Unità: Scuola, i telefonini dietro la lavagna
Stop ai telefonini e ai bulli. E il ministro Fioroni richiama professori e presidi alla linea dura
Lucilla De Masi
Stop ai telefonini e ai bulli. E il ministro Fioroni richiama professori e presidi alla linea dura: applicare le norme già esistenti in materia, certo, ma anche prevedere la possibilità di inasprire le sanzioni disciplinari per i trasgressori. Il ministro ieri ha emanato linee di indirizzo in materia per rendere cogente quel che già esiste, ha annunciato modifiche allo Statuto degli studenti per inasprire le punizioni ma, di fatto, le iniziative di carattere operativo spetteranno, nell’ambito dell’autonomia, soprattutto alle scuole e ai regolamenti di istituto (il ministero pubblicherà sul suo sito alcuni modelli di riferimento a cui eventualmente ispirarsi).
UNA LEGGE Per vietare l’ingresso a scuola dei telefonini ci vorrà una legge ad hoc ma, intanto, chi userà il telefonino in classe potrà vederselo sequestrare, fino al termine delle lezioni, dal professore e, se necessario, lo riavrà indietro soltanto in presenza dei ge-
nitori. Il regolamento di istituto potrà anche prevedere misure organizzative per prevenire un utilizzo scorretto del telefonino (lasciarlo spento sulla cattedra, ad esempio). Il divieto di utilizzo del cellulare durante le lezioni vale anche per i professori (lo prevede una circolare del ‘98) anche per offrire un modello di riferimento esemplare da parte degli adulti. Nessun timore però per i genitori apprensivi: eventuali esigenze di comunicazione tra gli studenti e le famiglie, dettate da motivi di particolare urgenza, potranno sempre essere soddisfatte, previa autorizzazione dell’insegnante.
Se gli squilli avranno vita dura, non andrà meglio ai bulli.
Anche per loro inasprimento delle sanzioni esistenti grazie a una revisione dello Statuto degli studenti. La «sospensione», in casi particolarmente gravi, potrà superare i 15 giorni, gli studenti ribelli potranno essere puniti obbligandoli a svolgere una sorta di servizio sociale (pulitura aule, piccole manutenzioni, svolgimento di attività di volontariato, ecc...) e gli «irriducibili» potranno vedersi esclusi da scrutini finali e finanche dall’esame di maturità. Ma Fioroni pensa anche ad altro per riportare nelle scuole - teatro negli ultimi mesi di numerosi episodi di bullismo e uso improprio dei cellulari - «la cultura del rispetto delle regole» una santa alleanza tra famiglie e scuola. Ciascuna scuola potrà chiedere ai genitori, all’atto dell’iscrizione o comunque all’inizio di ogni anno scolastico, di sottoscrivere una «Patto sociale di corresponsabilità».
Con questo strumento le famiglie si assumono l’impegno di rispondere direttamente dell’operato dei propri figli nel caso in cui, ad esempio, questi danneggino altre persone o le aule o, più in generale, violino i doveri sanciti dal regolamento di istituto e subiscano, per questo, una sanzione anche di carattere pecuniario.
Intanto il ministero - con una circolare - ha cambiato anche l’esame di terza media che riguarderà quest’anno 576mila studenti: ammissione d’ufficio, per la prima volta, seconda lingua comunitaria come materia obbligatoria d’esame le nuovità di maggiore rilievo