Unità: Scuola, il rapporto dell’Europa dà la sveglia: «È emergenza educativa»
L’allarme del ministro Fioroni. Sull’istruzione l’Italia scivola al 36° posto: male in matematica, scienze e lettura
di Maristella Iervasi / Roma
È PREOCCUPATO Giuseppe Fioroni, il ministro della Pubblica Istruzione. Il rapporto Ocse-Pisa fa scivolare l’Italia dal 33° al 36° posto nella classifica
sull’istruzione. Pagella impietosa in matematica, scienze ma anche in comprensione e lettura. Gli studenti italiani -secondo l’indagine che fotografa la situazione dei ragazzi di 15 anni in 57 paesi del mondo- sono tra i più «somari» d’Europa. In Italia «c’è un’emergenza educativa», replica Fioroni. Emerge dalla scuola media e superiore ma coinvolge l’intero paese. «Se non si rivaluta il merito e non si forniscono a tutti i giovani le motivazioni per realizzarsi -sottolinea il ministro- non si risale la classifica dell’Ocse. Occorre uno sforzo del sistema paese».
Una scuola a due volti. Bene l’elementare, male le medie. Si salvano i licei, un disastro gli istituti tecnici e professionali. Se nel 2003 i quindicenni italiani figuravano al 27mo posto per le loro competenze nelle materie scientifiche, nel 2006 sono slittati al 36mo posto. In cima alla lista figurano gli studenti della Finlandia. Dietro l’Italia si piazzano Portogallo, Grecia e Israele. Peggio dei nostri ragazzi fanno gli studenti di Bulgaria e Romania. E non finisce qui: il Belpaese è al 36° posto per competenze di lettura, al 38mo per la matematica. Un quadro peggiorativo rispetto al primo rapporto Ocse-Pisa del 2000 e la successiva rilevazione triennale. A livello regionale sopra la media Ocse c’è solo il Nord con il centro che arranca e il Sud e le isole molto distaccati. Insomma, sono tanti e in aumento i «poveri di conoscenza»: sotto il livello di competenza ritenuto sufficiente dall’Ocse sono il 26%, 6 punti in più della media del rapporto. «I nostri ragazzi -precisa Fioroni- sono carenti per motivazione e non per intelligenza o capacità. La scuola non è un ascensore sociale e gli studenti con le maggiori lacune provengono da famiglie con difficoltà economiche o svantaggiate». Da qui l’idea di istituire al più presto una commissione ad hoc «per ridare dignità» agli istituti professionali. E un monito all’informazione televisiva: meno risorse auditel di quantità. Per il presidente di Confindustria, Montezemolo, è «mortificante» il quadro dell’Ocse. Esulta il leghista Paolo Grimaldi: «Solo la Padania è stata promossa». E anche i sindacati dicono la loro. Enrico Panini, segretario generale Flc-Cgil: «Perché non ci si è mai chiesti quanto costa l’ignoranza? Considerare la scuola per anni un problema di spesa ha portato a questi risultati impietosi». Francesco Scrima della Cisl-scuola consiglia «una seria strategia di interventi»; Massimo Di Menna della Uil sollecita una «scossa di modernizzazione».