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Unità-Scuola, dalla Consulta un'altra bordata al governo

Scuola, dalla Consulta un'altra bordata al governo Bocciato il ricorso contro l'Emilia. A Roma il convegno Ds sul sapere. Fassino: "Con questa destra il paese rischia il declino" Roberto Monte...

27/01/2005
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l'Unità

Scuola, dalla Consulta un'altra bordata al governo

Bocciato il ricorso contro l'Emilia. A Roma il convegno Ds sul sapere. Fassino: "Con questa destra il paese rischia il declino"

Roberto Monteforte

ROMA Un altro colpo ieri alla linea del governo e del ministro Moratti sulla scuola: la Corte Costituzionale ha bocciato il ricorso del Governo contro la regione Emilia e Romagna che indicava scelte autonome nel campo dell'istruzione come il "biennio integrato" per gli studenti delle superiori. Un colpo duro. Da questa "buona notizia" è partito ieri il responsabile Ds per scuola, università e ricerca, Andrea Ranieri per aprire i lavori del convegno "Il sapere al primo posto". Un titolo che è già indicativo. Il sapere, infatti, è ritenuto la grande risorsa su cui investire per assicurare il futuro del nostro Paese e per fermare la pericolosa deriva verso il declino.
È una logica che non può che essere unitaria e deve riguardare tutti: dalla scuola dell'infanzia alla ricerca più sofisticata. È questo il messaggio lanciato ieri dal convegno Ds. Al teatro Capranica maestre d'asilo e scienziati, ricercatori e professori, amministratori pubblici e docenti, studenti e parlamentari, fianco a fianco hanno discusso di scuola, università e ricerca. Una discussione che ha avuto al centro una consapevolezza: è indispensabile investire nella conoscenza per vincere la sfida di come coniugare coesione sociale e competitività. Una strada opposta a quella seguita dal governo Berlusconi e dal ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, che punta, invece, a dividere e separare i destini delle persone. Che ha giocato la carta della "privatizzazione", del taglio all'intervento pubblico e al tempo stesso ha voluto affermare logiche di controllo centralistico, anche politico, attaccando l'autonomia delle scuole, degli atenei e persino della ricerca.
Lo ha ribadito nelle conclusioni il segretario Ds, Piero Fassino. "Per il nostro Paese il "rischio" declino è una drammatica realtà. È un Paese fermo. Non si produce più ricchezza. Ma questo non è un destino, è possibile farvi fronte e rilanciare lo sviluppo". La ricetta è investire in conoscenza e sapere. Fassino indica le "fragilità" del nostro sistema, sempre più evidenti nella dinamica sempre più europea e globalizzata nella quale ci si muove. Da qui le critiche a Berlusconi che punta sulla riduzione delle tasse.
"È una scelta che non arricchisce nessuno e impoverisce socialmente il Paese" spiega. "Non è vero che meno politiche pubbliche favoriscono più crescita e più sviluppo. È priva di senso l'impostazione del governo che fonda il rilancio dell'economia sulla riduzione fiscale" argomenta il leader della Quercia. "Il Paese ha bisogno di investimenti forti per sostenere la crescita".
I numerosi relatori rendono esplicita quale possa essere questa logica alternativa. Intanto riaffermare che c'è una logica unitaria che deve governare il sistema del sapere dagli asili nido ai premi Nobel. "Siamo per la scuola che include e che integra saperi e culture" aggiunge Ranieri. "Tutta la riforma della Moratti sembra essere fatta per dividere e per escludere. Per dividere socialmente costruendo un'idea della personalizzazione dei percorsi che corrisponde alla riproduzione delle differenze socio-economiche tra le famiglie e opponendo la cultura alla professionalità, la tecnologia alla scienza, il sapere al saper fare".
Questa logica per i Ds va rovesciata. Come nel rapporto Stato-Regioni: la Moratti ipotizza una divisione dei compiti ordinamentali che assegna allo Stato i licei e l'istruzione e alle Regioni i percorsi professionalizzanti. "Allo Stato - ribatte Ranieri - spetta fissare gli obiettivi ed indirizzi generali, alla Regione la programmazione dell'offerta formativa sul territorio sia per i licei che per la formazione professionale in una logica di integrazione. La sentenza della Corte Costituzionale sembra dare ragione a noi".


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