Unità-Scuola, in pericolo anche i muri
Scuola, in pericolo anche i muri Tagli della spesa pubblica e illusionistiche e demagogiche misure fiscali non vanno d'accordo. Sempre più colpevolmente questo Governo omette interventi finanz...
Scuola, in pericolo anche i muri
Tagli della spesa pubblica e illusionistiche e demagogiche misure fiscali non vanno d'accordo. Sempre più colpevolmente questo Governo omette interventi finanziari a sostegno della scuola, sia per quanto riguarda la programmazione sensibile ed attenta dei principi su cui l'istituzione scolastica deve basarsi; che la presa di coscienza tempestiva e definitiva dello stato in cui versano gli edifici scolastici nel nostro Paese. Un paio di settimane fa la finta indignazione della Moratti ha fatto dimenticare a qualcuno quale prezzo la scuola abbia pagato al cosiddetto taglio delle tasse: 14000 insegnanti di inglese in meno, riduzione delle supplenze, incognita sul destino del tempo pieno, sostituzione degli insegnanti titolari con precari (il che, tra parentesi, vuol dire esattamente blocco del turn over). Un Governo che in prima intenzione (e anche in seconda) sacrifica pesantemente la scuola è un Governo che tenta goffamente di risolvere i propri problemi di oggi non guardando al futuro. Anzi, fregandosene del futuro.
Le Finanziarie del centro-destra per 3 volte consecutive hanno eluso il problema della sicurezza e sono venute meno alla realizzazione del progetto antisismico, solo previsto dalla Finanziaria 2003. Il Governo ha inoltre prorogato per l'ennesima volta il termine ultimo per adeguare gli edifici scolastici alle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro. Dovranno essere le Regioni "a fronte di comprovate esigenze" a stabilire il nuovo termine, comunque "non successivo al dicembre 2005" e relativo solo alle opere che hanno già una programmazione di spesa. Il solito scaricabarile. Si indeboliscono gli enti locali ma, al tempo stesso, si assegnano loro nuovi oneri. La legge Masini (23/1996) ha introdotto il principio secondo cui la programmazione dell'edilizia scolastica si realizza mediante piani generali triennali e piani annuali di attuazione, predisposti e approvati dalle regioni. Il Miur infatti non partecipa direttamente all'attivazione di opere di edilizia scolastica, la programmazione delle quali è riservata alle Regioni; mentre la concreta attuazione è affidata ai proprietari degli immobili stessi, cioè i Comuni per le scuole dell'obbligo e le Province per le superiori. Il Miur individua in Finanziaria gli stanziamenti per i mutui che vengono assegnati dalla Cassa DD.PP sulla base dei piani regionali. Nel 2002 tuttavia non si è stanziato un euro. È stato il terremoto di S. Giuliano, purtroppo, a far ricordare una voce di spesa prontamente dimenticata dal Governo. Con il decreto 30/10/2003, successivo al terremoto di S. Giuliano, vengono ripartiti stanziamenti corrispondenti all'ammortamento annuale di 15 milioni di euro - il più basso stanziamento negli ultimi 6 anni - previsto dalla Finanziaria. Una voce pari all'incirca alla metà della cifra stanziata negli anni del centro-sinistra. Quest'anno, nonostante la quota ammortamento mutui prevista in Finanziaria sia di 30 milioni di euro, si registra un ritardo di quasi 2 mesi nell'assegnazione. Questo per quanto riguarda il finanziamento ordinario. Il Piano Straordinario per le Zone Sismiche, solo previsto dalla Finanziaria 2003, ripetuto nella Finanziaria 2004, rimane lettera morta.
Non ci sono i soldi, la messa in sicurezza delle scuole può aspettare. E quindi l'attuazione del D.Lgs 626/94 - la legge sulla sicurezza nelle scuole - viene prorogata per la terza volta dal Governo: dal 28 marzo 2003 al 31 dicembre 2004 ed ancora al dicembre 2005. Un obiettivo di civiltà che nel nostro paese (se tutto andrà per il meglio) sarà stato rimandato di quasi 3 anni. Dieci milioni di persone studiano e lavorano quotidianamente nelle scuole italiane. Anno dopo anno appare sempre più evidente l'inadeguatezza del sistema dell'istruzione nel nostro Paese, che comincia dagli edifici che ospitano le scuole. C'è disorientamento e rabbia per investimenti che stentano a decollare non solo per la formazione, ma anche per la sicurezza di alunni, docenti e lavoratori della scuola che quotidianamente frequentano gli edifici scolastici nel nostro Paese. Diritto alla sicurezza e diritto allo studio sono principi che siamo portati a considerare scontati, ma che il Governo Berlusconi sta progressivamente indebolendo attraverso una politica di risparmio sulla pelle e sulla mente di chi, alla scuola pubblica, continua a chiedere tutela e garanzie. Preferendo il colpo di teatro di un improbabile ed iniquo abbassamento delle tasse alla doverosa e urgente soluzione di uno dei più gravi problemi della scuola italiana.