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Unità: Scuola, costa più lo spot della sicurezza degli edifici

Venti milioni di euro per 10mila «lavagne digitali», hi tech e interattive

03/10/2008
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l'Unità

di Natalia Lombardo / Roma

Venti milioni di euro per 10mila «lavagne digitali», hi tech e interattive. Basta toccare lo schermo e le classi superiori potranno vedere pure un Pompei virtuale. Altri 9 milioni di euro nel 2009, ma per le scuole che cadono a pezzi con aule fatiscenti o nelle quali le famiglie devono pagarsi persino la carta igienica, è stata stanziata la stessa cifra in Finanziaria: «Una ventina di milioni euro per l’edilizia scolastica e la messa in sicurezza delle prime 100 scuole» sulle migliaia in sofferenza, spiega imbarazzata per il paragone la ministra dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. Per gli altri edifici l’onnipotente Bertolaso farà una «ricognizione» e saranno coinvolte le Regioni. Ma nel decreto in aula alla Camera è previsto che le due ore in più assegnate al maestro unico se le dovranno pagare gli istituti con i loro fondi già scarsi e destinati a vari attività.
La Lib, lavagna hi tech campeggia nella sala stampa di Palazzo Chigi, dove ieri è sceso in campo Berlusconi per dare la spinta al decreto sulla scuola contestato da famiglie e insegnanti. Si prende il suo vanto anche il ministro Renato Brunetta, che promette pagelle digitali anche per i tribunali.
Sulla scuola verrà certamente posta la fiducia. Per il premier è «un atto di coraggio del governo che può essere bocciato», afferma dopo aver dichiarato «vecchia» l’istituzione parlamentare piena di «depressi». Come ha detto Rosy Bindi, «il Presidente del Consiglio si trasforma nel maestro di sostegno della Gelmini», perché sulla scuola «ha paura di perdere consensi».
Uno spot targato Silvio vale molto.
E lui, in conferenza stampa, ha lanciato un altro diktat sull’informazione, capovolto rispetto all’editto bulgaro: «Non andremo più in tv ad essere insultati. Faremo delle riunioni e prenderemo una decisione». Non dice con chi se la prende, «in tante trasmissioni» che ha visto «ci sono conduttori che non sanno reggere la situazione che si trasforma subito in rissa indecente», quindi ««se non cambia l'atteggiamento della sinistra, fatto di puro insulto e puro mendacio, a noi non conviene esporci al genere di attacchi che ho visto ultimamente in tv». Con chi ce l’ha? con Anno Zero, Ballarò o magari Porta a Porta? Silvio non lo dice, ma i parlamentari a lui vicini spiegano che si riferiva al battibecco tra il forzista Denis Verdini e Antonio Di Pietro. Da Bruno Vespa martedì sera (quando Gasparri ha insultato con livore l’ex pm). Il conduttore di fiducia è entrato nella schiera dei «conduttori militanti» che fanno «trasmissioni faziose». Tornerà... «è meglio esserci che non esserci in tv», commenta Vespa.
Sulla scuola Berlusconi si rimangia la norma con la quale si boccia uno studente con un 5 in una sola materia: «Ma gli insegnanti sono persone di buon senso, non ci sarà mai una bocciatura per questo, sarà dato un giudizio globale...». Quel particolare, scovato da l’Unità, è ancora nel decreto e dovrebbe essere cancellato da un emendamento della maggioranza, per rimediare alla gaffe.
Le proteste vengono ignorate, Berlusconi esalta la riforma di un sistema scolastico italiano che è «un disastro» (e Mariastella annuiva crucciata), colpa della sinistra che «ha usato la scuola come ammortizzatore sociale», in pratica un parcheggio di disoccupati. Tagli al personale? «Nessuna cacciata degli insegnanti. solo 87mila in meno da qui a tre anni con pensionamenti e blocco del turn over». Ma saranno «meglio pagati» perché «guadagnano quanto un bidello e i precari hanno stipendi da fame». Avanti tutta con la «premialità» parola terribile pronunciata dalla ministra dell’Istruzione, in base alla meritocrazia. Basta «l’egualitarismo da economia socialista», Silvio promette agli insegnanti più bravi un premio annuo di settemila euro. Nel 2012. Niente tagli al tempo pieno, anzi «crescerà del 50%, con le ore di inglese alle medie da 3 a 5 a settimana. Un premio da mille euro lo consegna a venti maturati a pieni voti: «Hai fatto la gara per le veline?» chiede alla più carina. Educativo...


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