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Unità: Scuola, decreto per l'avvio. Ritorna il tempo pieno a 40 ore

Prodi: prof decisivi. Sanzioni più facili

05/09/2007
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l'Unità

A pochi giorni dalla campanella arriva un decreto legge che permette un inizio d'anno più sereno per studenti, docenti, genitori e casse delle scuole. Il decreto legge dal titolo «disposizioni urgenti per assicurare l'ordinato avvio dell'anno scolastico 2007-2008» è stato approvato dal Consiglio dei ministri e contiene provvedimenti già annunciati (il ripristino del tempo pieno, il ritorno del giudizio di ammissione all'esame di terza media, ulteriore stretta sui privatisti all'esame di maturità) e novità dettate dalle polemiche sui prof fannulloni (tempi più veloci per le sanzioni disciplinari).
Tempo pieno Alle elementari torna il vecchio modello del tempo pieno «pre-Moratti». L'orario sarà di 40 ore, cancellando lo «spezzatino» voluto dal governo Berlusconi (27 ore di base, 10 di mensa, 3 di laboratori). «Così- sottolinea il ministro Beppe Fioroni- si offrono più elementi di certezza alle famiglie. ora avvieremo un piano triennale di programmazione del tempo pieno con regioni ed enti locali».

Sanzioni ai docenti Sarà di soli 120 giorni, e non più un anno e mezzo, il tempo limite per decidere ed erogare provvedimenti disciplinari nei confronti dei professori inadempienti o che abbiano compiuto atti contro la dignità della scuola o degli studenti. Fioroni ha spiegato che si è «riordinato il sistema disciplinare» con tre elementi di novità. Innanzitutto non è più obbligatorio il parere del Consiglio nazionale della pubblica istruzione e dunque degli organi collegiali. E i tempi si restringono a 60 giorni, che possono arrivare a 90 nei casi più gravi. Passato questo limite l'amministrazione scolastica erogherà la sanzione, comunque entro il tempo limite di 120 giorni dall'avvio dell'iter. La responsabilità ultima per i reati contro il decoro dell'istituto scolastico o la dignità degli studenti passa all'autorità scolastica in nome dell'autonomia. Sarà dunque il preside, che non dovrà più attendere il parere del collegio docenti, a sospendere un professore coinvolto in indagini per reati gravi. E sempre i presidi potranno utilizzare in compiti diversi dall'insegnamento i docenti coinvolti in casi di incompatibilità ambientale.

Giudizio di ammissione alle medie Rifà il suo ingresso il giudizio di ammissione all'esame di terza media, anch'esso cancellato dalla Moratti. «Un ripristino doveroso- spiega Fioroni- per ridare dignità a questo corso di studi dove oggi, il 40% degli studenti viene licenziato con la sola sufficienza. dobbiamo dare ai ragazzi la certezza di accedere alle superiori con il bagaglio di conoscenze necessario».

Altra stretta sui privatisti Pugno duro, alle superiori, sui privatisti dopo i ricorsi al Tar durante gli ultimi esami di maturità. Il decreto legge prevede nuovi tempi e modi per la loro iscrizione all'esame. Già all'inizio dell'anno dovranno segnalare la scuola e il Comune in cui vogliono sostenere le prove, ma la decisione finale spetterà agli uffici scolastici regionali che li smisteranno tra istituti privati e pubblici nel rispetto della quota del 50% di studenti interni ed esterni per ciascuna commissione d'esame. Una nuova spallata, dunque, ai «diplomifici».

Valutazione e sezioni primavera Ogni anno, poi, il ministro invierà all'istituto una direttiva indicando gli obiettivi in merito alla valutazione degli apprendimenti degli studenti. Il decreto rende poi operative le sezioni primavera (quelle «ponte», per bimbi tra 2 e tre anni) e lo stanziamento di 5 milioni di euro a favore di questo progetto. Per le scuole materne viene dato il via libera al reclutamento di insegnanti tra i diplomati del vecchio istituto magistrale in attesa che si concludano i corsi abilitanti ancora aperti, altrimenti al sud si sarebbero chiuse intere sezioni.

Misure economiche Per risparmiare tempo, soldi e snellire le pratiche burocratiche il governo ha deciso che i collaboratori scolastici saranno chiamati direttamente dalle graduatorie delle scuole, non più dai collocamenti provinciali, salvo esaurimento delle graduatorie stesse. Il decreto legge prevede poi che il pagamento delle supplenze per maternità e astensione obbligatoria dal lavoro, che negli anni passati aveva peggiorato l'indebitamento delle scuole, passa allo stato. Le norme approvate stabiliscono anche che le supplenze per maternità saranno pagate direttamente dal ministero della Pubblica Istruzione al Tesoro «per evitare - ha spiegato Fioroni - giri farraginosi». Sempre in tema di bilanci degli istituti, infine, viene sanata la situazione delle multe comminate alle scuole dall'ispettorato del lavoro per la mancata comunicazione dei docenti presi come sostituti. Comunicazione che, ora, non sarà più obbligatoria. Nel decreto legge viene anche integrato il compenso per i commissari della maturità che passa da 138 a 178 milioni. Si riduce da 8 a 3 il numero dei componenti del comitato di indirizzo dell'Invalsi (Istituto nazionale di valutazione del sistema scolastico) «nell'ottica- sottolinea Fioroni- di una ulteriore riduzione dei costi della politica».

Il provvedimento - che è stato presentato in una conferenza stampa dal ministro della pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, assieme al Premier, Romano Prodi - «consente di iniziare l'anno - ha detto Fioroni - con più certezze e sicurezze». Il decreto «può far partire l'anno scolastico con molte certezze e molte sicurezze in più, all'interno di una missione per cui si educano, mentre si istruiscono, i nostri ragazzi e rappresenta anche un buon inizio per il processo di certezze che stiamo dando ai docenti precari che sono stati stabilizzati». La scuola «deve essere più seria, non più severa, ed ha una missione chiara».

Per il presidente del Consiglio Romano Prodi si tratta di «misure necessarie». Necessarie, spiega Prodi, «perchè si possa programmare l'anno scolastico con ordine nelle diverse regioni e aree del paese».

Prodi ha continuato facendo gli auguri agli scolari e agli studenti, ma soprattutto ai professori, agli insegnanti e ai maestri, che svolgono «una delle professioni più difficili e complicati che ci siano: la loro fatica non solo è da noi compresa, ma è ritenuta condizione essenziale per un futuro prospero e civile» del Paese. Il modo in cui organizziamo la scuola che si costruisce l'Italia di domani. Un'idea semplice e chiare, visti i chiari collegamenti tra il sistema scolastico e lo sviluppo economico di un Paese, ma anche con il livello di civiltà di un Paese, pur se più difficile da misurare». Gli auguri vengono fatti dunque «con particolare intensità» soprattutto in un periodo come questo contrassegnato da «un difficile rapporto con i giovani» e in particolare «in relazione all'autorità».


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