studenti "diversamente abili" alle prese con i tagli alla scuola voluti dal governo Berlusconi, ben 14 milioni di euro in meno, che colpisce anche gli insegnanti di sostegno. Siamo al paradosso, proprio quest'anno che la domanda sociale di "sostegno" è drammaticamente cresciuta, all'appello mancano migliaia di insegnanti che aiutino gli studenti "diversamente abili" ad inserirsi nel mondo della scuola, ad esercitare il loro diritto all'istruzione. Altro che la melassa che il ministro Moratti cerca di spalmare sulla realtà della scuola italiana. Giorno dopo giorno, con la riapertura degli istituti, Regione dopo Regione, i nodi vengono drammaticamente al pettine.

Tagli su tagli. Già a marzo era stato definito un primo taglio da parte del ministero di viale Trastevere: gli "organici di diritto" degli insegnanti di sostegno vengono ridotti in modo significativo, tra gli 800 ed i 1.000 unità. Ora a settembre, con la definizione più precisa delle domande di sostegno corredate da certificazione medica, si inizia a chiarire il fabbisogno reale.

"La situazione è drammaticamente scoppiata - commenta il segretario generale della Cgil scuola, Enrico Panini - ai vuoti lasciati dai tagli di aprile si è aggiunto il fabbisogno reale certificato a settembre. Questo fenomeno sta diventando esplosivo nell'era Moratti. La ragione è semplice: il problema dell'inserimento nella scuola di chi è portatore di handicap, da domanda sociale legata ad un preciso diritto cui rispondere positivamente, è diventata un problema di costi. Un costo perché si riducono gli organici, perché una circolare ministeriale emessa nell'agosto 2002 invita i dirigenti scolastici a verificare le certificazioni e ad essere fiscali sui tempi di presentazione di questa documentazione. Poi con la Finanziaria si sono inaspriti i criteri di certificazione della gravità di un handicap, quando invece è sufficiente utilizzare le regole fissate dall'Organizzazione mondiale della sanità. L'ultimo atto preoccupante è la relazione presentata alla commissione bicamerale sull'infanzia dal ministero. Si legge che "ci sono molti bambini inseriti e tantissimi insegnanti di sostegno". Si calca la mano su quel "tantissimi" piuttosto che sul bene rappresentato dall'inserimento di chi è diversamente abile".

Pressioni politiche. Quello che più preoccupa il dirigente sindacale è il "criterio discrezionale" con il quale i direttori regionali assegnano questi docenti. "Invece che essere dati sulla base del diritto e della certificazione pare vengano attribuiti sulla base di vere e proprie logiche clientelari elettoralistiche - denuncia Panini -. Vengono dati con facilità dove vi è la pressione delle forze politiche di governo. In altre realtà, invece, dove esistono gli stessi problemi, vi sono più difficoltà". "L'incontro per discutere questi problemi - sottolinea - è slittato al 21 settembre. A scuola iniziata. Insomma, il diritto al sostegno non è soltanto diventato un problema di costi, ma si è trasformato in un inaccettabile scambio di favori, in una trattativa diretta con i dirigenti regionali o con lo stesso Ministero che ha alla base le esigenze dei collegi elettorali di esponenti della maggioranza alla ricerca del consenso politico".

Cifre amare. Siamo appena all'inizio dell'anno scolastico ed i dati che ha a disposizione il sindacato, anche se a macchia di leopardo, sono drammatici: mancano all'appello cento posti nel Lazio, sono meno 200 in Lombardia, meno 500 in Sicilia, meno 200 a Caserta, meno 100 a Salerno e meno 150 in Puglia. Il dato è solo indicativo e destinato a crescere, ma già così sono già 1.250 in meno del fabbisogno gli insegnanti di sostegno. Man mano l'esigenza si definisce con precisione attraverso la presentazione delle certificazioni lo scarto tra l'offerta e la domanda che non ha avuto copertura è destinata drammaticamente a crescere. Nelle Marche il fabbisogno di docenti di sostegno è raddoppiato rispetto allo scorso anno, particolarmente colpite proprio la Provincia di Pesaro Urbino e quella di Macerata). Nel Lazio, invece, gli alunni diversamente abili sono 876 in più rispetto al 2003; si passa infatti da 12.391 a 13.267. Cresce così il numero degli insegnanti di sostegno necessari per coprire le esigenze: dovrebbero essere infatti 4.469,5 corrispondenti a 237,5 di posti in più rispetto al 2003.

Disagio in differita. Vi sono pure decisioni meno appariscenti che pesano negativamente in questa delicata realtà. I direttori didattici, ad esempio, non hanno più la possibilità di avanzare "richieste in deroga" di docenti di sostegno che spesso maturavano sulla base delle situazioni di disagio riscontrate in classe dagli insegnanti anche senza una specifica richiesta dei genitori. Questo potere è passato alla direzione regionale. Una realtà più distante dai problemi concreti della singole classe. È stato anche cancellato il tetto di due alunni "diversamente abili" per classe di 25 alunni. Ora il loro numero può essere maggiore e questo, soprattutto nelle superiori, può creare disagi e pericolose tensioni tra le famiglie. Per non parlare delle difficoltà di inserimento dei bambini con difficoltà nelle scuole materne. I tagli che si sono abbattuti sugli enti locali si fanno sentire. Fa sforzi notevoli la Provincia di Roma. Assicura in tutte le scuole della provicia la "diversificata assistenza specialistica" necessaria agli oltre 2.600 studenti "diversamante abili" e questo malgrado i gravi problemi di bilancio e la mancanza di contributi da parte del governo e della regione Lazio.

Roberto Monteforte


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