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Unità: Scuola, «cartello» sul caro-libri?Ora si muove la Finanza

L’Antitrust manda le Fiamme Gialle per controlli in 8 città Ogni anno l’affare sui banchi vale più di un miliardo di euro

28/08/2007
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l'Unità

di Massimo Palladino / Roma

STANGATA L’allarme era stato lanciato dalle associazioni dei consumatori. Tabelle su tabelle per denunciare il rincaro dei libri che quest’anno oscillerebbe tra il 5% e il 15%. Ieri la decisone dell’Antitrust: la Guardia di Finanza verificherà l’andamento dei prez-
zi dei libri delle scuole secondarie superiori negli ultimi tre anni in otto grandi città. Poi il 6 settembre, in base alle informazioni acquisite, l’Autorità deciderà le azioni da intraprendere e dirà se in Italia esiste un cartello tra case editrici, per stabilire prezzi sempre più alti nel mercato dei testi scolastici. Un business che in Italia vale almeno un miliardo di euro l’anno. Una decisione accolta con favore dalle associazioni: «In Italia una commissione sui prezzi dei libri - commenta Rosario Trefiletti presidente di Federconsumatori - c’è già e si riunisce al ministero dell’Istruzione. Ma riguarda solo i libri delle scuole medie (quest’anno il tetto di spesa era fissato a 280 euro, ndr). Per i testi delle superiori vige il libero mercato che fa lievitare ogni anno i prezzi. E i risultati sono quelli che abbiamo denunciato in questi giorni». Così, secondo i dati dell’Osservatorio di Federconsumatori, quest’anno mandare a scuola il proprio figlio, costerà 320 euro. Se poi aggiungiamo anche gli accessori, che variano a seconda dell’età del ragazzo, in media 377 euro, la stangata complessiva sarà di 697 euro, 40 in più sul 2006, pari ad un aumento del 5,7%. Una spirale di incrementi dicono dalla Federconsumatori che occorre interrompere anche con nuove pratiche: «I Comuni devono dotarsi di spazi dove è possibile la compravendita di libri usati e lo scambio dei testi».
Anche il ministro dell’Istruzione Fioroni si dice soddisfatto della decisione dell’Antitrust: «Contiamo molto su questo intervento perché dal prossimo anno saranno fissati ed entreranno in vigore tetti di spesa anche per i libri scolastici delle scuole secondarie di secondo grado. Il monitoraggio, ancora in corso, sui tetti di spesa dei testi scolastici delle scuole secondarie di primo grado - ha concluso il Ministro - ha mostrato che il 70% delle scuole ha rispettato comunque la normativa emanata dal Ministero».
Dall’ Associazione degli editori non trapela nulla. In Mondadori, Garzanti, Mursia, Zanichelli, Paravia, Atlas, Le Monnier e altre aziende del settore che si dividono il mercato, non commentano. Qualcuno prova una difesa generica tirando in ballo «l’aumento dei prezzi della carta e del petrolio» ma nulla di più. Tutti attendono le segnalazioni della Finanza. Le città campione nelle quali il nucleo fiamme gialle effettuerà le rilevazioni sono le stesse dove si erano soffermate le attenzioni delle associazioni dei consumatori: Milano, Roma, Napoli, Torino, Palermo, Bologna, Bari e Verona. E dove si erano registrate le distonie più evidenti.
Il Movimento consumatori, parla di «aumenti immotivati differenti da città a città con variazioni che arrivano fino a 300 euro» ma punta il dito anche contro «le agevolazioni dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali ferme per burocrazia» . Anche chi nella scuola ci lavora, saluta con favore l’ intervento dell’Antitrust. Per Enrico Panini, della Cgil Scuola in realtà in ballo, oltre ai costi salati, c’ è il diritto allo studio: «I testi scolastici sono un servizio di pubblica utilità, ma anche, per gli editori un mercato sicuro. Molte volte vengono proposti come nuove edizioni, libri che di nuovo hanno solo la copertina o un paio di paragrafi. I prezzi lievitano e le famiglie pagano il salasso. Molti genitori scelgono il tipo di scuola per i figli, proprio in base ai prezzi proibitivi. Ma così significa condizionare le scelte dei ragazzi e del loro futuro». Sulla stessa lunghezza d’onda Massimo Di Menna della Uil Scuola che ritiene «eccessivi i cambamenti apportati ai prezzi ma anche la facilità con la quale si adottano libri di testo pressoché uguali nei contenuti ma diversi nelle copertine». Per entrambe le sigle sindacali, la ricetta per contrastare il caro-libri è quella del sostegno al reddito per i nuclei familiari meno abbienti (borse di studio, buoni libro, sconti etc) ma anche l’ adozione di nuove pratiche come il comodato d’ uso, una sorta di affitto o lo scambio dei testi.


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